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sabato 28 gennaio 2012

William Butler Yeats (1865 - 28/1/1939)


L'INDIANO PARLA DI DIO



Passavo lungo il margine dell'acqua sotto gli alberi umidi,
Il mio spirito si cullava nella luce della sera, 

i giunchi intorno alle ginocchia,
Il mio spirito si cullava nel sonno 

e nei sospiri; e vidi gli uccelli palustri camminare
Tutti stillanti su un pendio erboso, 

e li vidi cessare dall'inseguirsi
L'un l'altro in cerchio, e udii il più anziano parlare:
Colui che tiene il mondo nel Suo becco e fece noi forti o deboli
E' un uccello palustre immortale e vive oltre il cielo.
Le piogge cadono dalle Sue ali stillanti, 

i raggi della luna dal Suo occhio. 
Passai poco più oltre e udii parlare un fiore di loto:
Colui che fece il mondo e lo governa, è sospeso a uno stelo,
Perché io sono fatto a Sua immagine, 

e tutta questa tinnula marea
A solo una goccia di pioggia che scivola tra i suoi petali ampi. 

Un po' addentro nell'ombra un daino levò gli occhi
Colmi di luce stellare, e disse: Colui che foggiò i Cieli
E' un daino grazioso; come, vi prego, poteva Egli altrimenti
Concepire una creatura triste e delicata e graziosa come me? 

Passai poco piú oltre, e udii un pavone dire:
Colui che fece l'erba e fece i vermi e fece le mie gaie penne,
E' un immenso pavone, e agita tutta la notte
La Sua languida coda sopra di noi, accesa da miriadi di faville.
 

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