SENTINEL N°3
SOMMARIO:
3…Flying Soucers
5…LIVE!
6…Intervista Strana Officina
7…Intervista Steel Crown
9…Italian Sentinels (Astaroth,
Alverman,
(Halloween, Tir, Gow, Mausen, S.R.B,
Thunder)
12…Annunci
13…Intervista 220 Volt
14…Destruction, Desolation
Angels,
Martyr
15…Cloven Hoof
16…Fact, Omega, Living Death
17…Ironhorse, Keen Hue
18…Crystal Pride, Artillery
19…Steeler, Heavy Load
20…Intervista Elektradrive
22…News
23…Sentinel Metal poll ’84
REDAZIONALE
Hail
kids! Con un po’ di ritardo, eccoci di nuovo a voi con la terza puntata di
Sentinel, che, grazie a voi, si evolve sempre di più. Parecchie cosette in
questo numero, a cominciare dalle interviste per finire alle recensioni di
gruppi esteri, passando per i gruppi dell’Italian Massacre, denominati “Italian
Sentinels”. Nuovi collaboratori sia esteri che italiani, nuovi membri in
redazione: tutto ciò rende Sentinel sempre più completa ed interessante. Ci
preme ringraziare Antonio Ferro e il negozio Revolver di Roma per quanto hanno
fatto, fanno e, speriamo, faranno per la nostra fanzine. Per i prossimi numeri
ne vedremo delle belle… chi vivrà vedrà. Infine, vorremmo ringraziare i
Powergame di Agrigento e gli Unreal Terror per la fiducia che ci danno che,
speriamo, possiamo ricambiare nel migliore dei modi: KEEP ON THE FAITH, KIDS!
Ciao a tutti e buona lettura!
LA REDAZIONE
Roberto
D., Fausto C., Marco N., Luca N., Alex R., Bruno F., Alex V., Silvano S.. Mauro
C.
I COLLABORATORI:
Giulio
Biocca (Perugia); Max Bettinazzi (Verona); Gianni della Cioppa (Verona); Nick
D’Amelio (Bari); M.Teresa de Felice (Milano); Arjen Heijmans (Olanda); Larry
Vanderostjne (Belgio); Lena Graaf (Svezia); Henrick Pedersen (Danimarca); Rob
Oldersma (Olanda); Stuart G.Provost (Inghilterra); Charles Norton (USA); John
Howarth (Australia); Rüdiger Schmitz (Germania O.); Ralph Graupner (Germania
O.); Alexandre S.Neto (Brasile); Bonnie Jack (Canada); Keiko Tokita (Giappone);
André Methorst (Olanda); Roger Grandin (Svezia); Frode Øien (Norvegia); Scott
Heller (USA).
SENTINEL WOULD LIKE
TO THANKS:
Steel Crown, Strana Officina,
Alverman, Airspeed, Unreal Terror, Exile, Elektradrive, Angel Killers,
Whitefire, Powergame, Bright Light, Astaroth, Odds, Crossbones, Alberto Rossi
(Welcome to hell), Craig Bobby (Iron Planet), Metal press, Roland Dhäne
(Blitzkrieg), Stephen Scheler (Rocks Off), Forearm Smash, Alex Massara
(Metallo), Michael Eriksson (220 Volt), Northern Metal, Gene Khoury
(Powerthrash), Raging Death, Bert Banger (Headbanger), Headbangers/Houndog,
Metal Mirror, Metl Viking, Metal Warriors, Metal Madness, Heavy Metal Demons,
Metal KO, Mayhem, HM Onslaught, Elemental Forces (Cloven Hoof), G.Jarvis
(Desolation Angels), Omega, Frank Stöver (Destruction), Alan Thoubeville
(Earthshaker Rec.), Heinz Kreusel (Ironhorse), John Kluge (Artillery), Mill
rec. (Crystal Pride), Martyr, Luigi Ficarra, Diego Petrussi (Foto Dark),
Sebastiano Rizza (Radio Messina Quartiere), The Star Report, Radio Alice, Felic
Lethmate, American Rock Promotion, pizzeria “Il Giardinetto”, pub “La cantina”…
and all the heavy metal kids in the world: see you in hell!!!!!!!!!!!!!!!!!!
COVER
BY Roberto P.
IMPAGINAZIONE
BY Roberto “Aragorn” D.
IL RESTO BY “The Great Redation”
FLYING
SOUCERS
ACCEPT “Metal heart”-Il nostro cuore metallico continua a battere anche
grazie a loro. Si presenta ottimo il 6° lp dei teutonici Accept, dove la solita
voce di Udo, fa da attrazione principale. Tornano a colpirci con la grazia di
un carrarmato. Ormai non li possiamo definire più un gruppo di serie B.
Ascoltate il disco, e se riuscirete a tamponare il flusso sanguigno che esce
dalle vostre orecchie, allora saprete giudicare.
RAVEN “Live at the inferno” – Finalmente I cancelli dell’inferno si sono
spalancati a noi: il double-live dei Raven è arrivato sulla terra a diffondere
il suo caotico messaggio. Registrato durante il tour americano, contiene tutti
i classici del gruppo. È un live potente ed adrenalinico, capace di fornire
shokkanti emozioni.
MALTESE FALCON “Metal rush” – Esordio per i danese Maltese Falcon, un gruppo che
cerca, ma ci riesce solo in parte, di continuare i fasti dalla band del Re
Diamante.non è dark, ma heavy corposo e selvaggio, che a tratti, però, stanca.
Una band come tante col fatto di evere, per lo meno, un nome originale.
SODOM “In the sign of evil” – E mò che scrivo su ‘sta recensione? Dubbio
amletico: lo butto o non lo butto nel bidone della spazzatura? Poi ciripenso:
l’ho pagato una cifra, quindi è meglio tenerlo, magari riesco a capirci
qualcosa in mezzo a questa accozzaglia di suoni che proviene dal vinile.
Hardocre? Preferisco Metallica. Thrash metal? Meglio gli Slayer. Ma allora… che
cazzo di genere è? Io non l’ho mica capito!!!
CRYING STEEL “Crying Steel”/DANGER ZONE
“Victim of time” – Ormai il metallo
italiano è maturo per il grande balzo. Quando ci troviamo di fronte ad opere
come quelli di questi due gruppi bolognesi, non possiamo che rincuorarci. Noi
di quel maledetto popolo degli spaghetti e di Sanremo. Ora sul piatto della
bialncia possiamo mettere anche validissime bands dure e veloci. Non vi diciamo
quali sono i brani migliori dei due mini albums: bisogna comprarli e basta!!!
220 VOLT “Mind over muscle” – Dopo gli ottimi primi due albums, la band svedese
ritorna sul sentiero di guerra col nuovo “MOM”. Questo nuovo lp conferma le
loro qualità, ma con un pizzico di commercialità, dovuta, forse, al fatto che,
arrivati alla scadenza del contratto con la CBS, cercano di imporlo al grande
pubblico. Però ciò non significa che sia brutto, anzi, è piuttosto piacevole e
divertente, soltanto che…
AXE WITCH “Visions of the past” – Giungono alla seconda prova gli svedesi Axe Witch.
Questo “VOTP” segue la falsariga del precedente “The lord of flies”: heavy
svedese con piccoli cenni priestiani che ci stanno sempre bene. Se vi devo dire
la verità. È tra i migliori dischi usciti nell’85.
BUZZARD “Gambler” – Questi Buzzard vengono dal Belgio e non mi dicono
niente che già non sapevo da molti anni! Metallo puro, semplice, con brani
tirati ed altri più ritmati, tanto per riprendere fiato. Non sono da buttar
via, c’è molto di peggio in giro… ma c’è anche di meglio!
DEEP DIVER “Deep Diver” – Mini-lp di 4 pezzi per gli svedesi Deep Diver. Già
alla primissima nota, vi verrà in mente un gruppo: Kiss, ma i Kiss degli ultimi
anni. Ritmo indiavolato, quello che ti fa muovere il piedino. Per gli amanti
del genere.
GRAVE DIGGER “Witch hunter” – Seconda prova per i tedeschi GD e seconda
dimostrazione di buona classe affiancata ad una buona dose di velocità e di
potenza sonora. È il degno successore di “HM breakdown”. Ciò ha portato la band
ad essere tra le migliori speranze dell’heavy europeo. Occhio al prossimo
numero di Sentinel.
TORCH “Electrikiss” – Anche i Torch non si discostano dal loro lavoro
d’esordio (vedi Terni City Rockers n.3). Ritmo spesso indiavolato, buona
fusione delle tue chitarre e vocalist che è un incrocio tra John Deverill e
David L.Roth. Non saranno i migliori del mondo, ma fanno onestamente la loro
parte.
REVENGE “Hot zone” – L’eruzione del metallo italiano continua. Il
debutto su vinile di questa band pesarese è ottimo. Dotati di buone armi
affilate, i Revenge ci torturano senza pietà fino all’ultimo solco di questo
mini-album. Dopo l’ottimo demo non potevano tradirci.
SYRON VANES “Bringer of evil” – Sempre dalla fertilissima terra scandinava, ci
giunge questo ottimo ensamble, di cui ci siamo occupati sul numero scorso. Al
contrario delle altre bands svedesi, SV prende ispirazione da certo metallo
americano (leggi Mötley Crüe). Peccato per la registrazione sempre scarsa della
Eboby.
ROLLERBALL “Don’t push the button” – Un discorso a parte, invece, lo dobbiamo fare per I
fiorentini Rollerball. Dopo un ottimo ep d’esordio, esce un doppio ep (totale 6
pezzi), che ci ha deluso un po’. La freschezza e l’originalità del primo
lavoro, hanno dato spazio a cose più fiacche, più orecchiabili. Forse tentano
di avvicinarsi al grande pubblico. Non è una cosa negativa, però…
Q5
“Steal the light” – “What’s that?”, si chiede Kerrang! E noi rispondiamo che è il nome di una band di Seattle
(USA) molto interessante. Niente speed o dark, ma pezzi ben congeniati, ariosi,
con saggi tocchi di tastiere. Per gli amanti dell’heavy di classe.
TRIUMPH “Thunder seven” – A distanza di due anni dal precedente lavoro, esce
finalmente il nuovo album dei canadesi Triumph. Bisogna subito dire che se
“Never surrender” era molto probabilmente il loro album migliore, “Thunder
seven” è di gran lunga superiore. In questo disco troviamo il trio al meglio
delle loro possibilità. Dimostrano di aver appreso in pieno quanto di buono
(tutto), hanno fatto i Rush, proponendoci un disco favoloso.
LOUDNESS “Thunder in the east” – Secondo album cantato in inglese per I giapponesi
Loudness, vera forza emergente del Metalrama mondiale. È sicuramente il loro
ellepì migliore; si avvale della produzione di Max Norman (già con Ozzy), che
li ha aiutati a personalizzare il proprio sound che molto doveva alle migliori
bands europee. Tutti e dieci i brani possiedono un fascino particolare che ti
avvolge dall’inizio alla fine. Beh, state ancora a leggere questa recensione? Di
corsa dal vostro fornitore!!!
VENGEANCE “Vengeance” – I gruppi olandesi sono quelli che più ricalcano gli
schemi della NWOBHM. È il caso anche di questi Vengeance, messi sotto contratto
addirittura dalla CBS. Tra i migliori gruppi del paese dei mulini a vento, ci
ricordano i mitici Tygers of Pan Tang.
ARTISTI VARI “Metallo Italia” – Con quasi 3 anni di rirado, esce la compilation
“Metallo Italia” curata da Al Festa. Se devo dire la verità, era meglio che non
usciva. Non voglio togliere niente ai gruppi presenti, molti dei queli sono tra
i migliori d’Italia, ma la troppa cura con cui è stato fatto il disco, toglie
molto all’immediatezza dei singoli brani. Esempio: “The light” dei nostrani
Synthesis è completamente stravolta rispetto a come la conoscevamo noi
metallari ternani. Rimane comunque un disco di metallo italiano, e solo per
questo va acquistato, anche se non era proprio il caso di raffigurare in
copertina un mostro che decapita Eddie… non siamo ancora all’altezza dei mostri
sacri!
SAVAGE GRACE “Master of disguise” – L’anno scorso uscì un mini-lp dal titolo “The
dominatress” e sicuramente in pochi se ne sono accorti. Ora, invece, le cose
sono cambiate. Il nuovo vocalist Mike Smith è nettamente migliore di John Kirk,
e anche le sonorità sono diverse. La base è quasi hardcore, ma la bella voce di
Mike, rende il tutto molto epico. Possono sembrare i Maiden per certi cambi di
tempo. Fate bene ad acquistarlo, anche se il prezzo supera le 20000 lire!!!
HOCCULTA “Warning games” – Fra le heavy metal bands italiane che sono riuscite
ad approdare all’esordio discografico, c’è quella degli Hocculta. In questo
album il quintetto milanese ci propone otto brani di metallo aggressivo, che
sconvolge le nostre menti turbate dall’inizio alla fine. Da notare la somiglianza
del vocalist Massimo Lodini (di voce, sia ben inteso) con Klaus Meine.
MADAME
X “We reserve the right” – Oh! Ecco un
gran bel disco! HM-r’n’r in tutte le salse. Sprazzi leppardiani nei cori,
Girlschool per i pezzi più ritmati, Wrathchild per i pezzi più marcatamente
rock’n’roll. È il classico disco che ti fa alzare dalla poltrona e ti fa
saltare fino a che l’inquilino di sotto non viene su e ti spacca il culo! Però,
che faccia da t***e le due sorelline Petrucci!!!
SAMAIN “Vibrations of doom” – Anche se la musica non è adeguata ai testi, i
Samain sono una buona hm band, anche se, sinceramente, c’è di meglio oggi in
Germania: Grave Digger, Helloween, Cacumen. Senza infamia e senza lode. A
presto un’intervista.
THRUST “Fist held high” – Nuovo nome della NWOAHM a metà strada tra il thrash
e il classic-metal. La title track ha rubato il ritornello a “Eat me alive” dei
Judas, ma nel complesso la band è abbastanza originale, e dimostra per
l’ennesima volta, la superiorità attuale delle U.S. bands su quelle
anglosassoni (perché, qualcuno di voi pensa ancora il contrario?).
WITCHFYNDE “Lord of sin” – Esordirono agli albori degli anni ottanta con un
grande album dark come “Give ‘em hell”. Dopo un paio d’anni fu la volta di
“Stage fright” che non bissò il successo del primo lavoro. Nell’83 fu la volta
di “Cloack & dagger”, migliore del precedente, ma che non raggiunge i fasti
dell’opera prima. Dopo un anno e mezzo ritornano con questo “LOS”, album molto
bello, ma che non ha più le riminescenze dark degli esordi. Nonostante ciò, è
un gran disco!
KEEL “The right to rock” – Inutile star qui a ricordsare l’importanza di un
gruppo a nome Steeler, dove nelle proprie file ha militato Yngwie “Speed”
Malmsteen, ma una piccola citazione era obbligatoria, perchè il favoloso
vocalist Ron Keel, ha formato una band propria. Il debutto “Lay down the law”,
non si discostava minimamente dalle tematiche della navicella madre. A pochi
mesi di distanza, esce questo “TRTR”. Anche qui non vi sono novità, ma Keel è
un five-pieces d’eccezione, intenso come pochi, e portatore del tipico sound
americano che nei 70’s ha fatto la fortuna di gente come Aerosmith o Nugent.
Rock rude e graffiante, con ritornelli d’assalto, riffs portentosi, ed una
ritmica valanga. (Metal John)
FRITES MODERN “Live demo 84” – Non ho nessun privilegio ma sono sicuro che c’è un
solo chitarrista. Si può chiamare “speed metal” con un suono pesante. I testi
sono in olandese e parlano di guerra. Il sound si rifà agli Znöwhite ma con più
assoli. Ti piacciono o no! (Ron Oldersma)
HAMMERHAWK “Breaks loose” 12 inch. – Quartetto di Banerwiyk da almeno 2 anni sulla
breccia. Dopo un demo e parecchi cambiamenti di organico, si autofinanziano un
ep. Ciò che colpisce è che è un buon lavoro per essere autoprodotto. Il
vocalist Thys si rifà a Lemmy, ma il sound è vicino ai Maiden, anche se, nel
repertorio della band, figurano pezzi molto motorheadiani. (Rob Oldersma)
SANDWITCH “Demo 84” – Gruppo olandese di Nordwolde. Il demo è di buona
qualità, solo che la musica non piacerà a tutti, ma a coloro che amano
l’originalità e uno spettacolo movimentato. Una via di mezzo tra Vandenberg e
Mercyful Fate, come ha detto il chitarrista André Meyer. Le songs sono belle ma
non molto potenti. Buono il lavoro delle chitarre. La grande lacuna è l’intensità
del lavoro della batteria, che dovrebbe essere più sfruttato. (Rob Oldersma)
220 VOLT “Heavy christmas” – 45 giri natalizio per i 220 Volt. Sul lato A
troviamo “Heavy christmas”, un pezzo che ha la base simile a “Mistreated eyes”,
ma con un ritornello godibilissimo ed orecchiabile. Sul lato B, un altro
inedito, “City lights”, un lento più sulla tradizione heavy svedese.
MAINEEAXE “Gimme your love” – Mix anche per l’altro gruppo di punta della
Powerstation. A differenza della Lama di Tokyo, i Maineeaxe giocano di più su
un heavy rock’n’roll che ci ricorda un po’ i “fottuti” Twisted Sister. “GYL” è
un bel pezzo, ma anche i due del lato B lo sono.
MADAM X “High in high school” 45 inch. – La canzone inizia con un coro melodico ed
orecchiabile che continua per tutto il disco. Comunque è un buon hm con potenti
assoli inframezzati nella musica. Sul lato B, c’è “Heavy metal in my veins” e
sono sicuro di conoscere questo sentimento. Più duro il lato B, anche se, a
modo suo, è abbastanza commerciale.
TOKYO BLADE “Madame Guillotine” 12 inch. –
Mi sono veramente rotto I coglioni ri recensire sempre un lavoro dei Tokyo
Blade. Almeno il disco fosse brutto, riuscirei a scrivere qualcosa di diverso.
Invece il mix è ottimo, quindi ciao al prossimo numero: recensirò ancora
qualcosa di questo ottimo gruppo!
VENOM “Manitou” 12 inch. – Aspettando il nuovo lp, ecco un nuovo ep del trio di
Tyne & Wear. “Manitou” è un pezzo che segue la struttura paranoica del
precedente “Wareah”. I due inediti del retro, sono classici black-metal. Per
chi ha tutto dei Venom, anche i peli del culo di Cronos!!!
Live
POWERAGE RYAN SKULL
2/2/85:
il nuovo anno si apre con un concerto al Mongiovino, dove si esibiscono gli
aquilani POWERAGE, i romani RYAN e i sardi SKULL. Arriviamo molto presto al
teatro: è ancora mattina, e cogliamo l’occasione per conoscere i gruppi, tra
uno strillo, una bestemmia e un’ampia dimostrazione di “sapienza teatrale”
della focosa padrona del locale. Verso le 21 inizia il concerto: il pubblico è
accorso abbastanza numeroso (circa 200/250
persone). Aprono le ostilità i POWERAGE de L’Aquila. Dopo l’ascolto del
loro demo “Doomed to power”, eravamo curiosi di vedere questo gruppo dal vivo;
soprattutto eravamo rimasti colpiti dalla loro tecnica elevatissima; e poi il
nostro amico Alberto Rossi continuava a dirci che il gruppo è veramente tosto
dal vivo. E dobbiamo dire che non aveva tutti i torti. Oltre alla bravura,il
quartetto è dotato di una potenza sonora veramente ottima. Grande impressione
ci ha fatto il bassista Silvio Japadre; ma è nell’insieme, nel collettivo, per
usare una parola di moda, che i Powerage eccellono: l’ottima fusione dei due
chitarristi Gianni Ferrari e Roberto Fontana (quest’ultimo pur essendo entrato da
poco nel gruppo si è insierito molto bene nell’organico), la precisione
cronometrica dei due fratelli Japadre, Silvio al basso e Fabio alla batteria e
voce solista. È questo, insieme ad un look non molto adeguato, l’unico neo del
gruppo. Non che Fabio non abbia una bella voce, ma, costretto a stare dietro ai
tamburi, non può sfogare l’istinto che s’impossessa di ogni heavy metal singer.
Venendo da una città di provincia, l’impatto col pubblico romano poteva essere
traumatico. In effetti all’inizio c’era un po’ di emozione da parte dei 4, ma
pian piano, canzone dopo canzone, se ne è andata, lasciando il posto alla
consapevolezza di dar tutto per ricevere tutto dagli headbangers romani che,
si sa, non sono molto parziali con le
bands che non sono della capitale. Possiamo dire quindi, infine, che Powerage
ha destato ottima impressione sia a noi che ai metallari romani, e che, con un
pizzico di rabbia in più e un look più accurato, possono dire la loro
nell’ambito del metalrama italiano. Dopo i Powerage, hanno suonato i romani
RYAN e qui, purtroppo, dobbiamo far scendere un velo pietoso sul tutto. Dire
che il quartetto ci ha deluso è dir poco. Soprattutto nella prima parte del
concerto, c’è stata una accozzaglia di suoni, un accavallarsi di rtmi tirati e
non senza capo né coda. Il chitarrista non può fare il solista e il ritmico
allo stesso tempo: non ne ha le capacità; il cantante, pur avendo una buona
voce, ha urlato in continuazione “yeah!”, “yeah!”, “ooooh!”, non riuscendo a
trasmettere il feeling giusto al pubblico. Per non parlare della sezione
ritmica… e ci fermiamo qui, se non dobbiamousare paroloni grossi, e non abbiamo
ne la voglia né vogliamo stroncare un gruppo la prima volta che lo sentiamo.
Passiamo quindi a parlarvi del concerto degli SKULL. Sinceramente, e non ce ne
vogliano gli amici aquilani, siamo
andati a Roma solo per vedere in azione queto ottimo gruppo di Ozieri in
provincia di Sassari, anche se i Powerage sono stati una piacevolissima
sorpresa. Non stiamo qui a parlarvi delle difficoltà con cui gli Skull sono
stati costretti ad esibirsi; non stiamo qui a parlarvi di come la maggior parte
del pubblico romano li abbia boicottati. Vorremmo parlarvi invece del concerto
vero e proprio e dell’ottima amicizia che abbiamo instaurato col gruppo e in special
modo col manager Giovanni Manno (“Good luck, John!”). Il fatto di aver passato
buona parte della giornata in loro compagnia, ha fatto si che si instaurasse un
ottimo rapporto e vi possiamo dire che, oltre ad essere degli ottimi musicisti,
sono anche degli ottimi amici per chiunque. Il loro sound è molto vario: si va
dalle cavalcate in perfetto stile Maiden, a pezzi prettamente hardcore, e
questo non può essere che un punto a loro favore. La tecnica insieme alla
velocità può essere qualcosa di nuovo; se possiamo dar un giudizio, un
consiglio, al gruppo, è quello di continuare su questa strada, e di
soprassedere a certe deficenze organizzative e di mentalità grette dimostrate
da qualcuno sotto e sopra il palco. Lo sappiamo: la Fede a volte non basta, ma
è un validissimo motivo per continuare.
26 FEBBRAIO
1985: WARHEAD LIVE
FINALMENTE! Dopo 1 anno e mezzo,
tornano ad esibirsi dal vivo i nostri Warhead. In questi 18 mesi, molte cose
sono cambiate… ma andiamo con ordine, partenda dalla lontana estate del 1982,
quando Fabio e Fausto, due chitarristi di due estrazioni completamente diverse
(punk e metal), ma che hanno in comune la passione per la musica rock, decidono
di formare un gruppo hardcore. Al loro appello risponde Alessandro, un bassista
con pochissima esperienza, e due batteristi, Daniele (ultraveloce) e Lucio (più
tecnico). Alessandro, pur contribuendo alla stesura di qualche brano, lascia
quasi subito il suo posto a Roberto, più dotato tecnicamente. Fino all’estate
dell’83, il gruppo fa parecchi concerti, di cui uno ad Isernia e due sul suolo
marchigiano. Con la partenza per il militare di Fabio, il gruppo si ferma.
Manifesto di questo periodo, è il demo “In rock we trust”, registrato dal vivo
durante il memorabile concerto allo S.M.A.N. il 19/12/82. Dopo il ritorno di
Fabio, il gruppo riprende a suonare, ma con un nuovo bassista, Flavio, che dà
il suo contributo alla stesura di nuovi pezzi. Quindi, il ritorno on stage, a
Sangemini, il 26 febbraio scorso. Pur avendo sempre pezzi tiratissimi, l’attuale
sound del gruppo si avvicina più ad un thrash-metal-rock’n’roll di chiara marca
Motörhead. Il concerto si apre con “Rebel rebel”, un rock’n’roll che può
ricordare i primi Clash, così come la seguente “City of justice”. Con “No
morals” si entra nelle atmosfere più marcatamente violente. Testo ultraporno e
Fasuto che fa il verso a Lemmy nella voce. Piccolo riposino, si fa per dire,
con l’accattivante “Way of life” poi giù di nuovo nel meandri del puro
thrash-metal con la velocissima “Revenge”. “I wanna be a hero” può, a tratti,
ricordare i Priest di “Hell bent for leather”. “Terni city rockers” è l’attuale
manifesto del gruppo, canzone che raccoglie in sé tutti gli stilemi dettati
dalla band: rock’n’roll velocissimo ed orecchiabile. “In my car”, inspirata ad
un fatto realmente accaduto ad alcuni membri della band, riesplora gli schema
clashiani di “Rebel rebel”… “Nothing to lose” chiude alla grande il concerto:
base ritmica prettamente rock’n’roll, giochi vocali dei due leaders, assoli
veloci e cortissimi, il tutto condito con una ritmica da imminente terremoto.
Warhead è un gruppo che riesce a fondere mirabilmente le due diverse mentalità
di Fabio e Fausto: il primo proviene dal punk del 77 (Sex Pistols, Clash per
intenderci), mentre il secondo è un metallaro al 100%. Il contorno non può
essere che all’altezza dei due. Il fatto poi di avere due batteristi, non
implica un granché, in quanto Daniele suona i pezzi più veloci, mentre Lucio
quelli più ritmati. GRANDE CONCERTO!
Prima dei Warhead, hanno suonato
i KROWN di Sangemini, un giovanissimo gruppo heavy metal all’esordio dal vivo…
e si è visto! Comunque possono e devono migliorare.
Dopo i Warhead, siamo entrati
nelle atmosfere elettroniche dei NENGUE. Anche se il tipo di musica non è certo
il nostro preferito, siamo talmente amici di Alessandro Staro (vedi articolo
sul n.2 di Terni City Rockers n.d.r.) che passiamo sopra a tutto.
Ah, dimenticavamo: il bis dei
Warhead è stato un rock’n’roll (“Johnny B.Goode”) cantato da Giulio Biocca (che
tutti voi conoscete, vero?).
Per saperne di più sui Warhead,
vi rimandiamo al prossimo numero, dove faremo un’intervista alla band.
STRANA
OFFICINA INTERVIEW
Questa
volta Sentinel, ha intervistato una band tra le più famose in Italia: STRANA
OFFICINA.
SENTINEL)
Cosa ha spinto un gruppo come Strana Officina a fare heavy metal dopo un
passato prettamente blues?
STRANA
OFFICINA) Come abbiamo già detto altre volte, quella fu per noi una scelta di
ripiego, vista l’impossibilità di reclutare all’epoca validi musicisti hard;
comunque possiamo affermare che tale esperienza ci è tuttora utilissima.
SENT)
Come nascono i vostri brani?
S.O.)
Dapprima Fabio tira giù la musica, poi di conseguenza viene il testo di solito
opera di Roberto; ovviamente c’è un gran lavoro d’insieme per far collimare il
tutto.
SENT)
Cosa pensate della compilation “Heavy metal eruption”? Pensate che “Non sei
normale” sia stata la canzone più adatta?
S.O.)
Vorremmo ringraziare Beppe Riva che ci ha offerto la possibilità di fare la
nostra prima comparsa su vinile alla vigila dell’ep; il pezzo è saltato fuori
per molte esigenze, non ultima quella del tempo; non spetta a noi dire se era
il più adatto o meno!!!
SENT)
Come vanno le vendite dell’ep?
S.O.)
Direi che siamo soddisfatti: è andata esaurita la prima tiratura ed è già
buono. In più è un biglietto da visita per presentarci alle grosse etichette.
Se permettete un ringraziamento particolare spetta al nostro fido Marco Melzi
della Minotauro.
SENT)
Kerrang! lo ha recensito piuttosto bene: secondo voi poteva venire migliore?
S.O.)
Non è che ci aspettassimo grandi cose dagli Inglesi; ci hanno rincuorato
piuttosto gli articoli su Aardshock e Enfer e sulle varie fanzines e magazines
europei ed americani; abbiamo creato un “giro” niente male, e quasi nessuno ha
avuto a che ridire sul cantato in italiano, ci sembra buono… no?
SENT)
Qual è la vostra età?
S.O.)
Vi piacerebbe saperlo eh… niente da fare!!!
SENT)
Cosa provate sul palco?
S.O.)
Sono sensazioni indescrivibili, venite a vederci e capirete, sarà la fine del mondo!
SENT)
Quali sono le vostre influenze e i vostri gusti?
S.O.)
Direi che siamo abbastanza conservatori, andiamo sul sicuro con Judas Priest,
Black Sabbath, Ac/Dc, mentre ci risultano insulse parecchie nuove bands che si
danno un’immagine da froci o peggio ancora da gruppi new wave… vogliamo
scherzare?
SENT)
Quali sono i migliori gruppi italiani?
S.O.)
I più preparati e professionali sono senza dubbio i Vanadium; ce ne sono altri
molto forti, ma ci sembra antipatico stare a far dei nomi.
SENT)
Cosa ne pensate di bands com Live o Sabotage che cantano in italiano?
S.O.)
La cosa è sicuramente più dificile, ma se fatta bene dà un’enorme
soddisfazione, specialmente dal vivo quando vedi la gente che capisce quello
che comunichi e non scimmiotta solamente il ritornello. A quei gruppi che
cantano in italiano raccomandiamo di insistere!
SENT)
Cosa c’è nel futuro della Strana Officina?
S.O.)
Sta per uscire un video, sono pronti altri pezzi niente male, cerchiamo di
suonare un po’ in giro e poi ovviamente sotto con il 33… d’accordo?
SENT)
Cosa augurate a Sentinel?
S.O.)
Di riuscire a dare una mano concreta all’heavy metal italiano e noi la daremo a
Sentinel: l’heavy metal siete anche voi!!!
STEEL CROWN INTERVISTA
Altra
intervista importante in questo fantastico N.3 di Sentinel: di scena i
triestini STEEL CROWN. Interlocutore il vocalist Yako de Bonis.
SENTINEL)
Che cosa ha significato suonare a Roma il 24 novembre scorso?
YAKO)
Una conquista! La prova reale che, intanto, l’heavy rock italiano esiste e
vive, e che le bands possono autogestirsi i live-show da sole, senza mettere in
mezzo pagliacci che si spacciano per organizzatori (un esempio è stato il
Festival di Gazoldo) e che poi rovinano tutto con la più vergognosa
incompetenza. L’heavy italiano non ha bisogno di questi incapaci, né dei
mafiosi squali di Sanremo, né degli intrighi di qualche manager emergente che
si sente il più furbo. L’heavy di casa nostra non si deve insozzare con tutto
questo. C’è bisogno di una mentalità fresca e aperta che solo i kids e le bands
devono possedere. E il live di Roma con Thunder, Stiff e Steel Crown, penso lo
abbia dimostrato. L’”Headbangin’ Cospiracy”, che ha organizzato il concerto, è
formata da autentici kids d’asfalto, non da scaldasedie arruffoni che credono
che l’heavy metal sia una nuova marca di gomme americane. A nome degli Steel
Crown, sono grato a questi ragazzi e alle altre due bands se tutto è stato reso
possibile. Erano quattro anni che mancavamo da Roma. L’ultima volta era l’80 e
ci chiamavamo ancora Corona d’Acciaio.
SENT)
Cosa pensi del panorama heavy italiano? Quali sono le bands che possono
emergere? Quale consiglio daresti a coloro che si accingono ad esordire?
YAKO)
Il panorama hm italiano si presenta nutrito, ma non è tutto oro ciò che
luccica. Negli ultimi tempi sono uscite ben tre compilations nel nostro paese:
“Heavy metalò eruption”, “Metallo Italia” e “Italian metal vol.1”. Noi siamo
presenti con brani diversi in queste raccolte. Conosciamo molti gruppi, anche
visti ai festivals. Le bands che al momento hanno la forza di emergere, la
capacità creativa, la professionalità, sono poche. C’è molta copiatura, scarso
livello tecnico; in particolare ci sono pochi batteristi bravi in circolazione.
Anche il mio campo, quello dei cantanti, è scarso. Abbondano i chitarroni
distorti e gli urlatori, invece. Chi crede che questo basti, può continuare:
sbatterà la testa contro il muro fino a consumarlo. Consigli a bands
esordienti? Sono gli stessi che valgono ancora per me e il mio gruppo: imparare
a suonare e a cantare, concerto dopo concerto.
SENT)
Abbiamo notato al live di Rome, che la band dà poco spazio alla presenza
scenica e pensa più alla professionalità. Perché?
YAKO)
Perché altrimenti qualsiasi furbone fotogenico, messo a dieta, con gli
straccetti giusti addosso e gli occhi pittati, potrebbe salire sul palco e
prenderti per il culo. Con questo discorso passeremo per arroganti, ma noi
pensiamo che chi ha bisogno di molta scena sul palco, difetta di preparazione
tecnica e di vere e proprie capacità musicali. Aggiungiamo anche che al tutto
va sommato un amore sudaticcio per tutto quello che sa di americano, di
esterofilo. Un bisogno di copiare tutto. Il suono, l’immagine… tutto. Io credo
che il primo sforzo da fare per essere solo se stessi e nient’altro, sia accettarsi
per come si è, non come si vorrebbe essere. Passata questa fase, tutto diventa
più facile. La scelta del tipo di rock da suonare, il modo di condurre lo
spettacolo e tutto il resto. A Roma noi ci siamo presentati senza fronzoli al
contrario delle altre bands che come avete visto avevano anche la marcetta
iniziale. Il palco oberato dal necessario per tre gruppi non offriva molto
spazio per la teatralità. In più, è vero, non ci siamo mossi più di tanto. Ma
sullo stage c’erano gli Steel Crown, nessun altro. Questo si capiva bene. E
questo ci importava. Essere noi stessi, non quello che qualcuno avrebbe
preferito vedere. Magari controfigure malriuscite di bands conosciute. Niente
da fare… noi e basta! Chi ha detto che per forza bisogna scatenare una dimostrazione
sportiva su un set di heavy rock? Se volevamo dare dimostrazioni di cultura
fisica o di masceherate, non avremmo scelto di diventare un gruppo di rock
duro. Ci sono dei concerti dove anche noi uniamo la nostra esuberanza a quella
degli headbangers, ma tutto viene spontaneo, non costruito, capite, non montato
come un copione da seguire. Qualcuno potrebbe obiettare che anche questo
sarebbe essere professionali, ma noi non siamo d’accordo. I copioni vanno bene
per le finzioni, per gli attori, ed io non sono un attore ma, se mi riesce,
solo un cantante e i miei soci unicamente dei musicisti, non delle comparse.
SENT)
Quali sono le vostre influenze? E i vostri gruppi preferiti?
YAKO)
Noi affondiamo le nostre radici nell’hard rock anni ’70. Io sono molto influenzato
da vocalist rock-blues che hanno fatto storia e le mie bands preferite sono
Deep Purple, Led Zeppelin e Steel Crown.
SILVER
KID (batteria) Mi sono avvicinato all’heavy metal ascoltando i Kiss; oggi mi
piacciono i Manowar, i Mercyful Fate, Ozzy e Mötley Crüe.
PINO
MC KENNA (basso) I miei gruppi preferiti sono M.S.G., Alcatrazz, Whitesnake…
FRANK LEWIS (chitarra) Van
Halen e Gary Moore.
SENT)
Cosa ne pensi di coloro che vi additano a rockstars?
YAKO)
Stupidi! Stupidi ed invidiosi! Più semplicemente, ottusi. Sono proprio queste
persone che creano la divisioni tra il musicista e il pubblico. Si tratta di
ragazzi con qualche complesso di inferiorità. Ti guardano con occhi pieni di
presunzione e ostilità. Ti giudicano per come ti muovi, per come parli, ti
fanno pesare tutto solo perché sei il cantante di… o il chitarrista di… e magari vorrebbero essere al tuo posto.
Pensano che sia chissà cosa. Personalmente io tratto sempre da pari a pari con
i kids che vogliono conoscerci, che ci parlano ai concerti, che ci scrivono o
ci telefonano. Un esempio? L’estate scorsa abbiamo suonato a Padova, una tappa
di un breve giro nel nord. Poi sono tornato al mio lavoro stagionale a 150 km.
Da Trieste. Lì ho incontrato come turista, io facevo il bagnino, un kid di Padova
di cui ricordavo il volto perché era sempre sotto il palco. Si chiama Tiziano e
siamo diventati amici. Adesso presta il servizio militare. Spero che legga la
vostra ‘zine, affinché sappia che io mi ricordo ancora di lui e sono grato
della sua amicizia. Anche perché a noi non importa avere tanto fans, quanto
amici. Siamo ragazzi poveri che suonano rock. Per riscattarci, per dimenticare
la disoccupazione; siamo, alle volte, solo dei ragazzi senza amici. Forse
insisto su questo punto ma devo: se ci chiamate rockstars perché non ci
facciamo mettere i pieedi in testa da nessuno, perché tiriamo fuori i pugni con
gli organizzatori che non ci pagano, perché diciamo in faccia quello che
pensiamo a tutti, giornalisti e bands, manager e roadie che sia, se questo per
voi significa essere rockstars, allora per coloro che lo desiderano noi siamo
rockstars, anche se per viaggiare in tour adoperiamo una Fiat 1300 per cinque.
SENT)
Quanto pensi possa incidere nel panorama metal italiano il lavoro di una
fanzine?
YAKO)
Dipende dal numero di copie e dalla sua distribuzione sul territorio. Dipende
anche dall’obbiettività di chi le redige. Dipende dal fine per cui nascono.
Negli ultimi anni ho visto molte ‘zine uscire allo scoperto, fare un gran
chiasso e poi sparire in silenzio. Un tempo credevo che ogni fanzine, bella o
brutta che fosse, servisse a qualcosa. Oggi ho cambiato opinione, perché non
tutte le fanzine meritano di essere lette. Perché non è vero che più fanzine
esistono in giro e più si soffia sul rock italiano. A volte troppa carta sulla
legna può anche spegnere il fuoco. Una fanzine è la risposta genuina (dovrebbe,
mi correggo) a certo tipo di giornalismo da operetta mantenuto da gente che non
sa niente di heavy metal, che conosce solo lil mondo suggerrito dalle copertine
dei dischi, dal contenuto del vinile, forse, e che si occupa solo di
spettegolare su ogni pretesto ritenuto interessante. Gente che proviene da
ambienti medio borghesi, gente che ha studiato, che non sa il significato di
vivere sulla strada e di lavori rozzi di fatica, mal pagati. Di droga, di
malavita, di alienazione, di lotta per la sopravvivenza, di sbronze, di
pestaggi, di abitazioni-gabbie nei quartieri poveri. Una fanzine dovrebbe
rispondere a tutto questo. Uscire dal reale ambiente del rocker, non da quello
sui cuscini rosa, del metallaro di stoffa. Penso che sia un po’ difficile
trovare gente della nostra pasta che si metta a creare una fanzine. Qualcuno
c’è riuscito e va avanti bene. Altri usano le fanzine per crearsi il proprio
vangelo sul quale lanciare le nuove dottrine sulle verità dell’HM italiano.
Diffidate da queste fanzine. Si riconoscono subito, si lasciano inquadrare in
fretta, perché i loro conduttori sono degli inquadrati, e non se ne rendono
conto; spingono chi li unge meglio e fanno a pezzi chi non liconsidera con la
richiesta dose di ruffianeria. Diffidate da queste, sono create in malafede. Vi
riempiono la bocca di credi e di slogan ma pensano solo ad alleggerirvi le
tasche e a gettar fango su quel poco di buono che resta dell’heavy rock
italiano e di chi si agita per farne pensiero. Per fortuna questo tipo di
fanzine è scarsa da noi ed esiste chi invece si opera con passione e ricerca
obiettiva. In mano a questi ragazzi c’è la storia tormentata del genere
musicale più snobbato e avvilito dagli addetti al settore del nostro paese.
SENT)
Abbiamo ascoltato la compilation “Metallo Italia”. A parte l’ottima
registrazione, e a parte Steel Crown e Synthesis, che ci sono apparsi
indiscutibilmente i migliori, ci è sembrata molto al di sotto di “HM eruption”.
Che ne pensi?
YAKO)
Io e i miei compagni siamo molto soddisfatti
del lavoro uscito da “Metallo Italia”, come del resto di quello che
emerge dalle altre due compilations. Siamo sinceramente contenti di aver
presentato una song come “Riot into the fire”, che vi sia piaciuta. Penso che
l’ultima parola, per quanto riguarda le preferenze frai diversi cast di gruppi
presentati, spetti al pubblcio italiano e, con “Metallo Italia”, anche estero.
SENT)
Cosa significa Trieste per voi?
YAKO)
La città in cui siamo nati, cresciuti e formati musicalmente. Una città che
odiamo e amiamo contemporaneamente. L’odio è per il fatto di sentirsi, alle
volte, tagliati fuori; l’amore è perché è una città di frontiera del Nord
Italia, situata in centro Europa. Da noi si vive come fuori dal tempo, in una
dimensione proibita, dove l’eco di una civiltà e cultura come quella austriaca,
non ci ha ancora abbandonato. È molto facile sentirsi gli ultimi guerrieri al
crepuscolo…
SENT)
Quando esce il vostro ep?
YAKO)
Quando avremo vinto il braccio di ferro con le labels che ci propongono
scritture, e poi, quando capiscono che non saimo polli da spennare, si tirano
indietro. Sarebbe facile fare come gli altri, affidarsi ad approfittatori o,
peggio, pagarci tutto da soli. Solo che noi vogliamo essere considerati come
musicisti non come co-produttori: noi siamo la band e basta! Questo debbono
ficcarsi bene in testa i sedicenti produttori. Ci dispiacerebbe incidere un
disco che poi nessuno riesce a trovare in vendita sul mercato, ameno che non sia quello delle pulci…
Inoltre, noi non potremmo pagarci un bel niente. Siamo ragazzi poveri, ci costa
molto pagarci gli strumenti con la manutenzione. Ecco un altro motivo per cui i
nostri concerti non sono granché come scena. Non vado a buttar via i miei
ultimi spiccioli per dei pantaloni zebrati o per la macchina per il fumo, io!
Preferisco restare in jeans e stringere la mano di un kid sotto lo stage.
SENT)
Quali progetti avete per il futuro?
YAKO)
Vincere il braccio di ferro con le labels, incidere un ep o un lp. Il materiale
c’è e per fortuna che l’acciaio non è come il ferro… che arruginisce.
Naturalmente continuare i concerti. Per questo nuovo anno, forse trascureremo
l’Italia per una serie di date in Francia e Belgio, dove, grazie ad Enfer e a
dei manegements che si sono interessati a noi, trovando il nostro demo “Steel
Crown” molto buono, parteciperemo anche a festivals hard rock di gruppi locali
emergenti, come special guest e novità “italiana”. Pronunciate, con auspicio,
la fatidica parola di 5 lettere che comincia con M….!!! Un saluto a Sentinel e
a tutti i suoi lettori ed inoltre ai ternani Synthesis con cui speriamo di
poter suonare un giorno, non troppo lontano, a Terni, se ci date una mano!
ITALIAN
SENTINELS
ASTAROTH
ASTAROTH,
ovver il demone del sesso e della lussuria, ma anche, e soprattutto, un’ottima
heavy band dell’area romana. Fu un incontro tra John “Panko” Onofri e Stefano
Lenti, a cui si aggregò Ramon Triscari, a far nascere Astaroth. In seguito,
dopo diverse audizioni, reclutarono il bassista “Shining” Principini e il
vocalist Bob Cattani, quest’ultimo già conosciuto nell’ambiente per la sua grinta e potenza
vocali non indifferenti. Dopo circa due mesi riuscirono a realizzare il primo
gig in un piccolo teatro di Monteverde. Fu un successo inaspettato (circa 200
persone), che li spindero a ripetersi di lì a poco in altri concerti, tra cui
quello del 14 maggio ’83 al teatro Mongiovino, sempre a maggio in un raduno a
Torvajanica e in giugno al meeting di Villa Ada.Molte fanzines italiane ed
estere, nonché parecchie radio locali, si sono occupate e continuano ad
occuparsi di Astaroth, soprattutto spingendo il loro primo demo-tape “Demo(n)”.
Ma la cosa più importante è il fatto che la label olandese Rave-On li ha contattati
per l’incisione di un ep che uscirà entro l’inverno e che si intitolerà
probabilmente “Long loud silence”. In quella occasione furono anche
intervistati dal metal magazine “De nieuwe Aardshock”, tra le più importanti in
Europa. L’ultimo concerto lo hanno tenuto il 7 aprile scorso al teatro
Mongiovino (vedi T.C.R. n°3), insieme agli Stiff. A settembre, l’annuncio del
cambiamento all’interno del gruppo, in cui Max Cipicchia ha preso il posto di
S.Lenti nel ruolo di lead guitar.
ALVERMAN
1997:
tre ragazzi di 13 anni si incontarno per caso a scuola e cominciano a
strimpellare in maniera più che ruspante, la prime canzoni di Beatles e Rolling
Stones. Da qui, cominciano ad affittare strumenti e a rimpirsi le vene di una
musica per loro nuova. I primi approcci con l’heavy metal, Black Sabbath, Judas
Priest, Saxon, Iron Maiden. Dopo due anni, entra il primo batterista che, pur
non essendo molto dotato, e avendo quasi il doppio degli anni, insegnò ai tre,
soprattutto un nuovo metodo di lavoro e un’unione ancor più compatta. I primi
concerti sono davanti a venti persone (parenti e amici). Alla fine di un
concerto, si fece avanti un kid e chiese loro di ascoltare la propria voce.
Alla band piacque e fu reclutato. Cominciarono, quindi, a comporre pezzi sempre
più interessanti. Venne la prima occasione, una compilation padovana,un’ottima
esperienza, con un pezzo non male ma difficile da digerire e registrato
maluccio. Dopo questa prova, per gli Alverman comincia un brutto periodo, poche
occasioni, nessuno che li prende sul serio. Molto depressi si ritirarono in uno
studio a Mestre e fecero tre pezzi, rifatti e rimessi a posto tantissime volte,
fino ad ottenere un buon risultato tecnico. In questo periodo (fine ‘83/inizio
’84), entra un nuovo batterista, giovane e tosto, ex punk. Nel giro di pochi
giorni gli viene fatto il lavaggio del cervello e comincia ad amare l’heavy
metal. Con lui le creazioni del gruppo accellerarono e lo stesso drummer portò
una nuova voglia che sembrava assopita. Loro continuano a lavorare e sperano di
trovare sempre più consensi da tutti gli heavy metal kids.
HALLOWEEN
HALLOWEEN
è una viscerale formazione a tre nata dalla mente pazza e perversa del
bassista-cantante Ronnie Evil Angel, e che trae il nome dalla famosa festa di
Ognissanti. Chris Morbillo leadaxe e Al Thrust impetuoso drummer, completano la
line-up del trio udinese. Incominciano a suonare, prediligendo un sound epico,
a tratti epic-horror, sound contornato da testi che parlano del male, testi
molti visionari, con una sorta di doppio senso, diviso in due filoni: uno dark,
con streghe e angoscia come temi principali, e uno epico, dove guerrieri e
vikinghi raccontano le loro battaglie e il loro odio verso i nemici. Con i
primi live-show, conquistano la stima e l’entusiasmo degli headbangers del
Triveneto, tanto da indurli ad entrare in uno studio dove registrano un demo
con due pezzi: “Evil power” e “Samhain”, giudicato positivamente dalla maggior
parte della stampa specializzata. Entrano così nel giro del panorama heavy
italiano (siamo nel 1981), in quel periodo appena nascente. Scoperti da Antonio
Ferro di “Fireball”, vengono imposti al pubblico veneto tramite le radio e
live-act che raggiungono momenti veramente “hot”. Dopo qualche mese, incidono
un altro demo che include “Vikings”, che apparirà poi anche su “HM eruption”. È
il 1983. Contrariamente alla sua immagine glam ed effeminata, Ronnie ha creato
una band dark-epic veramente ottima. Come bassista viene paragonato a Steve
Harris, per la sua predilizione ad esibirsi in scale vertiginose care al
bass-player dei Maiden. Si considera un bassista di elevate qualità
tecnico-compositive (veedi Maiden, Manowar, Wasp), e compone musica, con
passaggi e melodie vocali molto suggestive che, con l’accoppiarsi della
drammaticità dei testi, arrivano a far provare all’ascoltatore, delle
visionarie emozioni. Progetti ambiziosi per il futuro: un ep prodotto da A.
Ferro contenente 4 pezzi (“Angel in white”, “Riddle of steel”, “Samhain” e
“Evil power”). Sarà distribuito anche all’estero da una label molto interessata
al gruppo.
GOW
Provenienti
da Torino, già con du 45 giri al loro attivo, i GOW sono una rock-band diversa,
anche se le loro radici sono calate nel rock-blues dei primi ’70 e in genere
nel British blues. Riescono ad evolversi in modo originale, intercalando a
situazioni tipicamente rock-blues, momenti descrittivi, quasi colonne sonore, a
situazioni di vita. Ricordando il buon costume rock che non disdegna la
desidera la satira ed infine siringate di energia pura, care ad ogni rock-band
che ama soprattutto esibirsi dal vivo. Si capirà, da ciò, che Gow non è solo
metallo pesante, ma, oltre ad un indiscutibile potenziale sonoro, può contare
su un indubbio gusto, non disdegnando la melodia, ed una buona perizia tecnica.
Caratteristica vitale nella msuica, è l’affiatatissima sezione ritmica. Cosimo
Fusco (basso) e Pino Farinella (batteria), con la loro coesione, creano un muro
di suono dirompente, su cui la chitarra solista di Mauro Giuliani, suona con
molto blues nelle corde e energia a profusione. Ultima, ma non come importanza,
la chitarra ritmica aggressiva, limpida, di Marco Trivelli, che fa da matrice
anche in fase compositiva. L’uso della doppia voce, rappresenta il lato più
marcatamente pop del loro primo lavoro, e riesce ad evidenziare la linea
melodica presente in ogni brano. È chiaro che i Gow sono soprattutto una
live-band, in grado di fare un grande spettacolo.
MAUSEN
Nasce
nel settembre ’83, a Roma, una nuova heavy metal band chiamata MAUSEN. È stato
l’incontro tra ROKY (chitarra e voce), PUNKY (basso e voce) e FIDO (batteria)
che ha fatto si che Mausen tentasse
l’impresa di tirar su un gruppo rock nella pensioal italica (e sappiamo tutti
che ciò non è una cosa facile: ne sanno qualcosa i nostri amici Winterwölf
n.d.r.). Soprattutto fu importante l’interesse dei numerosi kids capitolini,
che riconoscono in loro uno dei gruppi più divertenti della scena heavy romana.
Una grande carica di vitalità e simpatia, sia a livello musicale che in fatto
di “look”, sono le armi principali di questo gruppo, sia nell’ascolto dei tapes
che durante i live-acts, dove esibiscono una dozzina di brani. I Mausen amano
svisceratamente il rock’n’roll, l’energia e… l’America (Ratt, Mötley Crüe,
Twisted Sister). È verso questo tipo di rock energico e lineare che tende il
gruppo, ma stanno attenti a difendere la propria originalità. Niente a che fare
con croci rovesciate, diavoli e cadaveri, ciò non interessa alla band (“…ci
mettono tristezza, ci viene da pensare alla morte o cose del genere, e noi
siamo molto superstiziosi. Meglio suonare, correre in macchina, bere e scopare
finché si è vivi ed in grado di farlo! Ci piace muovere il culo e fare le
linguacce e chi te lo fa fare meglio del rock’n’roll?...”); è questa la loro
filosofia di vita. Hanno all’attivo una demo (vedere Sentinel n.1), ma a
livello discografico navigano, come la maggior parte delle bands italiche, in
alto mare “…siamo così giovani e vogliamo divertirci ancora un po’ prima di
diventare delle ricche e noiosissime rockstars!!!”.
THUNDER
I
THUNDER si formano all’inizio del 1983, per iniziativa di Max e dei fratelli
Schwartz. Obiettivo iniziale era solamente quello di creare una band potente,
senza preoccuparsi troppo del futuro, e perciò scelsero il nome Thunder,
semplice e facile da ricordare, ma soprattutto ottimo indizio dei loro
obiettivi musicali. Durante un concerto dei Saxon, incontrano Daniele, che
diventerà il secondo chitarrista. Con questa line-up (drummer era un ragazzo
che se ne andò poco dopo), iniziano l’attività live, ottenendo subito l’entusiasmo
degli headbangers romani, che si resero conto subito che non c’è falsità né
simulazione nella furia musicale dei Thunder. Nel novembre ’83, dopo la
partecipazione a “Metal Mania” (metal festival romano), registrano il loro
primo demo “First attack” che, grazie soprattutto alla song “On and on”,
comincia a smuovere l’interesse degli operatori heavy metal nazionali, colpiti
soprattutto dalla lucidità compositiva dei cinque guerrieri. Un nuovo ciclo
inizia con il 1984: motivo importante è l’ingresso di un nuovo drummer,
Davidino (classe ’68), che vede il rinnovo quasi totale del repertorio,
affrontando schemi ultra heavy, ma senza lasciar da parte l’impatto melodico,
come è sempre stata la loro caratteristica. I metal kids li seguono sempre più
numerosi, e anche la stampa italiana (Rockerilla, Rockstar) comincia ad
interessarsi del gruppo. È di recente uscita (ottobre ’84), il loro secondo
demo “Kidspower invasion” (vedi Sentinel n.2), col quale intendono aumentare la
loro popolarità in Italia, ma anche all’estero. Naturalmente non c’è fretta
(l’età media dei Thunder è di 17 anni!), il tempo è dalla loro parte.
SERENA ROCK
BAND
Band
padovana nata nel 1982 ed esordiente on stage nel giugno dello stesso anno.
Ossatura del gruppo sono il vocalist Franco Serena, il drummer Al Corvara e il
guitar-man Ruggero Robin. Attualmente, al basso, c’è Ricky Bendi. Naturalmente
cercano di non farsi influenzare dai mostri sacri dell’heavy mondiale, ma si
può notare nel four-pieces una certa predisposizione per l’hard-rock stile
Whitesnake-Rainbow, anche se il loro sound è scaturito da un’associazione di
influenze non soltanto hard & heavy. C’è nel gruppo, una certa componente
blues, Deep Purple per intenderci, ma non compare nessuna tastiera, e ciò rende
il sound molto più “rough & heavy”, anche se nell’intento del gruppo,
aggiungere una seconda chitarra e un tastierista. Dovrebbe essere uscito il
loro primo album che s’intitola semplicemente “Serena Rock Band”. Si susseguono
pezzi cantati in italiano e pezzi cantati in inglese. Hanno all’attivo parecchi
concerti, soprattutto nel Veneto, dove sono seguiti sia dai rockers vecchio
stampo che dagli headbangers più incalliti.
T.I.R.
Non
è stato facile formare una band come i T.I.R. (Temple Infernal Rock),
soprattutto per la diversa estrazione musicale dei singoli componenti. Malgrado
ciò, i vari componenti avevano già una buona esperienza sul palcoscenico, e
questo ha fatto sì che fin dalle prime uscite, malgrado le difficoltà tecniche
(vedi il raduno “Metal Mania”), la band riuscì ad offrire una performance degna
delle sue capacità e fu comunque accettata dal più esigente pubblico romano.
Vale lo stesso discorso per il concerto tenuto alla discoteca WK, che ha avuto
l’intento di convalidare quella esplosione comunicativa così provata dalla
continua risposta corale del pubblico. Presentando la band, troviamo FRANKIE
alla voce, SEGE e DANNY alle chitarre, TOMMY al basso e FAUSTHOR alla batteria.
Inizialmente la band è stata formata da Serge, Danny e Tommy, i quali vantano,
singolarmente, delle solide matrici musicali. Serge, proveniente dal
conservatorio, di una notevole conoscenza dello strumento elettrico. La sua
preparazione ed abilità tecnica è coadiuvata dalla collaborazione di Danny,
anche lui proveniente da studsi musicali classici. Tommy vanta nel suo passato,
un’ottima conoscenza e militanza nelle file dell’etno-funk-psichedelismo. Alla
line-up originale, si sono poi aggiunti, dopo un lungo avvicendarsi di
batteristi e cantanti, Frankiem il quale ha vissuto per parecchio tempo a
Londra e che ha apportato ai TIR una ricchezza fondamentale riguardo il British
Metal, in quanto non è mai stato assente ai raduni, ai concerti e alle
manifestazioni dove è aumentato il suo “Credo viscerale” e dove ha perfezionato
il suo accento inglese, e Fausthor, l’ultimo dei vigorosi, un batterista dalla
percussività sfrenata e potente, che crea una dimensione di sound di studio,
provato dalle sue esperienze in orchestre musicali da maestri tra i più
esigenti. È opportuno ricordare, infine, che la compatibilità delle due
chitarre in ambito heavy, viene risolto eccellentemente nei TIR. Ricordiamo che
i Tir appariranno nella compilation “Metallo Italia” con il brano “Amsterdam”.
ANNUNCI
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POWER c/o Frank Meinel, Saarstrasse 33, 6840 Lampertheim (Germania Ov.) DM 4.00
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PLANET c/o Craig Bobby, 3558 Riedham, Shaker Heights, OH 44120 (USA)
GUILLOTINE PO Box 20581, Orlando, FL 32814 (USA) $ 2.50
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ROCKS
OFF
c/o Stephan Scheler, Gelber Weg 22, 6242 Kronberg/TS (Germania Ov.) DM 3.00
*********************************************************************************************
È uscito
un nuovo magazine italiano: “METALLO”.
Potete richiederlo a:
Alessandro
Massara - via Monte di Dio 9 – 80132 NAPOLI
*********************************************************************************************
Si
è formato a Terni il 1° hm fans club “Heavy
Metal Warriors – The Defenders of the Faith”, con lo scopo di organizzare
concerti e raduni, pullman per vedere I gruppi che si esibiscono in Italia,
ecc. Il prezzo annuale della tessera è di L. 5000. Per contatti Silvano
(0744/406240) o Alessandro (0761/69021) o direttamente alla fanzine.
ITALIAN SILENCE TOUR ‘85
ASTAROTH
+ CELTIC FROST
11/5 ROMA TEATRO
VITTORIA
13/5 NAPOLI TEATRO
AUSONIA
14/5 MILANO ODISSEA
2
15/5 BOLOGNA TEATRO
TIVOLI
17/7 ZURIGO HERRENFCHURLI
220 VOLT INTERVIEW
In
questo numero pieno di interviste, siamo riusciti ad intervistare, grazie
all’aiuto di Michael Eriksson, i 220 Volt, un gruppo non ancora famoso, ma che
gode di ottima reputazione tra i metallari, soprattutto tra quelli più
esigenti, che vogliono un sound professionale e altamente tecnico. I 220 VOLT
si formano 6 anni fa per mano di MATS KARLSSON (che è rimasto l’unico
superstite della line-up originale). Dopo un periodo, il 1981, in cui la band
rimase ferma a causa della perdita del batterista, ritornarono con il 45
d’esordio “Prisoner of war/Sauron”, grazie all’apporto di PETER HERMANSSON
dietro i tamburi. Le 500 copie del singolo, andarono esaurite in 3 settimane.
Ma una di queste 500 copie, fu catturata da una radio americana. Entrò in
classifica ed arrivò al 4° posto. Ciò non fece che stimolare il gruppo. Il loro
manager M.Eriksson contattò la CBS, ma non se ne fece niente. Ma quando la casa
discografica seppe del successo americano, mise sotto contratto il gruppo per 3
albums. La line-up attuale è la seguente: Joakim Lundholm (voce), Mats Karlsson
e Peter Olander (chitarre), Mike Larsson (basso) e Peter Hermansson (batteria).
Nostro interlocutore è il chitarrista e leader del gruppo Mats Karlsson.
SENTINEL)
Ciao Mats. Innanzi tutto cosa vi ha spinto a suonare?
MATS)
Beh, soprattutto il nostro amore per l’heavy rock.
SENT)
Come fu scelto il nome 220 Volt?
MATS)
Ci credi se ti dico che non me lo ricordo?
SENT)
Va bene… allora, è difficile per una band come la vostra uscire dall’anonimato
in un paese come la Svezia? Le case discografiche, i giornali, i mass-media
sono disponibili?
MATS)
Tutti mass-media utilizzano il tempo che hanno che però non è molto. Ci sono
certe aree dove troviamo difficoltà ad essere noi stessi.
SENT)
Quali gruppi vi hanno maggiormente influenzato? E quali sono i vostri
preferiti?
MATS)
Noi tutti abbiamo cominciato con l’heavy rock del miglior periodo, e cioè gli
anni ‘70/’72 con i Purple e i Led Zeppelin. Io penso che, anche se erano di un
periodo diverso, rimangono sempre i migliori… ono?
SENT)
Qual è la posizione dell’heavy metal in Svezia?
MATS)
Migliora di anno in anno. Prima c’erano pochi gruppi (noi, Heavy Load). Ora,
visto che il mercato tira, stanno sorgendo gruppi come funghi, ma non tutti
sono buoni.
SENT)
Cosa pensi del dark, dell’hardcore e dell’epic-metal?
MATS)
Puah! Nessuno dei tre generi mi piace! Non suoneremo mai cose del genere!
Fareste meglio a non pubblicarlo mai!
SENT)
Chi è la ragazza che canta in “Nightwind” (sul primo album della band)? Pensate
che apparirà di nuovo in futuro?
MATS)
Il suo nome è Jennie Lundqvist. Non è apparsa su “Power games” e non apparirà
sul nuovo album. Non apparirà mai più in una delle nostre prossime produzioni.
SENT)
Cosa pensi dei Manowar?
MATS)
No comment! Non li ho sentiti a sufficienza per poterli giudicare.
SENT)
Vi consoderate “difensori della fede”?
MATS)SI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SENT)
Dove avete trovato i fans più calorosi?
MATS)
In Svezia, dove siamo il gruppo che
vende di più; in Germania, in Francia, in Egitto… Riceviamo lettere da tutto il
mondo.
SENT)
“Mind over muscle” (il nuovo lp) avrà un sound sullo stile dei primi due albums
oppure ci sarà qualche novità?
MATS)
C’è ovviamente qualcosa di nuovo. È difficile spiegare esattamente quello che
abbiamo fatto… non resta che ascoltare l’album quando uscirà e scoprire le
differenze di sound e di atmosfere.
SENT)
Quali sono i vostri piani futuri?
MATS)
Tour tour tour! E poi il nuovo lp… e poi ancora tour tout tour… e il nuovo
album… e poi……..
SENT)
Grazie Mats. Allora arrivederci in Italia?
MATS)
So che c’è un grande pubblico in Italia. Io spero vivamente di venire a suonare
da voi, e come me lo sperano anche gli altri.
SENT)
Ciao e auguri!
MATS)
Ciao! E auguri alla vostra fanzine!
DESTRUCTION
È
considerata la band più feroce e violenta del metalrama tedesco: DESTRUCTION,
un three-pieces di Syke, un piccolo centro del sud della Germania, affetto da
speedmetalblackmania. Mike (19 anni) e Tommy (18) si incontrano e formano la
band. Mike ha già suonato precedentemente con i Morrigan. Inizia così il
progetto “Knight of demon”. Hanno bisogno di un cantante bassista e lo trovano
nel 17enne Schmier. Mike, chitarra, ama Randy Rhoads, Kirk Hammett e Scott Ian
degli Anthrax; Tommy, batteria, è influenzato da Dan Beelher e Rob Reiner,
mentre Schmier da Allan Johnson (Exciter) e dall’immancabile Cronos. Verso la
metà del 1984, incidono il demo “Bestail
invasion of hell”, che viene accolto molto bene sia dai metalthrashers che dai
magazines europei ed americani. Anche le case discografiche si interessano alla
band. Alla fine è la Steamhammer a far incidere loro l’ep d’esordio “Sentence
of hell” nei Caet Studios di Berlino. Questo ep dovrebbe uscire in questi
giorni e, rispetto al demo, contine due inediti: “Black masses” e “Devil’s
soldier”.
“Bestial invasion of hell” demo - È diventato difficilissimo recensire un prodotto
hardcore: si rischia sempre di dire la stesse cose. Venom è ormai “the band
top-model of 90’s”. Basta saper picchiare la batteria e andare a 1000 all’ora
sulle corde della chitarra. Purtroppo, se c’è già un’inflazione nell’ambito
dell’heavy rock in generale, questa inflazione si eleva alla massima potenza
nel campo dell’hardcore-speed-thrash-black-metal. Questi Destruction non si
elevano rispetto agli altri per la mostruosità della loro bravura (Metallica ed
Exciter sono di un altro pianeta); se qualcosa di buono bisogna dire di loro è
il fatto che sono giovanissimi e che adottano un look esageratissimo (proprio
come piace a noi!). Passando al demo, si può dire che molto spesso i pezzi sono
simili tra loro, ti sembra di averli già sentiti da qualche altra parte prima,
ma tanto, a noi amanti della velocità (intesa in tutti i sensi) che ce ne
frega?
MARTYR
MARTYR
è una band olandese che si è formata nell’ottobre dell’82. Dopo 6 mesi di
prove, decidono di incidere il primo demo “If it’s too loud, you are too old”,
tutto con equipaggiamento proprio. Non contenti del lavoro, registrano 4
mesi dopo il 2° demo, “Metal torture”,
che contiene 4 canzoni nuove e migliori delle precedenti. Fu questo demo a
farli conoscere sia in patria che fuori. La Roadrunner li invita a partecipare
alla compilation “Dutch steel”. Martyr compare così col brano “Snow and fire”,
ma il gruppo non rimane troppo soddisfatto della produzione del disco.
Nonostante ciò, la reazione del pubblico
è positiva, e lo si vede durante i live-act. A questo punto registrano
il 3° demo, “For the universe”, che verrà stampato nel febbraio 1985 sotto
forma di mini lp dalla label belga Megaton. Martyr apparirà sul 6° volume di
“Metal massacre” col brano “En rasse”. Line-up: Gerard Vergouw (voce), Rick
Bouwman e Marcel Meesakkers (chitarra), Antoine Vanderlinden (basso) e Alias
Papadopoulos (batteria)
“For the universe” – mini lp - Secondo noi è la migliore band olandese insieme
agli Angel Dust. Già dall’ascolto dell’ottimo “Metal torture”, eravamo rimasti
colpiti dalla genialità di questo gruppo, che fonde mirabilmente un heavy
piuttosto torato con una liricità quasi epica. “FTU” non fa che avvalorare la
nostra tesi, e si giova rispetto al demo, del nuovo vocalist Gerard Vergouw(non
ancora 18enne come la maggior parte del gruppo), dotato di una voce maschia e
lirica al tempo stesso. Noi lo
consigliamo!!!
DESOLATION ANGELS
DESOLATION
ANGELS è un five-pieces di Woodford nell’Essex. Avendo guadagnato una buona
reputazione e un buon seguito dopo due anni passati tra un concerto e l’altro,
tentano la carta del circuito heavy internazionale con un singolo autoprodotto:
“Vahlalla/Boadicea”. La band, che si è formata nel febbraio del 1981, non
pretende altro di essere una heavy band per headbangers, anche se questo 45
giri, ci è sembrato un po’ artificioso per essere prettamente da headbangin’.
Sono, comunque, due buoni esempi di vero heavy-rock inglese che, giusto o
sbagliato, è ancora ancorato a certi schemi tipici della prima NWOBHM. Stacchi
di chiara marca maideniana, potenza alla Def Leppard degli esordi, voce curata
che non s’incazza mai. Niente di nuovo, ma le idee ci sono. Aspettiamoli all’esordio
su 33, dato che hanno firmato per la Bullet rec. LINE-UP: Dave Hall (vocalist),
Robin Brancher e Keith Sharp (guitars), Joe Larner (bass). Sono attualmente sprovvisti di batterista.
CLOVEN HOOF
È
il 1979: Lee Payne, un giovane bassista pieno di buoni propositi, forma I
CLOVEN HOOF insieme al batterista Kevin Poutney, al chitarrista Steve Rounds e
al vocalist Dave Potter. Partono dalla concezione di fare una concept-band e
adottano un’immagine quasi glam, o per lo meno, piuttosto stravagante, concentrata
attorno agli elementi mistici come il Fuoco, la Terra, l’Aria e l’Acqua; il
tutto condito da un heavy molto maturo. Sounds e Kerrang!, due notissime
testate inglesi, cominciano a parlare della band e le prime incisioni compaiono
nelle playlist dei due giornali. Nell’autunno del 1982, usce un four-tracks ep,
“The opening ritual”, che viene regolarmente trasmesso da Tommy Vance nel suo
“Friday Rock Show”. Nel 1983, prevenendo la confusione dovuta al revival del
glam-rock, pur rimanendo una pura heavy metal band, cambia la propria immagine,
adottando un look frivolo ed eccentrico. Nell’estate dell’83, registrano 4
pezzi per il programma di T.Vance. Infine, nonostante parecchi contatti con
case discografiche, è la Neat Rec. che dà loro la possibilità di registrare il
long playing d’esordio, ellepì che esce nell’aprile del 1984 con la produzione
di Keith Nichol.
FACT
Si
formano nel giugno del 1983 per mano dei due chitarristi Michael Otto e
Patricia Huth. Come hanno detto loro stessi, hanno avuto l’impulso ascoltando
Judas Priest e Accept. Oggi la line-up si è completata con l’avvento del
batterista Peer Wurfel, del vocalist Reent Frohlic e del bassista Thorsten
Kath. Nel febbraio ’84 incidono il loro primo demo (“with a miserable sound!”),
demo che viene spedito a parecchie case discografiche che però non prendono in
considerazione il gruppo, definendolo troppo simile agli Accept. Allora cercano
l’appoggio morale e materiale dell’onnipresente Axel Thubeauville. “As a matter
of Fact” esce per la Earthshaker rec. ed è considerato dalla stampa
specializzata, uno dei lavori più importanti usciti in Germania nel 1984. il 7
ottobre, i Fact dimostrano tutta la loro aggressività e professionalità al 4°
Festival Aardshock tedesco.
“As a matter of Fact” – lp – Parlare di questo disco non è semplice, perché de da
un lato si nota subito la similiarità con i conterranei Accept (vedi lp
“Restless & wild”), dall’altro dobbiamo riconoscere quel pizzico di
aggressività in più rispetto al suddetto gruppo. Rimane il fatto che Reent ha
la stessa voce di Udo, che “Marauder” può essere la nuova “Fast as a shark”,
che i giochi chitarristici dei due leaders non si discostano da quelli dei due
axemen degli Accept. L’album è comunque godibilissmo, adatto negli HM parties.
Ma con un pizzico di originalità in più…
LIVING DEATH
LIVING
DEATH si formano nel 1981 da un’idea dei fratelli Reiner e Dieter Kelch
(chiatarra e basso) e da un loro amico chitarrista Franck Fricke. Dall’inizio
della loro carriera, stanno cercando di avere uno stile personale, che non
ricalchi quello di altre metal bands. Ciò è possibile grazie alla
particolarissima voce di Thorsten Bergmann (una via di mezzo tra un adolescente
ed un malato di cirrosi epatica!). “Vengeance of hell” è il loro album
d’esordio per la Earthshaker rec., ed è stato prodotto dqal solito Axel
Thubeauville. Non sono i primi e non saranno gli ultimi fautori di certo
speed-metal di marca Metallica. Non sono neanche i migliori, ma possono
senz’altro fare di meglio. ROCK HARD, magazine tedesco, ha definito “VOH” come
l’album più faster mai prodotto in Germania, mentre METAL HAMMER li ha definiti
i Metallica tedeschi. Completa la line-up il batterista Andreas Oberhoff.
OMEGA
L’esordio
di questo gruppo avvenne nel mitico Marquee l’8 marzo 1983. Nello stesso anno
fanno da supporto alle Rock Goddess e agli Escape di Clive Burr. Sempre
nell’83, incidono un 5-tracks-demo dal titolo “Alpha”, introvabile perché il
master si è completamente rovinato, andato a ruba nel giro di poche settimane.
Nel 1984 hanno fatto da apripista ai Samson, più qualche concerto come
headliners in piccoli clubs. È uscito in questi giorni il loro primo lp per una
sconosciutissima label inglese, la Razor, e che s’intitola “The prophet”.
Line-up: Steve Grainger (guitar), ex becchino, amante delle moto da trial,
suona anche le tastiere; Dave Robertson (bass), è un bassista molto rumoroso on
stage; Graham Roberts (drums) è un amante delle buone abitudini come fare 12
km. al giorno in mezzo alla natura; Nick Brent (vocals), ha iniziato a cantare
a 14 anni in un gruppo di British folk.
“The prophet” – lp – Vi sembra strano unire gli Iron Maiden ai Genesis?
Per gli Omega è la cosa più naturale di questo mondo, e lo sta a dimostrare il
loro album d’esordio; giunto in redazione sotto forma di demo-tape. 7 pezzi,
tra cui ci piace l’opener “Yesterday children”, “The child” e la title-track
“The prophet”. Tra le altre songs, c’è anche il rifacimento di “Day tripper”
dei Beatles.
KEEN
HUE
Questa
band svedese è formata da Stefan Moren (ch), Peter Eriksson (bt), Lars-Åke
Nilsson (bs, vc) e Åke Nystrom (ch). Sono di Vansbro e si sono formati 3 anni
fa. Per loro stessa definizione, la loro musica è “hard’n’heavy con un tocco
melodico”. Compongono canzoni che dono facili da ricordare e delle liriche che
spaziano tra realtà e fantasia, ma senza mai scendere nel satanismo o nel black
metal: “Keen Hue non fa robaccia!”. Le maggiori influenze gli vengono da Van
Halen e dai Judas Priest, ma non ricopiano questi gruppi, bensì cercano di
creare uno stile proprio. Dal vivo tirano fuori tutta la loro energia, perché
lo spettacolo live è la loro vera forza. Per adesso hanno realizzato un 7”,
“One or two/Spread your wings of fire”,
ma le 600 copie realizzate, sono andate esaurite velocemente. Keen Hue hanno una
lunga lista di canzoni originali; tra queste possiamo ricordare “Fighting”, “We
don’t want to go”, “Criminal guides”, “The doctor’s crying”, “The shadow of the
mountain of doom”.
IRONHORSE
L’anno
di fondazione degli IRONHORSE risale al 1982. La prima line-up vedeva Heinz
Kreusel alla batteria e alla voce solista, Christian Kreusel alla chitarra,
Bernard Weber al basso e Hans Goth alla chitarra ritmica. Dopo circa un anno,
ci fu il primo cambiamento: Hans lascia la band, Bernard prese il suo posto
alla ritmica e al basso fu preso Martin Muller. Dopo 2 mesi anche Bernard se ne
va, perché non aveva più voglia di suonare. Da questo momento Ironhorse decide
di rimanere un trio. Nonostante il susseguirsi di questi problemi, i live-show
andarono piuttosto bene: il pubblico rispondeva e questo non fece che
incoraggare il trio. Racimolati un po’ di soldini, deidono di registrare un
demo, “Ride or die”. La sorpresa di come fu venduto il demo, fu enorme e, dopo
poco tempo, registrano un secondo demo, “Devil”, e se le vendite andranno come
i tre sperano, ci sarà il contratto discografico.
“Devil” – demo-tape
Al
primo ascolto potrà sembrare che, nonostante il gruppo ce l’abbia messa tutta,
il prodotto sia un pochino scadente. La registrazione approssimativa sembreraà
darvi ragione. Ma è dopo 4 o 5 ascolti che riuscirete ad apprezzare questo
demo. Heavy da strada, selvaggio e rozzo, con piccole puntatine dark. Buono il
chitarrista che ha preso molto dal buon Eddie “Fast” Clarke, ma tutto il gruppo
deve parecchio al trio dell’asso di picche. 5 pezzi in tutto: “Devil”, “Cover
girl”, “Mutha”, “A time to die” e “Black woman”.
CRYSTAL PRIDE
Correva
l’anno 1981 quando i CRYSTAL PRIDE si formarono. Alcuni suoi membri avevano già
suonato in altre bands della zona, ma ambivano a qualcosa di più positivo, di
più concreto. Prove dopo prove, riescono a farsi notare anche fuori dalla loro
area, e decidono, quindi, di autofinanziarsi un ep. Il disco fu realizzato nel
1982, in 1000 copie, ma non li rese famosi. I ragazzi non si scoraggaino e
continuano a produrre sempre nuovi pezzi finché, alla deine dell’83, la Mill
Rec. riceve un loro demo. I primi contatti avvengono col nuovo anno e a maggio
il gruppo è pronto per realizzare il mix d’assaggio per tentare l’avventura
dell’ellepì. Il 12” esce ad ottobre e contiene tre canzoni: “Knocked out” (che
apparirà anche sull’album), “Venus” vecchio hit degli anni ’70 e “Magic man”.
L’album esce alla fine di novembre con la collaborazione di Michael Tretow, già
mixerista degli Abba. La fine dell’anno e l’inizio dell’85, vede il gruppo
affrontare parecchie date in Svezia e in Norvegia.
LINE-UP:
Susanne Christenssen (voce e tastiere), Michael Lundberg (chitarra), Christer
Taimi (chitarra), Peter Quick (basso), Johnny Mattsson (batteria).
“Crystal Pride” – lp
È
un ottimo esordio per questa band svedese, sulla scia degli americani Hellion.
Sound molto Rainbowniano del periodo “Down to earth”. Piccole gemme epiche
(“The final eclipse”, “Flight of heart”), dove le tastiere creano atmosfere da
Vahlalla., si susseguono a brani ariosi e ben congeniati (“Rock’n’roll gun”,
“Evil force”, “Knocked out”). Bella la voce di Susanne (ma non è bella solo la
voce… a buon intenditor…)
ARTILLERY
ARTILLERY
si formano nel giugno del 1982 per opera dela batterista Carsten Nielsen e del
chitarrista Jørgen Sandau. Carsten era uno dei membri fondatori del gruppo punk
“The Mortuary”, poi è stato road-crew nei Fate. Fino al maggio ’83, diverse
persone venivano e andavano dalla band, come risultato di una musica troppo
dura e pesante, ma quando Michael Stytzer (chitarra) e suo fratello Morten
(basso) si unirono ai due portandosi dietro il cantante dei Devil’s Symphony
Per Onink, le cose si stabilizzarono. Le prime cose fatte dalla band erano a
metà strada tra Sabbath e Accept (???), ma nei mesi che seguirono, la musica
cambiò nel “maximum speed power doom metal” come loro definiscono la loro
musica. Nel dicembre ’83, fu registrato il primo demo che conteneva 4 tracks.
Non soddisfatti del cantante, lo cambiarono con Carsten Lohmann e, dopo poco,
tornarono con il secondo 4-tracks demo, “Shell shock”. Alternanza di pezzi
tenebrosi con pezzi ad alta velocità, fanno degli Artillery uno tra i migliori
gruppi dell’area danese. Ad ottobre esce il terzo demo:
“Deeds of darkness” – demo
Come
nei precedenti lavori, anche questo “DOD” contiene 4 canzoni: “Deeds of
darkness”, in puro stile M.Fate, ma con stacchi molto più speed. È senz’altro
la migliore song del demo. Il vocalist sembra in continua agonia, tanto è il
suo modo di cantare molto “paranoico”. “Too late to regret” è molto heavy,
tirata, insomme corre su binari più semplici rispetto all’opener. Con
“Deserter” gli Artillery tornano ad esplorare la jungla dark, in un’insieme di
accordi strani, come da tradizione. Chiude questo ottimo demo, “Hey woman” che,
a dispetto del titolo, non è una ballata mielosa e commerciale, ma un’immensa
opera dark che sembra scaturire dalle perverse menti dei conterranei M.Fate, ma
attenzione… non è una brutta copia!
STEELER
Gli
STEELER si formano nel 1981. Membri fondatori sono il chitarrista Axel Rudi
Pell e il bassista Volker Krawczak; sono
anche coloro che scrivono i pezzi per il gruppo, e stanno lavorando
assiduamente per completare il 2° lp della band, dopo il buon successo
riscontrato dall’album d’esordio (oltre 10.000 copie vendute nel mondo). Anche
loro sono prodotti da A.Thubeauville, che scoprì la band ancor prima che questa
completasse la line-up col secondo chitarrista Thomas Eder, con il cantante
Peter Burtz e con il batterista Jan Yildiral. Questi ultimi tre, sono
responsabili dei numerosi live-show tenuti dal gruppo dopo l’uscita del primo
album, live-show che hanno permesso agli Steeler di entrare di prepotenza tra i
gruppi top in Germania. Aspettiamo l’uscita del secondo album, prevista per la
primavera: può portare il successo internazionale.
HEAVY LOAD
Heavy
Load è certamente la band più conosciuta dell’area heavy della Svezia; in
effetti è stata la prima band di vero e proprio heavy metal del paese
scandinavo. Il gruppo si forma nel 1976 intorno ai fratelli RAGNE e STYRBJORN
WAHLQUIST (rispettivamente chitarrista e batterista) e al bassista MICHAEL
BACKLER, che lasciò la band dopo appena due concerti. In questo periodo, il
gruppo si chiama “DAYBREAK ECSTASY”, ma dopo che Michael lasciò la band, cambiò
nell’attuale Heavy Load. Nella primavera del ’77, prendono un nuovo bassista,
DAN MOLEN. Firmano un contratto cone la Heavy Sound con la quale incisero
l’ormai rarissimo “Full speed at high lavel”. Questo lp contiene songs molto
lunghe e complicate, lontanissime dall’attuale sound del gruppo. Nell’inverno
del ’78 approntano il primo vero tour insieme ai Neon Rose. Il rumore fa paura,
anche a Dan, che lascia la band. HL è, in questo periodo, il miglior live-act
che si può vedere in Svezia. Dan è sostituito, temporaneamente, da EERO
KOIVISTO. Entra nel gruppo anche una seconda chitarra, LEIF “LILLIEN”
LILJEGRAN. Questa terza line-up non ha vita lunga: la fine degli anni ’70 è
dura per l’heavy in Svezia; non ha molto seguito, le case discografiche lo ignorano
completamente. I due fratelli non si scoraggiano, anzi, reclutano un nuovo
bassista, TORBJORN RAGNESJO e un altro chitarrista, EDDY MALM: è l’estate del
1979, e da quel giorno, HL non cambierà più line-up. Insieme a qualche amico,
formano la Thunderbolt Rec., con la quale incidono il maxi-lp d’esordio “Metal
conquest” e il primo vero album “Death or glory”. Entrambi i lavori entrano
nelle playlist dei maggiori giornali europei. Ciò ha portato la band ad
aspettare un po’ prima di incidere il secondo lavoro “Stranger than evil”, che
è uscito nell’inverno del 1983. Heavy Load è una band molto simpatica, con
grande senso dell’umorismo. (LENA
GRAAF)
INTERVISTA ELEKTRADRIVE
Altra
intervista in questo numero di Sentinel pieno di interviste. È il turno dei torinesi
ELEKTRADRIVE; portavoce è il chitarrista del gruppo DUDGIE SIMON.
SENTINEL)
Cosa vi ha spinto a formare un gruppo come gli Elektradrive?
DUDGIE)
Come ben sapete, Elektradrive nasce dalle ceneri degli Overdrive; per via
dell’omonimo gruppo svedese abbiamo cambiato il nome in quello attuale; per
quanto riguarda la creazione di ED, ogni componente aveva in mente di
sperimentare dei suoni nuovi per l’heavy, ovvero, inserire in via di
composizione molti effetti sonori, da synth puro. Questa decisione è arrivata
da tutti e cinque i membri. Poi c’era la voglia di suonare, l’amore sviscerato
per la musica.
SENT)
Come definiresti il vostro sound?
D)
Il nostro sound è stato coniato “space metal” e ciò non può farci che piacere,
anche se qualcuno ha storto il naso, in quanto non ha riscontrato la stessa
cosa. Diciamo comunque che quella definizione ci va molto bene, perché era
grosso modo ciò che volevamo trasmettere al nostro pubblico. Come ho già detto,
il nostro sound è caratterizzato dalle inaspettate sollecitazioni elettroniche
dei synth sopra ad una base corposa.
SENT)
Quali sono state le vostre influenze? E quali i vostri gusti personali?
D)
Mah, parlare di influenze è sempre difficile, perché di solito si cerca di
portare avanti un discorso personale; comunque vi posso dire che molti di noi
provengono da diversi stili musicali, come la fusion o il funky e ciò, forse,
ha aiutato la band portando una ventata di freschezza in fase compositiva.
Invece diciamo che le influenze forse possono derivare dal fatto che noi
seguiamo da molto le produzioni di gente come R.J.Dio, MSG, Scorpions, Thin
Lizzy, Rainbow e anche i nostri gusti musicali più o meno riguardano gli stessi
gruppi.
SENT)
Pensi che “Heavy Metal Eruption” sia stato il vero manifesto dell’heavy made in
Italy?
D)
Penso di si, nonostante non sia che una minima parte di ciò che sta avvenendo
in Italia ora; il disco comunque sembra aver avuto un buon seguito dappertutto
e questo mi sembra la cosa più importante. Certo, riguardo alla qualità delle
registrazioni non c’è da esultare, anche perché molti gruppi sono stati
sollecitati a rotta di collo al momento della resa del master. Tutto sommato,
penso che quasi tutti i gruppi abbiano meritato la partecipazione a questo
episodio, anche solo per il “veteranismo”.
SENT)
Come vedi la situazione heavy in Italia e a Torino in particolare?
D)
Torino si sta indubbiamente sviluppando il fenomeno hm sotto tutti i punti di
vista; anzi, si può tranquillamente dire che è una città abbastanza prolifica.
Molti gruppi mancano di esperienza, ma propongono delle idee accettabili. In
Italia si può dire la stessa cosa, anche se la continua proliferazione di nuove
leve può portare all’inflazione piena del nostro genere, in quanto poi non c’è
più posto per molta gente. Per capirci meglio: i canali di sbocco (concerti,
promozione, video, esperienze discografiche) si restringerebbero
automaticamente. Posso dire che il futuro non è roseo, soprattutto per i
concerti e la loro organizzazione. Tutti noi sappiamo che è quasi impossibile
andare a suonare fuori dalla propria città, e ciò crea un grosso handicap in
quanto viene a mancare in pieno la promozione. È un peccato, dato che molte
bands sono ormai dotate, come noi, di una strumentazione professionale e di un
bagaglio tecnico non indifferente.
SENT)
Cosa pensi dei vari generi heavy tipo il dark, l’epico o l’hardcore?
D)
Fra i vari generi HM che mi proponete prediligiamo l’epico, soprattutto per i
testi che spesso accompagnano la pomposità dell’arrangiamento musicale; diciamo
che invece il dark attare solo me che amo i Black Sabbath da una vita e ritengo
che siano i fondatori di questo genere. Il discorso cambia invece per
l’hardcore che non piace a nessuno di noi. Comunque ognuno è libero di sentire
ciò che vuole… Secondo me non si tratta più di heavy metal in quanto viene a
mancare la melodia che, fino a prova contraria, rimane una delle componenti più
potenti.
SENT)
Qual è il tuo scrittore fantasy preferito?
D)
Certamente lo scrittore da me preferito nell’ambito della fantasy è Tolkien. La
sua opera è ancora attualissima, e si può tranquillamente dire che ha ispirato
molti autori moderni. Lo considero uno degli scrittori più completi, dato che
nelle sue opere puoi ritrovare qualsiasi elemento di letteratura moderna,
dall’avventura alla fantasia, dalla magia all’incantesimo, dall’azione più
trascinante al thrilling. Insomma, di tutto. Il grande Tolkien non morirà mai,
lasciatevelo dire; è stato un maestro di vita, ognuno dovrebbe conoscerlo pr
poter capire la potenza cerebrale infinita di questo genio (e lo vieni a dire a
noi? N.d.r.).
SENT)
Sieti soddisfatti del gruppo?
D)
Si, soprattutto della musica che facciamo, insomma della roba che abbiamo
tirato fuori. Però, allo stesso tempo, la vita di un musicista è molto dura,
visto che per noi è quasi una professione, anche se a livello economico non
riusciamo ad andare avanti. Secondo me l’heavy è ghettizzato da chi non conosce
questa musica ed è un peccato, dato che secondo me è una delle musiche più
complete. Questo si riallaccia a quanto ho detto prima. Comunque vi posso dire
che a livello di critica non ci aspettavamo un seguito così… bello! Ci ha
scritto gente da tutta Italia e ciò ci ha fatto un enorme piacere. Speriamo che
i nostri fans ci seguano sempre: ne abbiamo bisogno e noi daremo sempre il
massimo!
SENT)
Il vostro sound non è prettamente heavy. Come spieghi, allora, il fatto che il
gruppo ha parecchio seguito di headbangers, anche dei più esagitati?
D)
È un problema che non ci proponete per primi. Vi posso dire che forse voi non
conoscete i pezzi nuovi quindi non vi potete rendere conto del leggero
cambiamento del nostro sound. Intendiamoci, non abbiamo abbandonato i vecchi
pezzi e la loro impostazione, ma ci siamo orientati un po’ di più sull’heavy
tirato. Il nostro singolo è nato da un momento particolare della band. Penso
che gli amanti dell’heavy tirati ci seguano lo stesso per la differenza
strutturale dei nostri arrangiamenti rispetto ad altre bands. Per carità, non
voglio avere la palma dell’originalità, ma mi sono accorto anche io dopo tanto
tempo che siamo diverse da molta gente nel modo di concepire l’heavy metal. E
poi un’altra ragione: penso che molta gente voglia sentire ancora la melodia
nelle canzoni, anche con un ritmo indiavolato.questo credo che non ci manchi
grazie ad Elliott (vocalist), il cui timbro vocale favorisce sicuramente la
tendenza al melodic hard rock.
SENT)
Cosa state progettando per il futuro?
D)
Abbiamo in programma il nostro primo album, che a dir la verità doveva già
uscire in gennaio, ma per vari problemi non è poi uscito. Adesso è quasi sicuro
che uscirà quanto prima. A questo lp sarà abbinato un video che inizieremo a
girare tra non molto. Aspettiamo sempre l’uscita della compilation “Metallo
Italia” (questa intervista è stat fatta prima dell’uscita del suddetto disco
n.d.r.), nella quale parteciperemo col brano “Winner”, e un’altra compilation
che comprende 6 gruppi di Torino più 2 gruppi di fuori, e nella quale
partecipiamo col brano “Secrets of the holy grave”. Per quanto riguarda
l’attività concertistica… abbiamo toccato un tasto sbagliato. Comunque
cercheremo di farci conoscere anche fuori Torino nonostante le difficoltà che
comprende un’organizzazione del genere. Ciao a tutti e ricordate: STAY ALWAYS
IN METAL!!!!!!!!!!!!!!
HEAVY METAL NEWS
I T A L Y
Uscirà
nei prossimi giorni il primo ep per i pescaresi UNREAL TERROR per la Bess Rec. … Entro giugno il nuovo demo dei
torinesi WHITEFIRE … Prossima
invasione degli SKANNERS per un mini
tour italiano … Uscirà probabilmente dopo l’estate il primo lp dei CROSSBONES … Cambio di vocalist negli ANGEL KILLERS di cui è ormai pronto il
nuovo demo “The revenge of the renegade” … Anche i fiorentini SABOTAGE ritornano con un nuovo demo
che vede alla voce l’ex-AIRSPEED
Morby … Gli XENON hanno scelto come
unico rappresentante legale per tutte le evenienze, compreso organizzazione di
concerti, la ATM AGENCY, che ha la propria sede in viale XXX Giugno 25
aTolentino, proivincia di Macerata (c.a.p. 62029) … Attenzione ai GHOSTRIDERS, nuova black-metal band
dell’area ligure … TYRANT TOWN sono
rimasti i ntre dopo l’esonero del vocalist Francis Pyro; sarà il bassista Andy
Pieroni a cantare … Si risvegliano le heavy metal bands ternane: è prossimo
l’esordio di un nuovo gruppo con qualche membro della redazione di Sentinel; ancora
oscuro il nome, ma sembrerebbe EXECUTOR
… Gli EXILE comunicano che è
disponibile il nuovo demo-tape “Slave to fantasy”. Spedite L.5000 a Gianni
Della Cioppa, via Bramante 4, 37138 Verona…………….
W O R L D
Gli
OVERDRIVE hanno un nuovo vocalist e
stanno preparando il successore di “Swords and axes” … La SPV-Steamhammer
records, dopo aver prodotto l’esordio dei terribili SODOM e degli altrettanto terribili DESTRUCTION, si prepara a far uscire il primo mini-lp dei
formidabili IRON ANGEL; titolo:
“Rush of power” … Sembra che il nuovo album degli SLAYER contenga solo 7 canzoni! aaaaaaaaaarghhhhh!!!! … Finalmente
anche i MEGADETH dell’ex-Metallica
David Mustaine, hanno un contratto: l’hanno firmato con la Combat rec. …
Esordio discografico per i tedeschi CRACK
JAW con l’album “Nightout” … Novità in casa MAUSOLEUM
REC.: Ostrogoth (“Don’t point your finger”); Cutty Sark (“Heroes”); Living
Death (“Watch out”); Atlain (“Living in the dark”); Tyrant (“Metal machine”); Sergeant
(“Sergeant”); Together (“Playing games”); Mad Axeman (“Hellraiser”) … “Break your back” è il titolo del primo lp degli
speed-metal monsters di Chicago ZOETROPE
… Gli ultimi decessi: David Byron (ex vocalist degli Uriah Heep); Kaust Rakhit
(tastierista 22enne dei Runestaff); Mal Spooner (chitarrista dei Demon) …
“Theatre of pain” è il tiolo del terzo lavoro dei MÖTLEY CRÜE … “Back waxed” è invece il titolo di un’antologia degli
ANVIL (ma che cazzo di fine hanno
fatto?) … Kal Swann (ex-Tytan) è il nuovo vocalist dei BLACK SABBATH …
See you in hell,
metalheads!!!
SENTINEL
METAL POLL 1984
GRUPPO
1)
Judas Priest
2)
Queensryche
3)
Manowar
4)
Motorhead
5)
Dio
6)
Iron Maiden
7)
Scorpions
8)
Metallica
9)
Warlord
10)
Accept
LP
1) Defenders of the
faith (Judas Priest)
2) The warning
(Queensryche)
3) No remorse
(Motorhead)
4) Sign of the hammer
(Manowar)
5) The last in line
(Dio)
6) Ride the lightning
(Metallica)
7) Powerslave (Iron
Maiden)
8) Warning games
(Hocculta)
9) Hail to England
(Manowar)
10) Power games (220
Volt)
45 GIRI/EP
1) Freewheel burning
(Judas Priest)
2) Detaching from
Satan (Paul Chain)
3) Strana Officina
(Strana Officina)
4) Killed by death
(Motorhead)
5) All men play on ten
(Manowar)
6) Aliens (Warlord)
7) We rock (Dio)
8) Aces high (Iron
Maiden)
9) Midnight
rendez-vous (Tokyo Blade)
10) Hellion (Hellion)
CANTANTE UOMO
1) Rob Halford (Judas
Priest)
2) Geoff Tate
(Queenryche)
3) Eric Adams
(Manowar)
4) Ronnie James Dio
(Dio)
5) Klaus Meine
(Scorpions)
6) Ozzy Osbourne
7) Bruce Dickinson
(Iron Maiden)
8) Rhett Forrester
(Riot)
9) Lemmy (Motorhead)
10) Massimo Lodini
(Hocculta)
CANTANTE DONNA
1) Joan Jett
2) Ann Boleyn
(Hellion)
3) Dorothee Pesch
(Warlock)
4) Nicole Lee
(Znowhite)
5) Jody Turner (Rock
Goddess)
6) Lee Aaron
7) Susanne Christensen
(Crystal Pride)
8) Wendy O’Williams
9) Betsy (Bitch)
10) Lita Ford
CHITARRA
1) Dave Murray (Iron
Maiden)
2) Jackie E. Lee (Ozzy
Osbourne)
3) Glenn Tipton (Judas
Priest)
4) Toni Iommi (Black
Sabbath)
5) Ritchie Blackmore
(Deep Purple)
6) Mathias Jabs
(Scorpions)
7) Akira Tagasaki
(Loudness)
8) Ross The Boss
(Manowar)
9) Joh Sykes
(Whitesnake)
10) Yingwie Malmsteen
BASSO
1)
Geddy Lee (Rush)
2)
Steve Harris
(Iron Maiden)
3)
Geezer Butler
(Black Sabbath)
4)
Joey Di Maio
(Maoar)
5)
Lemmy (Motorhead)
6)
Francis Buchholz
(Scorpions)
7)
Cronos (Venom)
8)
Cliff Burton
(Metallica)
9)
Timi Grabber
(Mercyful Fate)
10)
Jimmy Bain (Dio)
BATTERIA
1)
Neil Peart (Rush)
2)
Herman Rarebell
(Scorpions)
3)
Pet Gill
(Motorhead)
4)
Scott Columbus
(Manowar)
5)
Tommy Aldridge
(Ozzy Osboune)
6)
Dave Holland
(Judas Priest)
7)
Lars Ulrich
(Metallica)
8)
Dan Beelher
(Exciter)
9)
Rob Reiner
(Anvil)
10)
Tommy Lee (Motley
Crue)
TASTIERE
1)
Alan Owen (Pretty
Maids)
2)
Claude Schnell
(Dio)
3)
Don Airey (Ozzy
Osbourne)
4)
The sentinel
(Warlrod)
5)
Geddy Lee (Rush)
6)
Jon Lord (Deep
Purple)
7)
Ruggero Zanolini
(Vanadium)
8)
Mike Levine
(Triumph)
9)
Dennis Wharton
(Thin Lizzy)
10) Eddie Van Halen
(Van Halen)
RIVELAZIONE
1) Queensryche
2) Tokyo Blade
3) 220 Volt
4) Pretty Maids
5) Trouble
6) Helstar
7) Cloven Hoof
8) Omen
9) Warlock
10) Hellion
DELUSIONE
1) Saxon
2) Van Halen
3) Fastway
4) Di Anno
5) Holocaust
6) Samson
7) Quiet Riot
8) MSG
9) Armored Saint
10) Waysted
CONCERTO
1) Scorpions/Joan Jett
2) Iron Maiden/Motley
Crue
3) Astaroth
4) Stiff
5) Venom/Metallica
6) Mercyful Fate
7) Paul Chain/Gunfire
8) Tyrant Town
9) Acdc/Motley Crue
10) Skull
DEMO TAPE
1) Skanners ‘84
2) Hard steel (Gunfire)
3) Dies Irae (Royal
Air Force)
4) Astaroth ‘84
5) Ace of blades
(Shining Blade)
6) Calvario (Tyrant
Town)
7) Maniac (Skull)
8) An eye for an eye
(Monolith)
9) Havin’ a look
(Alverman)
10) Halloween ‘84
TRACKS
1) The sentinel (Judas
Priest)
2) Bridge of death
(Manowar)
3) Roads to madnss
(Queensryche)
4) Rime of the ancient
mariner (Iron Maiden)
5) Locomotive
(Motorhead)
6) 17 days (Paul
Chain)
7) Coming home
(Scorpions)
8) Witches’ chant
(Hocculta)
9) Run with he pack
(Helstar)
10) Mystery (Dio)
ITALIAN BANDS
1) Paul Chain &
Violet Theatre
2) Strana Officina
3) Hocculta
4) Stiff
5) Astaroth
6) Gunfire
7) Shining Blade
8) Skanners
9) Crying Steel
10) Revenge
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