Ma su te, misero, ahimè, s'addensa
un tremendo uragano, una bufera immensa,
dal caldo meridione infuriando verrà
e strage alla pianura ferace recherà
che la tua corrente disseta.
E quel giorno, ahimè, lontano non è!
Su te il ciel sereno s'inarcherà,
ma intorno grandine di piombo cadrà
e sangue a fiotti e di lacrime un torrente
e lampi e tuoni — oh che battaglia ardente!
Qui all'urto delle spade affilate,
le tue acque di rosso saranno colorate:
il nostro sangue a te scorrerà,
quello nemico ti intorbiderà!
Rammenta, chiaro Isonzo, allora
ciò che il cuore ardente implora:
Quanto di acqua in serbo avrà
nei suoi nembi il tuo cielo,
quanto nelle tue montagne sarà
d'acque e nelle pianure fiorite
riversale allora finché tutte saran uscite
e tu cresci, sollevati con la corrente tremenda!
Non ridurti entri i limiti delle sponde,
balza dagli argini tuoi furibondo
e lo stranier della nostra terra avido
nel fondo dei tuoi gorghi travolgi impavido!
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