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domenica 19 febbraio 2012

Il poeta del giorno: RABINDRANATH TAGORE

Nato a Calcutta (India) il 6 maggio 1861, da una famiglia nobile e ricca, illustre anche per tradizioni culturali e spirituali, Rabindranath Tagore è il nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur; è conosciuto semplicemente come Tagore, ma anche con il nome di Gurudev. 
Giovane, studia tra le mura domestiche il bengali e la lingua inglese. Sin dall'infanzia legge i poeti bengalesi cominciando a comporre le prime poesie alla tenera età di otto anni. Crescendo, la passione di scrittore e poeta si sviluppa in lui sempre più. 
Ha una straordinaria creatività artistica che lo indirizza anche verso la musica, la danza e la pittura. Compone liriche a cui affianca la musica, traduce le stesse in inglese e dipinge quadri che saranno poi conosciuti anche in occidente, grazie alle esposizioni che verranno organizzate. L'attività artistica di Tagore poeta, musicista, scrittore, drammaturgo, pittore, nonchè la sua personale visione filosofico-religiosa, avrà modo di essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. 
Nel 1877 viene inviato nel Regno Unito dal padre - Debendranath Thákhur, noto riformatore indù e mistico - perchè possa studiare Diritto per diventare poi avvocato. In Inghilterra il futuro poeta decide di anglicizzare il proprio nome. Nei suoi tre anni di soggiorno europeo ha modo di approfondire ed apprezzare la cultura occidentale. Nel 1880 viene richiamato in India dal padre. Tagore torna con la convinzione che gli inglesi "sanno ben proteggere un'India bisognosa di protezione" e decide di dedicarsi all'amministrazione delle sue terre e alla sua arte. 
Diversamente dal pensiero di Gandhi, il quale con la disobbedienza civile organizzò il nazionalismo indiano sino a scacciare gli inglesi, Tagore si propone di conciliare e integrare in India le diverse culture. Tagore considera l'opera ardua tuttavia gli è di sostegno l'esempio sociale del nonno, che nel 1928 fondò il "Sodalizio dei credenti in Dio", integrando il monoteismo cristiano ed il politeismo induista. Per un lungo periodo Tagore viaggerà tra Oriente ed Occidente per tenere numerose conferenze e divulgare la propria filosofia. 
Nel 1901 crea a Santiniketan (in indiano significa "asilo di pace") presso Bolpur, a circa cento chilometri da Calcutta, una scuola dove attuare concretamente i propri ideali pedagogici: nella sua scuola gli alunni vivono liberamente, a stretto e immediato contatto con la natura; le lezioni consistono in conversazioni all'aperto, secondo l'uso dell'India antica. La scuola, dove lo stesso Tagore tiene conferenze di natura filosofica e religiosa, si fonda sugli antichi ideali dello Ashram (Santuario della foresta), affinché, come lui stesso afferma, «gli uomini possano riunirsi per il supremo fine della vita, nella pace della natura, dove la vita non sia solo meditativa, ma anche attiva». 
Il pensiero teologico che risiede alla base di tutta la produzione artistico-religiosa di Tagore viene espresso organicamente soprattutto nell'opera "Sadhana", dove raccoglie una scelta delle conferenze tenute nella sua scuola di Santiniketan. Si fonda su un panteismo mistico che ha le sue radici nelle "Upanisad", anche se è aperto ad altre tradizioni culturali. A partire dalla contemplazione della natura Tagore vede in ogni sua manifestazione la permanenza immutabile di Dio e quindi l'identità tra l'assoluto e il particolare, tra l'essenza di ogni uomo e quella dell'universo. L'invito a cercare il significato dell'esistenza nella riconciliazione con l'universale - e con l'essere supremo - percorre tutta la filosofia indiana; in questo contesto Tagore è stato uno dei maggiori maestri nel XX secolo. 
Nelle sue liriche, come nella sua vita, Tagore esprime la propria passione, anche erotica, la sua convinta ricerca dell'armonia e della bellezza, nonostante ogni difficoltà, che comprende il dolore causato dai numerosi lutti che avrebbe sofferto. 
Nella grande produzione letteraria del poeta indiano si trova anche l'autobiografia "Ricordi della mia vita", del 1912. 
Per "la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest", nel 1913 Rabindranath Tagore viene insignito del premio Nobel per la Letteratura: devolverà la somma del premio a favore della scuola di Santiniketan. Nella sua amata scuola morirà il 7 agosto 1941. 


Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c'è spazio da riempire. 



                       * * *


Vita della mia vita,
sempre cercherò di conservare
puro il mio corpo,
sapendo che la tua carezza vivente
mi sfiora tutte le membra.
Sempre cercherò di allontanare
ogni falsità dai miei pensieri,
sapendo che tu sei la verità
che nella mente
mi ha acceso la luce della ragione.
Sempre cercherò di scacciare
ogni malvagità dal mio cuore,
e di farvi fiorire l'amore,
sapendo che hai la tua dimora
nel più profondo del cuore.
E sempre cercherò nelle mie azioni
di rivelare te,
sapendo che è il tuo potere
che mi dà la forza di agire. 

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