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sabato 4 febbraio 2012

Il poeta del giorno: JOHN DONNE

John Donne (Londra, 1572 – 31 marzo 1631) è stato un poeta inglese. Fu anche un religioso e, come tale, ricoprì il ruolo di decano della cattedrale londinese di St.Paul. Scrisse sermoni e poemi di carattere religioso, traduzioni latine, epigrammi, elegie, canzoni e sonetti. Celeberrimi sono i suoi versi di Nessun uomo è un'isola contenuti in Meditation XVII e citati da Ernest Hemingway in Per chi suona la campana e da Nick Hornby in Un ragazzo (About a Boy). Attento ai mutamenti della sua epoca - diviso tra la scienza di Copernico e Keplero e la filosofia di Bacone e Calvino - fu il primo a citare Galileo in un proprio componimento, Ignatius his Conclave del 1611. Cresciuto in una famiglia che professava il cattolicesimo, Donne studiò dal 1584 a Oxford e, successivamente, a Cambridge; viaggiò per l'Europa e nel 1595 accompagnò il conte di Essex nelle spedizioni inglesi a Cadice e alle isole Azzorre. Ritornato in patria, divenne segretario del barone Ellesmere Egerton, di cui sposò clandestinamente nel 1601 la nipote Anne More; iniziò a questo punto la sua attività letteraria. Suoi primi lavori furono canzoni satiriche e sonetti, che costituiscono il corpus giovanile della sua opera e sono apprezzabili soprattutto per il loro stile realistico e sensuale. Le nozze clandestine con Anne More non giovarono alla sua reputazione, cosa questa che influenzerà notevolmente la sua successiva produzione letteraria. Contestualmente, si avvicinò all'anglicanesimo affrontando da un punto di vista differente dubbi e tematiche politico-sociali, ma anche scientifiche e filosofiche, del suo tempo. Tra mille difficoltà finanziarie, sull'orlo della disperazione (e forse anche del suicidio), sebbene fosse ormai diventato un predicatore affermato (molti suoi lavori saranno raccolti nel 1624 nelle sue Devotions) e per due volte (1601 e 1614) membro del parlamento, prese i voti e fu ordinato decano della chiesa anglicana dal re Giacomo I d'Inghilterra. Dal 1617, anno in cui morì la moglie, la sua poesia si farà sempre più cupa, privilegiando temi funerei e pessimistiche considerazioni esistenziali.



Il cuore infranto

È matto da legare chiunque giuri
Che è stato innamorato per un’ora;
E non perché l’amore meno duri,
Ma perché dieci, intanto, ne divora;
Chi mai mi crederebbe se dicessi
Che ho sofferto di peste per un anno?
E chi non riderebbe se giurassi
Che una bomba è scoppiata un giorno intero?
Ah, che miseria il cuore, appena cade
Nelle mani d’Amore: ogni altra pena
Si stringe per far posto alle altre pene
Che s’affacciano al cuore, mentre Amore
Ci piglia e ci divora in un boccone,
Senza nemmeno masticarci; a schiere
Intere ci mitraglia; lui è il luccio
Predone, i nostri cuori minutaglia.
Se non fosse così, cos’è accaduto
Al mio cuore, il giorno che ti vidi?
Avevo un cuore quando entrai da te,
Ma non l’avevo più quando ne uscii;
Fosse da te venuto, so che avrebbe
Insegnato al tuo cuore a dimostrarsi
Più pietoso con me; ma Amore, ahimè,
Lo spezzò in un sol colpo, come vetro.

Canzone
Mio dolcissimo amore, non fuggo
per stanchezza di te,
né perchè spero che il mondo possa offrirmi
un amore più degno;
ma poiché è destino
che io debba infine morire, è molto meglio
che mi prenda per scherzo l'abitudine
di morire così di qualche morte finta.
Ieri sera anche il sole era fuggito,
eppure oggi è qui.
lui non ha desideri e non ha sensi,
nemmeno un corso breve come il mio:
dunque non ti preoccupare per me,
credi che tutti i miei viaggi
saranno assai più rapidi, perchè io
ho più ali e più sproni di lui.
Ma come è fragile il potere dell'uomo,
che se anche ha buona fortuna
non vi si può aggiungere un'ora di più,
né richiamare un'ora che ha perduta!
Ma venga pure la cattiva sorte:
le aggiungeremo la nostra forza,
le insegneremo l'arte e la portata,
così che su noi tragga vantaggio.
Quando sospiri non sospiri vento,
ma esali la mia anima;
quando piangi, scortesemente cortese,
corrompi il sangue della mia vita.
Non è possibile che tu mi ami
come dici di amarmi se disperdi
con la tua la mia vita,
tu che di me sei la parte migliore.
il tuo cuore da oracolo
non mi preannunci alcun male: il destino
potrebbe prendere anche la tua parte,
realizzando così le tue paure;
pensa piuttosto che noi
ci siamo solo voltati le spalle nel sonno;
coloro che a vicenda si tengono vivi
non sono mai separati.

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