Patrizia Valduga è nata a Castelfranco Veneto nel 1953. Dopo il Liceo scientifico si è iscritta alla facoltà di Medicina che ha frequentato per tre anni. È poi passata alla facoltà di Lettere a
Venezia dove ha seguito per quattro anni i corsi di
Francesco Orlando ("incontro fondamentale nella mia vita".
È stata la compagna di Giovanni Raboni per ventitré anni e a lui ha dedicato la postfazione dell'ultima raccolta del poeta scomparso,
Ultimi versi, pubblicato dall'
editore Garzanti nel
2006. Nel 2010 le è stato assegnato il Premio
caprienigma per la letteratura. Vive tuttora a
Milano.
NEL LUGLIO ALTERO, LUI TENERO AUDACE
Nel luglio altero, lui tenero audace,
sensualmente a me lanciava da là:
prima di sera io ti scopo. Ah.
Fra trafficar di sguardi dove pace,
dove l'incompenetrabilità...
dove il tempo in quest'ombra... Lui tace
in un empio silenzio a farne fornace.
Poi apri, m'intima, apri... più dentro già
si spinge con suo tal colpo segreto.
Umidore, pare bacio di calore
su ammucchiarsi d'umano, alto m'accappia.
O inverni e lirici slanci (con metodo).
Mi sale... mi scende... io come granata
esplosa, contusa, to', che si sappia.
E NOTTETEMPO LA GENTE SI ARRAPA
E nottetempo la gente si arrappa,
s'ingrifa, al serra serra si disgroppa.
Ah... eh... ah... bada ansimare... di tappa
in tappa svelta s'accoppia, s'aggroppa.
Ponte sui sensi, avendoli, s'acchiappa
Con mutua trappola, greve s'intoppa
fino allo scoppio... gioca stringichiappa
a strappa strappa e a cervello di stoppa
por toppa... E intanto la notte scappa
da razionalità antidotata
e imperata... Io dolente, in gola un groppo,
il mio universo d'assenze e la mappa
dei miei giorni ridesti mi sciroppo,
di pensamento in abuso incappata.
La stessa rigirata
d'angoscia in margine all'esiguo e al troppo:
il succo della notte invero allappa.
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