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venerdì 20 gennaio 2012

TERNI CITY ROCKERS: 14a puntata


«La nostra gloria più grande,                               
non sta nel non cadere mai,
ma nel risollevarci sempre
dopo una caduta.»
   (Confucio)

SETTIMO
                                                                                                                                            
Dal diario di Roby D. – 8 ottobre 1982 – ore 21,30

«Siamo giunti all’otto di ottobre. Sono stato a letto con la febbre per 4 lunghi giorni. Tutto era cominciato perché non avevo voglia di andare a lavorare, ma in seguito la febbre è venuta per davvero. Sto ascoltando “Rock forever” dell’ex amico Fabrizio. Sta passando una nuova band americana, gli Y & T. La vita va benino nonostante la bua. Non ho più notizie di Lory dal lontano maggio, chissà che fine ha fatto. Stasera dovevo andare a cena con gli Strangers a Sangemini, dove è già iniziata la festa, ma ho dovuto rinunciare. Mi sono rotto i “cosiddetti” di stare dentro casa, ma domani esco, voglio vedere gente, sennò scoppio. Devo fare il regalo a Paolo che ha fatto 20 anni giusto 4 giorni fa. Non lo so cosa gli regalerò, probabilmente andrà a finire che gli regalerò un disco insieme a Rivellone, ed ho pensato agli Asia. Ah, mi scordavo: mi manca tanto la Peroni! Bye bye gente!

   Ma il giorno dopo, successe che suo cugino, il titolare della ditta edile dove Roby lavorava da tre mesi, dopo una breve e tormentatissima malattia, morì a soli 43 anni. Per la prima volta, e purtroppo non fu l’ultima, Roby vedeva morire lentamente qualcuno che conosceva. Infatti, suo cugino, si ammalò in giugno di una tremenda forma di cancro, ed in soli 4 mesi, si era spento tra atroci sofferenze e brevi momenti di lucidità. Roby rimase profondamente colpito da questo tragico evento ma, purtroppo, si sa che la vita è una grossa fregatura.
   Così si ritrovò di nuovo senza lavoro, perché la ditta fu messa in liquidazione. Anzi, i parenti del defunto, che poi erano anche suoi parenti, avevano pensato a lui, dato che era diplomato ragioniere, per fare tutte le pratiche per la messa in liquidazione, ma lui non se la sentì di assumersi questa grossa responsabilità, anche perché nei tre anni che erano trascorsi dal suo esame di maturità, non aveva mai esercitato la professione, quindi non era proprio in grado di poter assolvere a questo impegno così gravoso.

   Dieci giorni dopo, con i soldi che riuscì ad avere come buonuscita (circa 400.000 lire) per il lavoro, si comprò una chitarra elettrica di seconda mano (lui aveva suonato la chitarra acustica fin da bambino) e un bel distorsore. Non aveva i soldi necessari per un amplificatore, e allora attaccò il tutto sul suo impianto stereo e cominciò ad emulare i vari Glenn Tipton e Dave Murray. Suonare in modo così potente lo faceva stare bene, gli dava una carica micidiale; se poi ci mettete che Roby aveva anche una buona voce (tra l’altro, verso i 14 anni, aveva fatto parte del coro della chiesa di San Giovanni) e allora, chiudendosi sempre in camera, cominciò a rifare pezzi come “Running free” o “Breaking the law” o “Bomber” che non erano poi difficilissimi, estraniandosi completamente dal resto del mondo.
   Cominciò ad allargare anche gli orizzonti musicali, acquistando gruppi come Demon o Raven o Riot o gli incredibili Venom o i potentissimi canadesi Anvil, o i misconosciuti olandesi Picture, e andò anche oltre, ed in questo gli fu d’aiuto Fabio, acquistando anche dischi di gruppi hardcore punk come Discharge, Gbh, Vice Squad, Exploited o Dead Kennedys (che aveva visto in concerto al Quasar di Ellera di Corciano, provincia di Perugia,  il 9 ottobre dell’anno prima, insieme con Roberto Rivelli e a Daniele; questo concerto lo portò, insieme a Daniele, da una parrucchiera alla moda del centro, per farsi dei capelli stile punk, cortissimi dietro, tipo marine americano, e dritti come fusi sulla fronte, con un chilo di gel per tenere tutto, ma si pentii due giorni dopo, e quella fu l’unica volta che permise a qualcun altro che non fosse il suo barbiere di fiducia, di toccare “i suoi bambini”).
   La sua “musical-culture” era in continua evoluzione, nonostante quei due concerti a cui assistette, Pooh e Baglioni, lo portarono ad una breve scomunica; ma nonostante questi due gravissimi fatti, Roby non rinnegò mai di essere diventato, quel che si diceva allora, un “heavy metal kid”; anzi, ora più che mai, stava diventando una potenza nell’ambito di quella musica così oltranzista e queste fece balenare in lui l’idea di creare un giornalino che racchiudesse recensioni, interviste, cronache di concerti, eccetera, dando però molto spazio alla crescente realtà rock ternana.
   Ne parlò con Fausto che, pian piano, stava prendendo il posto di Mauro come amico del cuore di Roby, soprattutto dopo che Mauro cominciava ad allontanarsi dal gruppo di amici, uscendo spesso con i vecchi compagni dell’ultra sinistra. Roby, però, gli era molto affezionato e lo perdonò, ma il rapporto tra i due, cambiò un pochino.
   Fausto trovò l’idea fantastica, ma forse prematura: «L’idea di base è fantastica, ma credo che sia troppo presto per una cosa del genere qui a Terni. Non penso che la gente sia pronta per una cosa così nuova. Certo, il movimento metallico si sta ingrandendo sempre di più, sempre nuovi adepti, ma molti sono ancora ragazzini e si devono fare una cultura. Fare una fanzine adesso sarebbe un fallimento. Aspettiamo ancora un’annata, poi potremo riprendere il discorso.»
 
   C’erano già delle fanzines in giro per lo stivale, come “Metal militia” e “Metal gods” a Roma, “Fireball” del mitico Antonio Ferro a Padova, “Godzilla” a Napoli. Anche i giornali a tiratura nazionale come “Ciao 2001” o “Rockstar” o “Tuttifrutti” o “Rockerilla”, avevano la loro brava rubrica dedicata al metal. Ormai era un dato di fatto: l’heavy metal cominciava ad essere un fatto di costume (o un vero e proprio business?).

   Nel frattempo Roby si era iscritto alla “Palestra Vigor” di via Manassei per cercare di buttare via qualche chilo. Adesso stava intorno agli 80 chili, ma durante il servizio militare era sceso fino a 62. Certo, non faceva più la vita come sotto il seno dell’esercito: niente marce, niente corse, niente alzatacce alle 4 del mattino, a pranzo lo stretto indispensabile, a cena una pizza o un panino. Bisognava, quindi, dare una mano al proprio corpo a rimettersi in carreggiata. Con lui, anche Fausto e Marco s’iscrissero, ma la cosa durò poco più di un mese: la volontà non era di casa nella mente dei tre.

Dal diario di Roby D. – 16 novembre 1982 – ore 17,30

«Eccoci arrivati al 16 novembre. L’estate è volata via (meno male) e l’autunno comincia a farsi sentire con i primi raffreddori. Oggi non voglio parlare di me (non ho molto da dire), ma degli altri, coloro che mi sono più vicini.
Mauro C.: lo metto al primo posto essendo colui che conosco da più tempo e poi perché ci rassomigliamo. Mi è molto d’aiuto, ma non solo a me. È altruista, ma allo stesso tempo, cerca di aiutare anche se stesso e il suo rapporto con Paola lo dimostra. È un vero amico. Dall’inizio dell’anno è cambiato parecchio: prima sembrava un po’ coglionotto, dopotutto 20 anni sono 20 anni, ma da quando sta con Paoletta, è migliorato molto.
Paola L.: per forza d’inerzia viene dopo Mauro. È una ragazza eccezionale ed è la ragazza giusta per lui. È simpatica da morire. Anche se alle volte la faccio incazzare, non se la prende, anche perché io scherzo, non lo farei mai sul serio.
Roberto R.: “lu barba” è il ragazzo giusto al momento giusto. Se hai bisogno di un amico con cui parlare, con cui sfogarti, con cui andare in qualsiasi posto anche col solo scopo di far casino, è il primo a correre, e questo è il suo pregio migliore. A volte può sembrare strafottente, ma lo fa senza malizia. È stimato da tutti, anche perché se s’incazza sono sicuro che diventa una bestia.
The Strangers: con loro c’è, oltre alla passione per l’heavy metal e le cose che riguardano il mistero, un rapporto basato su un’amicizia ormai solidificata. Non li conosco da tanto tempo (poco più di un anno), ma ci siamo subito capiti alla perfezione. Certo, il primo impatto è stato tremendo, ma ora anche io sono dei loro e ne sono contento.
Paolo C.: è molto strano Paolo, va secondo la luna. Sta attraversando un buon periodo, dopo lo sconforto di qualche mese fa che lo ha portato quasi ad andarsene da casa. La ragazza e il suo complesso, gli stanno dando le soddisfazioni che ha sempre cercato e che si merita. Di tutti i miei amici è quello più portato per l’arte sia musicale, visiva o scritta. Per me, comunque, rimane il più paraculo di tutti.
Francesco R.: se Paolo è il più paraculo, lui è il più pazzo, ma non c’è quasi mai, dato che lavora sempre fuori Terni. Ora è in Germania. È il classico tipo che con uno sguardo ti porta per il culo, ma con gli amici non lo farebbe mai, perché sono molto importanti per lui.
Loredana L.: è un bel po’ che non la sento, chissà come se la passa. Sempre pronta a dare una mano a tutti, ha un solo difetto: abita a 350 chilometri da Terni, e questo è un grosso handicap. Non vorrei fare un torto a nessuno, ma è stata lei che più di ogni altro, mi ha aiutato negli anni della mia adolescenza e anche dopo.
Massimo & Grazia V.: è la classica coppia nel vero senso della parola. Ho diviso con loro gli anni più belli della mia adolescenza. Ricorderò per sempre i fantastici pomeriggi che passavo a casa loro, nonostante la generazione di differenza che ci divideva. Non li vedo più come una volta, forse cominciano a dividerci molte cose, ma voglio e verrò loro sempre un gran bene.
Raffaella L.: ecco le note dolenti. È stata molto importante, l’unica ragazza che ho amato veramente. Con lei ho passato i 100 giorni più belli della mia vita, ma ormai è finita. Dopo un primo momento durato un paio di mesi in cui non riuscivo più a raccapezzarmi, ora, bene o male, l’ho quasi dimenticata del tutto. È rimasta solo un bel ricordo della mia vita.
Grazie a tutti voi che fate parte di me!

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