I
corvi
Signore, quando fredda è la brughiera,
quando sui casolari devastati
tacciono i tocchi lunghi della sera.
Sulla natura che non ha più fiori
fa’ piombare dal cielo sterminato
i miei diletti corvi deliziosi.
Schiera bizzarra dai severi stridi,
il vento freddo ti minaccia il nido!
Voi, lungo i fiumi diventati gialli,
sulle antiche Viæ Crucis dei sentieri,
sopra i fossati e le buche nei campi,
disperdetevi, corvi, e radunatevi!
A stormi, sopra la terra di Francia
dove dormono i morti dell’altrieri,
volteggiate, vi prego, quand’è inverno!
Fate che ogni passante si ricordi.
Annuncia dunque il tempo del dovere,
o nostro uccello nero della morte!
Santi del cielo, voi, sull’alta quercia,
pennone immerso nella sera estatica,
lasciate però star le capinere
per chi nel bosco giace incatenato,
nell’erba donde non si può fuggire,
alla sconfitta senza più domani.
(Arthur
Rimbaud)
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