Lettere
- Ho riletta l'opera della Bergalli, che sempre più mi è piaciuta. Ella è condotta e scritta assai bene, e fa vergogna a tante puerilità e sciocchezze, che escono alla giornata dalla penna di cotesti poetastri. (dalla lettera a al Sig. Andrea Cornaro, 13 gennaio 1725, p. 17)[2]
- Ho ricevuto il vostro Dramma. L'ho letto e riletto con piacere. È scritto assai bene e assai bene caratterizzato, e condotto. Si sostiene dal principio al fine ugualmente in tutte le sue patti; e me ne rallegro con voi. Permettetemi solo che con libertà vi dica il mio sentimento. Temo molto, che nel terzo atto la sua rappresentazione riesca troppo asciutta e melancolica, per essere appunto troppo ripiena di passioni e di affetti. (dalla lettera a Luisa Bergalli, 13 ottobre 1725, p. 63)[2]
- Alla gentile non meno che valorosa Signora, Luisa Bergalli, Apostolo Zeno felicità e salute.
Vienna 9. Ottobre 1723.
Ho ricevuto e letto con molta soddisfazione il Dramma intitolato Agide, uscito dal vostro felicissimo ingegno, di cui avete voluto farmi parte a titolo di gentilezza; benché la vostra modestia voglia farmelo credere a fine dì correzione. Esso a dirvi sinceramente l'animo mio, mi è piaciuto sovra quanti ne avete per l'addietro composti; e credo che sarò per dare lo stesso giudicio a favor di quelli che andrete in avvenire scrivendo, mentre con 1'esercizio e con lo studio la vostra poesia si va sempre più ripulendo e perfezionando, a somiglianza dei fiumni reali, che più crescono d'acque nel corso, e più acquistano di limpidezza. (p. 392)
[Apostolo Zeno, Lettere, Vol. III, Francesco Sansoni, Venezia 1785]
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