Paul Marie Verlaine nasce a Metz nella regione della Lorena francese, il giorno 30 marzo 1844, in una famiglia appartenente al ceto piccolo borghese, in cui il capofamiglia, il padre, è capitano dell'esercito francese. La madre aveva avuto precedenti aborti e conserva a lungo, sopra il camino di casa, i vasi con i feti.
All'età di sei anni, il piccolo Paul Verlaine si trasferisce con la famiglia a Parigi dove inizia a frequentare il collegio Institution Landry; i voti a scuola non appaiono eccellenti ma già in questi anni comincia ad appassionarsi alla letteratura. Dopo aver conseguito il baccalaureato in lettere, nel 1862 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza; presto tuttavia abbandona l'ambiente accademico, per cercare un impiego, che trova presso il comune.
Intanto frequenta i caffè e i salotti letterari di Parigi; nel 1866 collabora al primo "Parnasse contemporain" e pubblica i "Poèmes saturniens", opera in cui è possibile apprezzare l'influenza di Charles Baudelaire. Nel 1870 si unisce in matrimonio con Mathilde Mauté, per la quale pubblica "La Bonne Chanson". Nel 1871, anno in cui nasce il figlio Georges Verlaine, Paul partecipa alla breve esperienza insurrezionale della Comune di Parigi, perdendo di conseguenza il suo impiego pubblico.
In questi anni è legato al gruppo che si è costituito attorno al giovane poeta Louis-Xavier de Ricard, incontrato nel 1863, e che allora animava la "Revue du Progrès moral, littéraire, scientifique et artistique", rivista letteraria, filosofica e politica in cui Verlaine pubblica la sua prima poesia proprio nel mese di agosto del 1863.
Tra le sue frequentazioni culturali ci sono Edmond Lepelletier, José-Maria de Heredia, Catulle Mendès, Villiers de l'Isle-Adam, François Coppée e Anatole France.
Il violinista e poeta dilettante Ernest Boutier, mette in contatto Verlaine con Alphonse Lemerre, piccolo libraio specializzato nelle opere religiose, il quale accetta di pubblicare - a spese degli autori - le opere del gruppo dei giovani poeti: questa collezione esce nel 1865 firmata da Louis-Xavier de Ricard e porta il titolo di "Ciel, Rue et Foyer".
Il gruppo lancia lo stesso anno una nuova rivista di taglio letterario dal titolo "L'Art". Sulle pagine di questa pubblicazione settimanale vengono difese le teorie artistiche diametralmente opposte a quelle promosse dalla "Revue de Progrès". Paul Verlaine in questa rivista pubblica due poesie, ma soprattutto un importante studio su Charles Baudelaire.
Dopo la scomparsa de "L'Art", Catulle Mendès spinge per lanciare - è il mese di marzo del 1866 - una nouvelle revue: "Le Parnasse contemporain". I poeti che scrivono per questa rivista condividono lo stesso rifiuto per la poesia sentimentale del periodo romantico.
Nella vita di Verlaine compare il diciassettenne Arthur Rimbaud, da lui chiamato dopo che il giovane ragazzo gli aveva inviato qualche lirica. Rimbaud E Verlaine iniziano una relazione molto intima che li porta a vagabondare. Verlaine decide così di lasciare la moglie e il figlio Georges, per seguire Rimbaud in Inghilterra e in Belgio. Durante questi viaggi Verlaine scrive "Romances sans paroles".
La tumultuosa relazione termina dolorosamente nel 1873, quando i due si trovano a Londra. Verlaine all'improvviso abbandona Rimbaud perché vuole tornare dalla moglie: Verlaine qualora lei non lo riaccettasse in casa, è deciso a spararsi. Trasloca dapprima in un albergo a Bruxelles, dove Rimbaud lo raggiunge. Nel momento in cui Rimbaud lo vuole lasciare, Verlaine, in quel momento ubriaco, esplode due colpi di pistola ferendolo ad una mano solo leggermente. Per quest'azione Verlaine viene rinchiuso in carcere a Mons. Rimbaud raggiunge invece la fattoria di famiglia a Roche, nelle Ardenne, luogo in cui scrive "Una stagione all'inferno".
Verlaine sconta due anni di prigione tra Mons e Bruxelles. E' ancora in galera quando lo raggiunge la notizia che la moglie ha chiesto e ottenuto la separazione. Verlaine trova conforto convertendosi al cattolicesimo: questo momento della sua vita trova realizzazione nella raccolta di poesia "Sagesse" (Saggezza).
Torna successivamente in Inghilterra per ricominciare una nuova vita; si trasferisce infine a Rethel, nelle Ardenne francesi, dove lavora come professore.
Intanto si lega sentimentalmente a Lucien Létinois, un giovane contadino con cui inizia un'altra relazione, tanto appassionata che decide di adottarlo come figlio. Durante il servizio militare, nel 1883, Lucien muore e il poeta si trova ad affrontare un nuovo grande momento di sconforto: piange la sue morte nella raccolta di poesia "Amour" (pubblicata nel 1888).
Nel 1884 pubblica un saggio su tre "poeti maledetti": Stéphane Mallarmé, Tristan Corbière, Arthur Rimbaud.
Nel 1885 divorzia dalla moglie: sempre di più schiavo dell'alcol tenta di strangolare la madre. Viene arrestato e condotto nuovamente in carcere. Mentre la fama comincia a crescere, nel 1887 cade in miseria. Le produzioni letterarie dei suoi ultimi anni hanno il solo scopo di procurargli lo stretto necessario per sopravvivere. In questo contesto nascono le sue poesie fortemente erotiche di "Hombres" (a tematiche omosessuali) e "Femmes" (a tematiche eterosessuali).
Nel 1894 viene incoronato "principe dei poeti" e gli viene elargita una pensione. Paul Verlaine muore a Parigi il giorno 8 gennaio 1896, a soli 52 anni, consumato dall'alcol e dal dolore.
All'indomani del suo funerale diversi quotidiani riportano un fatto curioso: la notte seguente delle esequie, la statua della Poesia, in cima all'Opéra, perde un braccio che, con la lira che sosteneva, va a schiantarsi nel luogo dove il carro funebre di Verlaine era da poco passato.
Inezie
Degnate sopportare che alle vostre ginocchia, Signora,
il mio povero cuore dichiari la sua fiamma.
Vi adoro quanto Dio, anzi di più,
e niente mai spegnerà questo bel fuoco.Il vostro sguardo, profondo e pieno d'ombra,
mi fa felice se splende, e se no, triste.
Quando passate, bacio la terra,
e voi tenete il mio cuore nella vostra mano.
Sola, nel suo nido, piange la tortorella.
Stanco, io sono solo e come lei piango.
L'alba al mattino resuscita i fiori,
e vedervi placa ogni dolore.
Se scomparite, più non crescono i fiori
e, voi lontana, domina la tristezza.
Se apparite, la verzura e i fiori
nei prati, nei boschi, dispiegano i loro colori.
Se voi voleste, Signora e mia diletta,
se tu volessi, sotto le verdi fronde,
andarcene a braccetto,
Dio! che baci! e che discorsi folli!
E invece no! Sempre fate l'arcigna,
e intanto io brucio e m'inaridisco,
e il desiderio m'incalza e mi morde,
perché io vi amo, Signora Morte!
Una sera d'ottobre
L'autunno e il sole al tramonto! Sono felice!
Sangue sopra marciume!
L'incendio allo zenith! La morte nella natura!
L'acqua stagnante, l'uomo febbrile!
Oh! è questa la tua ora e la tua stagione, poeta
dal cuore vuoto d'illusioni,
rosicchiato dai denti di topo delle passioni,
che bello specchio, e che festa!
Altri, pedanti, sciocchi o pazzi,
ammirino la primavera e l'alba,
le due verginelle, più rosee delle loro vesti;
io amo te, aspro autunno, ti preferisco a tutti
i visini innocenti, angelici,
cortigiana crudele dalle pupille strane.
Nessun commento:
Posta un commento