L’Africa
sarà libera
Piangi, amato fratello negro,
le tue ceneri furono sparse per la terra
dal simun e dall’uragano.
Tu, che non hai mai innalzato piramidi,
tu, catturato nelle razzie,
tu, battuto in ogni battaglia
in cui trionfa la forza,
tu, che hai imparato
in una scuola secolare
una sola frase: schiavitù o morte,
tu, che ti sei nascosto
nelle giungle spietate,
che hai affrontato
tacendo migliaia di morti,
sotto la maschera della febbre delle paludi,
o sotto la maschera della tigre che azzanna,
o degli abbracci delle sabbie mobili,
che soffocano a poco a poco come il boa.
E venne il giorno in cui comparve il bianco.
Fu più astuto e cattivo di ogni morte.
Barattò il tuo oro con uno specchietto,
una collana, ninnoli,
violentò le tue sorelle e le tue mogli,
corruppe con l’alcool i figli dei tuoi
fratelli,
cacciò in prigione i tuoi bimbi.
Allora tuonò il tam-tam per i villaggi,
e gli uomini seppero che salpava
una nave straniera per lidi lontani,
dove il cotone è un Dio.
Condannato a una prigionia senza fine,
lavorando come una bestia da soma,
tutto il santo giorno sotto un sole spietato.
T’insegnarono a glorificare
nei canti il loro Signore.
E presso il fuoco, nei confusi sogni,
ti sfogavi in canti di dolore,
semplici e senza parola, come l’angoscia.
Accadde persino che tutta
una giovane volontà risuonasse,
che su corde di rame,
su tamburi di fuoco,
crebbe il suo ritmo come un tifone,
e gridò alto agli uomini bianchi
che non tutto il pianeta
appartiene a loro.
Musica, tu hai consentito
anche a noi di sollevare il volto
e di guardare negli occhi
la futura liberazione.
Che le rive dei vasti fiumi
che portavano verso l’avvenire
le loro onde vive siano tue!
Che tutte le ricchezze di questa terra siano
tue!
Che il caldo sole di mezzogiorno
allievi le tue pene!
Si asciughino ai raggi del sole
le lacrime che il tuo avo versò,
tormentato in queste lande luttuose!
Il nostro popolo, libero e felice,
vivrà e trionferà nel nostro Congo.
Qui, nel cuore della grande Africa!
Nessun commento:
Posta un commento