Questa mummia col fiato, in cui Natura
l'arte imitò d'un'uom di carta pesta,
che par muover le mani, e i piedi a sesta,
per orza d'ingegnosa architettura;
di Filippo da Narni è la figura,
che non portò giammai scarpa, né vesta,
che fosser nuove, o cappel nuovo in testa;
e cento mila scudi ha sull'usura.
Vedilo col mantel spelato e rotto,
ch'ei stesso di fil bianco ha ricucito,
e la gonella del Piovano Arlotto.
Chi volesse saper, di ch'è il vestito,
che già quattordici anni ei porta sotto:
non troveria del primo drappo un dito.
Ei mangia pan bollito,
e talora un quattrin di caldearrosto,
e 'l Natale e la Pasqua un'uovo tosto.
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