In gioventù viene influenzato da Rilke - per breve tempo e negativamente - poi soprattutto da Brecht e più tardi da Karl Kraus.
Negli anni 1928-1929 insieme a Isherwood trascorre un anno a Berlino, al tempo sotto la Repubblica di Weimar
L'esordio letterario negli anni '30 vede Auden come uno scrittore impegnato, di sinistra, ironico e sarcastico demistificatore della cultura borghese.
Tra il 1936 e il 1945 è testimone di un cruciale passaggio d'epoca: vive infatti fra la guerra civile spagnola e la Seconda guerra mondiale, metabolizzando tutti i mutamenti delle situazioni storiche e letterarie del periodo. Queste esperienze fanno di Auden un maestro in bilico fra le due metà del secolo e anche per questo motivo, la sua produzione letteraria è oggi oggetto di nuove scoperte e rinnovate interpretazioni.
Nel 1936 sposa Erika Mann, figlia di Thomas Mann, con lo scopo di farle ottenere il passaporto inglese permettendole così di uscire dai confini della Germania nazista; la coppia non vivrà mai assieme. L'anno seguente Auden partecipa alla guerra civile spagnola come autista dei soccorsi medici.
Si trasferisce nel 1939 con Christopher Isherwood negli Stati Uniti: il loro gesto viene interpretato come una diserzione morale dall'Inghilterra (e dall'Europa) minacciata da Hitler e suscita reazioni polemiche.
Ottiene la cittadinanza americana nel 1946; la sua notorietà di scrittore intanto si diffonde e diverrà sempre più ammirato nell'ambiente newyorkese. Eserciterà inoltre una notevole influenza sui poeti più giovani, tra cui John Ashbery.
Negli anni passati in Inghilterra Auden aveva conosciuto Edward M. Forster, di cui era diventato stretto amico, e T.S. Eliot, che pubblicò un suo lavoro per la prima volta sulla sua rivista «Criterion». Negli anni passati negli USA conosce vari intellettuali e scrittori tedeschi come Klaus Mann, Erich Heller e Hannah Arendt.
Per la cultura di Auden, fondamentale importanza avranno la filosofia e la critica sociale (Marx e Freud all'inizio, poiKierkegaard e Simone Weil), così come il teatro (Shakespeare, Ibsen) e il teatro musicale (Mozart, Verdi).
Con il suo compagno Chester Kallman scrive alcuni libretti d'opera, tra cui quello per "La carriera di un libertino" di IgorStravinskij, che va in scena nel 1951 al teatro La Fenice di Venezia.
Tra i libri di poesia più importanti e noti vi sono "Un altro tempo" (1940), "L'età dell'ansia" (1947) e la breve raccolta pubblicata postuma "Grazie, nebbia" (1974). Molto rilevante è la sua attività di saggista, documentata soprattutto nel volume "La mano del tintore" (1962).
Durante gli anni '50 trascorre sei mesi a New York e sei mesi in Italia, a Ischia. In seguito sostituisce la sua meta italiana con Kirchstetten, piccolo villaggio austriaco vicino Vienna. Nel 1967 viene insignito negli Stati Uniti della "National Medal for Literature".
Wystan Hugh Auden muore a Vienna il 29 settembre 1973.
Una delle sue poesie più famose è "Funeral blues", citata nei film "L'attimo fuggente" (1989) di Peter Weir e "Quattro matrimoni e un funerale" (1994) di Mike Newell.
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Calypso
Più svelto, macchinista, e fammi in fretta
la Springfield Line sotto il sole splendente.
Via come un razzo, non fermarti mai
finchè non freni in Grand Central, New York.
Perché ad aspettarmi c'è laggiù,
in mezzo a quel salone, colui che fra tutti amo di più.
Se non è lì quando arrivo in città
starò sul marciapiede e piangerò.
Perché è lui che voglio rimirare,
l'acme di perfezione e di bontà.
Se mi serra la mano e mi dice "ti amo",
ed è per me un fenomeno sublime.
I boschi sono tutti verdi e lustri ai lati del binario
; anche gli alberi hanno i loro amori, pur diversi dal mio.
Ma il povero banchiere vecchio e obeso, in carrozza di lusso,
non ha nessuno che lo ami eccetto il suo avana.
Se fossi io il Capo dela Chiesa o dello Stato,
m'inciprierei il naso e ordinerei a tutti di aspettare.
Perché l'amore conta ed è potente
ben più di un prete o di un politicante.
Oh, cos'è questo rumore
Oh, cos'è quel rumore lancinante
giù nella valle, un rullare, un rullare?
Nient'altro che i soldati in marcia, caro,
i soldati scarlatti.
Oh, cos'è quella luce che mi abbaglia
in lontananza come un lampo, un lampo?
Non è che il sole sulle armi, caro,
mentre avanzano svelti.
Oh, che fanno con tutti quegli arnesi,
cosa faranno stamane, stamane?
Solo manovre, come sempre, caro,
o forse è un segnale.
Oh, perché sono usciti in strada
e voltano il capo, in fila, in fila?
Sarà arrivato un contrordine, caro.
Ma perché ti inginocchi?
Oh, non si sono fermati dal dottore
né frenano i cavalli, i cavalli?
Bé, di feriti non ne hanno, caro,
nessuno in quei reparti.
Oh, è il parroco che cercano, quel vecchio
tutto bianco, sarà lui, sarà lui?
No, vanno oltre, oltre il cancello, caro,
senza fargli visita.
Oh, toccherà al fattore qui accanto,
a lui che è così furbo, così furbo?
La fattoria l'hanno passata, caro,
e già stanno correndo.
Oh, dove vai? Rimani qui con me!
Le tue promesse erano inganni, inganni?
No, ho giurato di amarti, caro,
ma ora devo andare.
Oh, è rotto il chiavistello, è a pezzi l'uscio,
oh, la via che hanno scelto è questa, è questa;
hanno così pesanti gli stivali
e hanno occhi di fuoco.
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