Io non amo dormire
Io non amo dormire quando il tuo viso
alberga, di notte, sul mio collo;
perché penso alla morte che viene
sì veloce per addormirci molto.
Io morrò, tu vivrai,
ed è ciò che mi sveglia!
Esiste altra paura?
Un giorno non più udire sì vicino
al mio orecchio il tuo respiro, il cuore.
Che? L’uccellino timido, reclinato
il sogno, diserterebbe il nido,
là donde il nostro corpo a due teste
s’allunga finito in quattro piedi?
Possa durare sempre una sì grande gioia
che cessa col mattino,
e per la quale l’angelo
preposto a farmi strada,
allevia il mio destino.
Leggero sono sotto questa testa pesante
che sembra del mio blocco,
e resta nel mio asilo,
sì muta, cieco, sorda,
pur col canto del gallo.
Questa testa mozzata,
partita in altri mondi,
dove regna altra legge,
tuffando dentro il sonno
sì profonde radici lungi da me, presso me.
Serbando il tuo profilo sul mio petto,
ah, vorrei, per la tua bocca che dorme,
udir la delicata fucina del tuo seno
soffiar fino a mia morte.
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