Il poeta del giorno: Omar Khayyam

Ghiyath al-Din Abu'l-Fath Umar ibn Ibrahim Al-Nisaburi al-Khayyami, ovvero Omar Khayyam (letteralmente Khayyam significa "costruttore di tende" e tale sembra che sia stata la professione di suo padre) è una delle figure più illustri del mondo arabo. Sommo poeta e matematico eccelso, è noto però più per le sue poesie che per i suoi grandi meriti scientifici. C'è anche un film popolare, di cassetta, del 1957, Le avventure e gli amori di Omar Khayyam, che ne ha diffuso un'immagine di simpatico libertino, pronto a mille avventure. "Che male c'è?" sarebbe una sua affermazione, sicuramente falsa "a rubare per una notte una delle quaranta mogli del califfo? Ne ha talmente tante, che non può neanche accorgersene".
Cornel Wilde e Debra Paget, interpreti del film Le avventure e gli amori di Omar Khayyam di William Mieterle.

Un altro film più recente è The Keeper: The Legend of Omar Khayyam, interpretato da Vanessa Redgrave e Bruno Lastra. È stato prodotto e diretto, dopo sette anni di lavoro, nel 2005, dal regista iraniano Kayvan Mashayekh, avvocato del Texas. Mashayekh per riuscire a realizzare il suo film, in mancanza di produttori, è stato costretto ad abbandonare il suo lavoro e a vendere il suo appartamento in Huston. "Uno dei miei obiettivi nel fare questo film" ha dichiarato Mashayekh "è stato quello di far vedere come lo spirito di tolleranza e l'umanità di Khayyam siano per noi chiare lezioni da seguire. Nel mio film c'è un giovane ragazzo iraniano che scopre di essere un discendente del leggendario poeta persiano e che tenta di conoscere meglio la sua vita e i suoi tempi perché la sua leggenda continui a vivere anche oggi".


Voglio un carico di vino (dal Rubaiyyat) 

Voglio un carico di vino di rubino, e un libro di versi. 
Mi occorre appena lo stretto necessario, 
e un pezzo di pane. 
Poi io e te seduti in un luogo deserto ... 
Questa e' una vita superiore al potere d'ogni sultano. 
Non t'affliggere cosi' vanamente, 
vivi contento, 
e nell'ingiusta via della tua sorte, 
vivi con giustizia. 
Giacche' in conclusione 
questo mondo e' il nulla, 
pensa di essere il nulla, 
e libero vivi. 
Per quanto d'ogni lato io volga lo sguardo, 
scorre nel giardino un rivo di paradiso. 
La piana e' divenuta un paradiso, 
non parlare d'inferno! 
Siedi qui in paradiso, 
assieme a un volto di paradiso.




Amore! se potessimo, tu e io, con lui cospirare
per afferrare tutt'intero quest'infelice schema delle cose
non vorremmo forse frantumarlo - e poi
formarlo di nuovo, più simile al desiderio del cuore?

Un pane per due giorni

Un pane per due giorni - se puoi procurartelo,
un po' di acqua fresca al fondo di una brocca.
Perché, dunque, sottomettersi ad altri?
Perché servire il proprio simile?