“Vola solo chi osa farlo.»
(Luis Sepulveda)
VENTIQUATTRESIMO
7 novembre 1984.
Gli Strangers, e nella fattispecie Fausto, Bob “the flying dutchman”,
Marco, Roby, Robur, Alex “dr. Zantaff”, Mauro e Alex di Viterbo, partirono da
Terni nelle primissime ore del pomeriggio, raggiungono Perugia verso le 15 e
30, recuperano Giulio e Aurelio degli Interceptor, e poi via, destinazione
Firenze: meta il Teatro Tenda dove si esibiscono i teutonici Scorpions e, come
special guest, Joan Jett e i suoi Cuori Neri.
Stavolta i ragazzi trovano la strada giusta, ma riuscire a rimediare due
posti macchina nelle vicinanze del Teatro Tenda sul Lungarno, fu abbastanza
arduo, ma riuscirono nell’intento proprio ai limiti del “divieto di sosta” (se ci scappava pure una multa, oltre ai
soldi del viaggio e del biglietto, erano problemi molto seri).
Avute le dovute e necessarie perquisizioni con i metal detectors, i cani
anti-droga, i raggi X etc., fatti regolarmente i biglietti da 21.000 lire (se non ricorda male, il pupo!), data
un’occhiata veloce alle varie bancarelle disseminate lungo il tendone prima
dell’entrata con le solite t-shirts, toppe e ammennicoli vari, si entra nella
mega arena già notevolmente affollata.
Roby, per l’occasione, invece delle solite scarpe da tennis più comode,
aveva messo un paio di stivaletti con 5 centimetri di tacco (quando uno è basso è basso… che ce vuoi
fa!), stretti, e che davano un maledettissimo e continuo dolore ai suoi pieducci
delicati. Fu costretto, suo malgrado, a seguire tutto il concerto dalle sedie
poste intorno al “parterre-de-roi” in cui migliaia di kids già cominciavano a
“pogare” con le note di brani hard rock emanati dall’imponente amplificazione.
Alle 20 e 15, si spengono le luci, tacciono le voci, e nel buio senti
sussurrar: «Hallo Florence! Are
you ready to rock and roll? Joan Jett and the Blackhearts!» e le note di
“Bad reputation” infiammarono il teatro, ma fu solo un fuoco di paglia: tutto
il concerto della minuta Joan e dei suoi tre compagni di viaggio, fu bersagliato
da continui lanci di monetine, sputi (ma
brutti stronzi, se il rock’n’roll non era stato inventato, cosa kazzo avreste
fatto tutto il giorno, eh?) e grida tipo “Nuda! Nuda!” verso il
palcoscenico, cosa che costrinse il gruppo a lasciare l’audience dopo una
quarantina di minuti; mezzora circa di stasi, giusto il tempo per gli Strangers
e quei pochi che avevano apprezzato il concerto dell’americanina tutto pepe e
“rocchenroll” di riprendere fiato, ecco che una musica quasi dance annuncia
l’arrivo di un’astronave aliena; in una girandola di luci stroboscopiche uno
sportello si alza e i cinque rockers tedeschi fanno il loro ingresso trionfale
nell’arena con la veloce “Coming home”. È un inizio da cardiopalma: il folletto
Klaus saltella di qua e di là manco avesse 15 anni, coadiuvato dai due axeman
Rudolf e Mathias, mentre la sezione ritmica composta da Francis e Hermann,
scandisce il tempo come un metronomo.
Eseguono i pezzi più famosi come “Blackout”, “Big city nights”, “Coast
to coast”, “Bad boys running wild”, “Make it real” tra i cori dei mettalers
italici e i continui incitamenti di Klaus Meine. Poi eseguono “Holiday”
sfumata con “Still loving you” in una miriade di accendini accesi, mani che
vanno a destra e a sinistra, lacrimucce da quindicenni in amore, e il concerto
fila via che è una meraviglia. La classe è classe, e gli Scorpions ne hanno di
classe da vendere! Ci concedono tre bis fino alla torre umana finale con Klaus
che sale sulle cosce dei due chitarristi per prendersi l’applauso finale.
11 novembre 1984.
Ovvero: non c’è mai limite all’amore per il metallo pesante!
A soli quattro giorni di distanza (per
chi non lo ricordasse, ve lo ricordo io: siamo nel 1984 e di concerti in Italia
ne passavano tanti, come i capelli di Claudio Bisio) dal concerto degli
Scorpions e Joan Jett, i nostri amici rockers della conca ternana, affrontano
un altro viaggio lungo i meandri della nostra amata Italia, stavolta in treno,
per raggiungere Bologna, sede dell’ennesima calata italica degli Iron Maiden (credo che ormai l’italiano sia la loro
seconda lingua), da tempo diventato il gruppo di punta di tutto il
movimento heavy metal mondiale (anche se
io, personalmente, non sono molto d’accordo… ma questa è un’altra storia).
La formazione degli Strangers è leggermente diversa da quella di quattro
giorni prima: ai soliti Roby, Marco e Fausto, (Mauro preferì andare a vedere Renatuccio Zeruccio al Politeama, Robur
non aveva una lira, Bob è uno scozzese trapiantato in Italia, quindi un concerto bastava e avanzava) si aggiunge anche
Raffaele con la sua ragazza: Raffaele è un “quasi” nuovo acquisto. È un ragazzo
che, da qualche tempo, conduceva una sua trasmissione heavy dalle onde di radio
Galileo, e quello era il suo primo concerto importante.
Arrivati alla stazione di Bologna, c’è il tempo per rendere un piccolo
omaggio alle vittime della strage del 2 agosto dell’80, in cui perse la vita
anche un ragazzo ternano, Sergio Secci, studente del D.A.M.S.
Unitisi ad un altro gruppo di metallari dell’alta Italia, i nostri si
avviano a piedi verso il Teatro Tenda; i soliti rituali (leggasi “le mani addosso da parte della Polizia locale”), quindi
nella bolgia dei leoni, prima a saltellare con i Mötley Crüe, gruppo spalla, e
il loro glam rock’n’roll divertente, scanzonato, coinvolgente e con un pizzico
di erotismo (che non fa mai male,
nevvero?), e poi con i padroni della serata, gli “dèi” Iron Maiden.
Ricordate quando Roby, con enfasi estatica commentava il concerto dei
Maiden a Roma, tre anni prima, quasi all’inizio di questo pseudo libro? Di
acqua ne è passata sotto i ponti, sia per lui che per i cinque rockers inglesi (più per loro che sono diventati miliardari
che per Roby che sguazza tra la piccolissima borghesia e la miseria più nera…
della serie: “i casi della vita”); il gruppo è diventato famoso in tutto il
mondo, concerti sempre strapieni e sold-out, dischi d’oro, di platino e chi più
ne ha… ma questo non ha portato al consueto “imborghesimento” dell’ensamble,
anzi, i cinque sono sempre più l’immagine chiave del perfetto metallaro:
capelli lunghi, borchie e catene, denim and leather, sudore e sbattimento di
testa (sempre “the famous headbanging,
per chi non lo sapesse… brutti somaracci!). Vabbè che ancora non hanno
superato la trentina, e sono ancora nel vivo della loro giovinezza, ma,
solitamente, quando uno comincia a vedere il colore degli assegni sempre più
corposi, comincia anche a fregarsene del resto. Beh questo con gli Iron Maiden
non è successo, o per lo meno, bisognerà aspettare gli anni novanta per vedere
un certo rilassamento. I brividi che corrono lungo la schiena durante
l’esecuzione di pezzi come “Run to the hills” o “The number of the beast” o
“Rime of the ancient mariner” non sono altro che l’inconfutabile prova di come
questi ragazzi sono entrati nella vita di tutti noi; ormai sono come dei
fratelli, o per lo meno, come degli amici sinceri, di quelli di cui ti puoi
sempre fidare, di quelli che non ti abbandonerebbero mai, di quelli che sia
quel che sia ci saranno forever, nei momenti di esaltazione come in quelli di
sconforto, ed è bello sapere che puoi sempre contare su di loro.
Non vi sto qui a fare la cronaca dettagliata del concerto, anche perché
c’è la recensione sul “number two” di Sentinel, che uscirà di lì a breve.
A Terni, il 1984 si chiude tragicamente: il giorno di Santo Stefano,
viene trovato il corpo penzolante da una trave, di Paolo “Hascisc” Cabiati,
figura apparentemente singolare e stravagante conosciuta in tutta la città.
Paolo dalla lunga sciarpa, dai cappelli enormi e dai capelli
lunghissimi, Paolo l’anarchico, Paolo il pittore inquietante (parole di Marcello Ricci, n.d.a.) si è
ucciso impiccandosi in una capanna al Villaggio Matteotti lasciando una
lettera:
“Non ce la faccio più, non riesco
ad uscire dalla paranoia, più la mattina che la sera anche, perché non so come
mai questo succede… Dovreste tener da conto questa delega per un quadro
nascosto dietro l’armadio… Magari è un poco assurdo però una cosa che mi sento
ormai da tempo e, d’altra parte non so neanche più cosa fare… Peccato è
diventata una situazione impossibile non fosse altro che per la mia povera
testa per quanto non succede in giro!... Vorrei scriverci dell’altro, non so
nemmeno io cosa, non è nemmeno che non mi raccapezzo però, purtroppo è così e
non c’è altro da fare né da dire nemmeno che pensarci… Che m’impicco? Fuori di
qui: May be!” (stralcio della lettera
lasciata da Hascisc…)
Roby lo aveva conosciuto una domenica in “Passeggiata”, giocando a
pallone con gli amici del “Palazzo Primavera”, ma non lo aveva mai frequentato,
ma la sua figura era inconfondibile. Paolo era, quel che si dice,
“un’istituzione” per la Terni proletaria, nonostante fosse figlio di un celebre
avvocato; una figura che rimarrà indelebile nella mente di tutti coloro che, in
un modo o nell’altro, lo hanno conosciuto. PAOLO AVEVA SOLO 29 ANNI.
PICCOLA CRONISTORIA DEL 1984
Si tratta di un anno
apparentemente tranquillo, passivo, riservato. Non mancano, però, le novità a
cominciare dalla definitiva affermazione del CD e da latri fenomeni nuovi come
il videoclip musicale. Nasce, infatti, prima in Europa, sul modello americano
di MTV, “Videomusic”, la musica da vedere che diffonde videoclips 24 ore su 24.
Apparire diventa importante nell’abbigliamento, vanno di moda i colori
fluorescenti e scoppia il boom dei jeans usati: più sono rotti e consumati, più
sono ricercati. Il 23 gennaio Francesco Moser conquista il primato dell’ora su
pista, percorrendo 51,151 chilometri. Il 18 febbraio, nei saloni di Villa
Madama, il Presidente del Consiglio Bettino Craxi e il Segretario dello Stato
del Vaticano, il cardinale Agostino Casaroli, firmano il nuovo Concordato tra
Stato Italiano e Chiesa. In questo anno muoiono grandi personalità della
cultura e della politica. Muore il grande Eduardo De Filippo, grandissimo
protagonista del teatro italiano; ci lascia l’attore Richard Burton; nel mondo
politico c’è la scomparsa di Enrico Berlinguer, uno dei politici più amati
dalla gente. Un milione di persone gli renderanno omaggio nell’estremo saluto.
Il 24 luglio, nel fosso Reale di Livorno, vengono ritrovate tre pietre che
vengono attribuite al Modigliani: si tratterà, invece, di una goliardata di
quattro studenti. Il 12 novembre inizia il processo a Vincenzo Muccioli della
comunità di “San Patrignano”. Dieci anni dopo la strage dell’Italicus, un’altra strage ferroviaria
nella galleria tra Firenze e Bologna: due esplosioni sventrano il treno 904
Napoli-Milano provocando 15 morti ed oltre 100 feriti. Nello sport, bisogna
ricordare i tre ori olimpici a Los Angeles di Alberto Cova nei 10.000 metri, di
Alessandrino Andrei nel getto del peso e di Gabriella Dorio nei 1.500
femminili. Al cinema grande successo per la coppia Benigni-Troisi nel film “Non
ci resta che piangere”. In tv c’è il grande successo de “La piovra” con Michele
“Cattani” Placido, mentre Carlo Rubbia riceve il nobel per la fisica. Tra i
successi musicali: “Vita spericolata” di Vasco Rossi, “La donna cannone” di De
Gregori, “Terra promessa” di uno sconosciutissimo Eros Ramazzotti, “Ci vorrebbe
un amico” di Venditti e “No tiengo dinero” del due Righeira.
HIT PARADE 45 GIRI
1)Fotoromanza (G.Nannini)
2)Against all odds (P.Collins)
3)Self control (Raf)
4)Love of the common people (P.Young)
5)Relax (Frankie goes to Hollywood)
6)All night long (L.Ritchie)
5)Relax (Frankie goes to Hollywood)
6)All night long (L.Ritchie)
7)State of a nation (Industry)
8)Radio ga-ga (Queen)
9)Sounds like a melody (Alphaville)
10)Ci vorrebbe un amico
(A.Venditti)
11)La collegiala (Rodolfo y su
Tipica)
12)Movin’ on (Novecento)
13)Victims (Culture Club)
14)Big in Japan (Alphaville)
15)Friends (A.Stewart)
HIT PARADE LP
1) Va bene, va bene così (V.Rossi)
2) Puzzle (G.Nannini)
3) Cuore (A.Venditti)
4) No parlez (P.Young)
5) La donna cannone (F. De Gregori)
6) Fabio Concato (F.Concato)
7) Mixage 3 (Vari)
8) Musicante (P.Daniele)
9) Speciale Sanremo '84 (Vari)
10) Festivalbar '84 (Vari)
11) Sincerità (R.Cocciante)
12) Viaggi organizzati (L.Dalla)
13) Thriller (M.Jackson)
14) Voulez vous dancer (Ricchi e Poveri)
15) Born in the Usa (B.Springsteen)
HIT PARADE LP
1) Va bene, va bene così (V.Rossi)
2) Puzzle (G.Nannini)
3) Cuore (A.Venditti)
4) No parlez (P.Young)
5) La donna cannone (F. De Gregori)
6) Fabio Concato (F.Concato)
7) Mixage 3 (Vari)
8) Musicante (P.Daniele)
9) Speciale Sanremo '84 (Vari)
10) Festivalbar '84 (Vari)
11) Sincerità (R.Cocciante)
12) Viaggi organizzati (L.Dalla)
13) Thriller (M.Jackson)
14) Voulez vous dancer (Ricchi e Poveri)
15) Born in the Usa (B.Springsteen)
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