IL PRESAGIO
Bevetti il mio caffè del mattino e non ebbi nessun orrido presentimento.
Suonò il campanello. Di nuovo non avvertii il male avvicinarsi.
Il postino mi consegnò una lettera. Non sentii trepidazione, la aprii.
Non recava nessuna orribile notizia.
“Aaahhh!”, urlai. Le mie sensazioni non mi avevano ingannato.
Bevetti il mio caffè del mattino e non ebbi nessun orrido presentimento.
Suonò il campanello. Di nuovo non avvertii il male avvicinarsi.
Il postino mi consegnò una lettera. Non sentii trepidazione, la aprii.
Non recava nessuna orribile notizia.
“Aaahhh!”, urlai. Le mie sensazioni non mi avevano ingannato.
Chi ama la libertà ed ha accettato in sé, definitivamente, l’idea che l’uomo sarà libero quando lo sarà la società, ma che la società della libertà può essere creata soltanto da uomini interiormente liberi, comincerà da se stesso e nel suo ambiente l’opera di liberazione. Egli non sarà lo schiavo di nessuno e saprà che non è schiavo soltanto colui che non vuole più essere padrone di nessuno. È libero l’uomo che lascia a tutti gli altri uomini la libertà e sarà libera la società che vivrà nell’uguaglianza del cameratismo e nella libertà.
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