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domenica 15 gennaio 2012

Ernest Koliqi (1903 - 15/1/1975)


IL SUO PROFUMO E I SUOI VOLTI
I tuoi notturni gelsomini, o Patria,
profumano d'acuta nostalgia
le ore del mio esilio.
Lontana sei, ma i volti
della tua numerosa aspra bellezza
fiammeggiano specchiati nel profondo

cielo dell'anima,
da rugiade di duolo illimpidito.
Intatta porto in me l'azzurra pace
dei mattini che incrina l'argentina
voce delle campane
ed il mistico invito
dei minareti aerei
che l'alba ingiglia.
Porto con me
la purpurea delizia degli estivi
meriggi scutarini
nei cortili recinti d'alte mura
ove dalla calura
s'imperlano di lievi gocce rosee
le gole delle giovinette assise
al rezzo sotto il moro
mentre a tratti risuona,

gaio e sonoro nunzio di frescura,
del secchio il cozzo che dal buio fondo
del pozzo sale a sgocciolar sul marmo
del puteale veneto.
Porto con me l'incanto
trepido e l'oro delle lente sere
che la bocca del vento,--
calato d'improvviso giù dai monti,--
rende inquiete
mormorando le antiche
nenie segrete
che vivono nel canto delle fonti
alpestri e nell'anelito tonante
della foresta ov'hanno lor dimore
le Madri millenarie della stirpe
e i Genii, fabbri delle nuove gesta.



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