Powered By Blogger

giovedì 2 febbraio 2012

TERNI CITY ROCKERS: 28a puntata


«È già stato tutto scoperto.                  
C’è ancora terra vergine
soltanto nei paraggi della banalità.»
    (S. L. Lec) 

VENTIDUESIMO
                                                                                             
   Martedì 17 luglio, secondo giorno di ferie, Roby decide di passarlo a Firenze in compagnia del fido Fausto, di Mary e di Silvano. In giro per la città alla scoperta delle bellezze rinascimentali e per far visita da “Contempo”, uno dei negozi di dischi più famosi d’Italia (anche tra i più cari d’Italia).
   Come al solito, scorpacciata di dischi mai visti, di gruppi sconosciutissimi, e di acquisti “sòla” come H-Bomb o Icon, ma anche di dischi di un certo livello.
   Quando Roby tornò dalle ferie, cominciò a studiare un piano per cercare di “inguaiarsi” con la sua collega di lavoro Rita.
   Era, Rita, una signora di una trentina d’anni, sposata, due bambini, e molto fedele al marito, ma Roby stava cominciando ad andare fuori di testa per lei, forse per il fatto che certi discorsi che si facevano durante la pausa merenda non la turbavano, anzi, le facevano piacere; soprattutto lui era rimasto affascinato da quando, un pomeriggio caldissimo e afoso, prima di iniziare il lavoro, tra colleghi avevano cominciato a tirarsi secchi d’acqua, così per gioco, e lei era rimasta con la maglietta bagnata, senza reggiseno, e voi maschiacci sapete come me quanto può essere sexy una donna con la maglietta bagnata senza niente sotto che la ripari!
   Roby non perdeva occasione, vista ormai la confidenza che aveva sia con Rita che con le altre colleghe, per provocare la sua preda, con frasi tipo “se te pijo to scoccio tutta!”, o “dai, fammela vedé!” o “fammela toccà!”, ma erano frasi buttate là per puro gioco: Roby era una persona seria, non avrebbe mai fatto delle avanches serie ad una persona già sposata e per giunta con dei bambini, ma quel gioco lo stava eccitando (certi pruriti a 24 anni sono all’ordine del giorno) e… ahò… hai visto mai!
  
   Un bel pomeriggio, senza farsi vedere, seguì la sua collega su al terzo piano del Centro Provinciale della Sanità, si nascose dietro una colonna, aprì la zip dei jeans, infilò dentro il dito indice e lo fece uscire fuori a mò di… avete capito, no?
   «Ritaaa!» chiamò il Roby col ditino fuori dai pantaloni.
   «Chi è!» rispose lei.
   «So io, Roby… vèni un po’ qua che te devo fa vedé ‘na cosa?»
   «Daje che c’ho un casino da fà… che me devi fà vedé…» e giunta che fu davanti al Roby, lanciò un grido e subito si coprì gli occhi con le mani.
   «Ma che sì paciu?» gli disse girando la testa dall’altra parte e correndo via.
   «Daje, daje, lo so che te piace!» le disse Roby correndogli dietro sempre con il ditino che faceva capolino dalla patta dei jeans «Dai che ce divertimo!» le urlava dietro tutto eccitato ma cominciando ad avere una crisi di riso.
   Poi, ad un certo punto, la raggiunse, e con la mano sinistra la fermò e la fece girare e le fece vedere che quello era solo un dito e non l’uccello padulo.
   «Me pareva troppo piccolo!» disse lei.
   «Ahò, e che tu’ marito ce l’ha come quello de ‘n cavallo?» fece Roby, e cominciarono a ridere, e lui le fece il solletico lunghi i fianchi e la signora Rita cominciò a dimenarsi tutta perché soffriva terribilmente il solletico, e con la scusa del solletico, Roby le palpò un seno, quasi per sbaglio (e dico quasi, per non dire che lo fece apposta), lei divenne rossa, lui peggio di un peperone, e tutto finì lì senza pericolosissimi strascichi.

   Il 23 settembre inizia un nuovo campionato di serie C1 per la Ternana, con la sincera speranza che sia il campionato (tanto per cambiare) che possa riportare le Fere verso quei traguardi più ambiziosi che avevano contraddistinto tutti gli anni settanta.
   Per questo campionato, viene chiamato in panchina Gaetano Salvemini, coadiuvato dall’ex stopper Giovanni Masiello (mi ricordo una sua memorabile partita in serie B contro il Varese, quando venne espulso il portiere Nardin, e Masiello dovette andare tra i pali a difendere l’1 a 0, e fece una gran parata che salvò il risultato); tra i pali Graziano De Luca e il giovane Alberto Raggi; in difesa Francesco Di Vincenzo, Marco Musci dal Marcellano (?) subito ripudiato, Franco Peccenini dal Catanzaro ed ex-Roma, Nicola Peragine, Natale Picano dal Palermo, il capitano Lele Ratti, lo stopper Armando Rizzo dalla reggiana; a centro campo Giuseppe Donatelli dal Campobasso, Luciano Filippi dalla Casertana, Moreno Grilli, Giampiero Pocetta dai dilettanti del Pro Calcio Italia, Ernesto Truddaiu dalla Reggiana e Antonio Trudu dalla Torres (per lui fu coniato il soprannome di “pistamintuccia” che stava ad indicare quel tipo di giocatore che scorrazzava lungo la fascia senza essere né carne né pesce); in attacco c’era Ubaldo Biagetti che proveniva dal Campobasso, ed i riconfermati Vittorio Martini e Silvio Paolucci; presidente Giorgio Taddei, general manager Varo Conti, segretario Ridio Ragni, medico sociale Dott. Giuliano Taviani, massaggiatore Luciano Madolini, stadio “Libero Liberati” m. 110x70, capienza 39.000 spettatori, colori sociali maglia rosso-verde a strisce orizzontali, calzoncini neri, calzettoni rosso-verdi… e questo è tutto.

   E come volevasi dimostrare, la Ternana finirà al decimo posto in classifica, con il solito campionato anonimo.

   Una perla, però, la vorrei raccontare di questo campionato: è datata 18 novembre 1984, partita Ternana-Barletta.
   Le Fere attaccano senza riuscire a sbloccare il risultato, supremazia totale sugli avversari che hanno nel portiere Giovanni Caffaro un baluardo difficile da superare.
   Verso la metà del secondo tempo, c’è una rimessa laterale per la Ternana lungo la fascia destra. Truddaiu lancia con le mani in profondità il piccolo Trudu che si porta avanti la palla con tre palleggi senza che questa tocchi il terreno, riesce (solo lui sa come cavolo ha fatto) a giungere sul fondo ed effettua un cross con una sforbiciata verso il centro dell’area dove tutti si aspettano un Paolucci o un Biagetti o al limiti un centrocampista che viene da dietro. All’altezza del disco di rigore, invece, appare Armando Rizzo, uno degli stopper con i piedi più scarsi di tutta la storia della Ternana… vede arrivare la palla… è solo, nessun avversario si degna di contrastarlo, «Tanto è scarso e ciccherà sicuramente l’impatto col pallone» pensano i difensori del Barletta, «meglio controllare le punte e il limite dell’area per vedere se arriva qualche centrocampista che ha seguito l’azione!» ma il buon Armando, spalle alla porta, inizia a prepararsi, tutto sembra scorrere al rallentatore agli occhi dei tifosi, sembra di vedere un’azione alla moviola di Carlo Sassi alla Domenica Sportiva; Armando si alza in volo, rimane in aria per qualche secondo, sfidando le leggi della fisica, e poi calcia il pallone proveniente dalla destra, di prima intenzione, con una classica mezza rovesciata “alla Parola” (quello delle immagini dei pacchetti di figurine dei Calciatori Panini, tanto per intenderci), la palla schizza verso il “sette” della porta difesa dal buon Giovanni Caffaro che, incredulo, prova ad abbozzare un tuffo sulla sua destra ma non riesce a raggiungere il pallone che s’insacca proprio lì, nel “sette” pieno di ragnatele: lo stadio, per un decimo di secondo, rimane impietrito, non riesce a rendersi conto dell’accaduto, ma quando si sveglia, esplode in un boato da IIIª guerra mondiale… i diecimila spettatori sono tutti in piedi e cominciano a rendersi conto di ciò che è successo… i tifosi urlano «Gol! Gol! Gol!» (se c’era già Ivano Mari a fare le telecronache delle partite per Tele Galileo, si sarebbe sgolato dalle grida). Armando Rizzo è ricaduto a terra e ha visto la palla gonfiare la rete e comincia a correre come un forsennato per tutto il campo, inseguito dai suoi compagni… pure lui è incredulo… queste sono cose che solo i grandi campioni come Maradona o Pelè o Crujff o Giggi Rriva riescono a fare, ma per quel giorno, il buon Armando Rizzo da Melendugno in provincia di Lecce (quindi per lui era pure un derby), classe 1954, si sente anche lui come Maradona o Di Stefano o Pelè, e da quel giorno, i tifosi della curva est, lo soprannominarono “Diego” Armando Rizzo.

   Il 13 settembre, Roby e Mauro, accompagnati da Moreno del G.O.R. di Foligno, se ne vanno a Viareggio, per il primo raduno metal della penisola italica organizzato dalla Strana Officina e dal grande Klaus Byron.
   C’era tutto il gotha del movimento metallico bianco rosso e verde, gruppi provenienti da tutta la Toscana (insieme al Veneto, la culla della new wave of italian heavy metal anni ’80), giornalisti, inviati speciali, curatori di fanzines come il nostro Roby, metallari qualunque, belle ragazze in denim & leather. Roby si sentii, in un primo momento, un po’ spaesato, lui che veniva dalla tranquilla Terni dove queste cose se le sognavano la notte e basta: lì, in terra toscana, quelle cose erano all’ordine del giorno, il movimento era più fiorente, a livello nazionale le persone contavano di più di un semplice operaio addetto alle pulizie di una qualunque città di provincia, ma l’affetto che legava (adesso credo un po’ di meno) tutti gli amanti dell’heavy metal era talmente grande, che anche il nostro Roby cominciò a sentirsi grande come lo erano già Klaus Byron o Beppe Riva o Giancarlo Trombetti.
   Mauro e Roby conobbero anche una ragazza di Padova, conosciuta nell’ambiente come “Morgana”, che li accompagnò, dopo una nottata fatta di balli, concerti, whisky e birra a volontà, headbangin’ a più non posso, il giorno dopo, a Firenze, dove, come al solito, Roby fece un po’ di acquisti.

Ed arriviamo, gatton gattoni, al fatidico 20 ottobre, giorno di uscita del number one di:


LA REDAZIONE: BLOODY RIDER, JACK OF SHADOWS, DOCT.EVIL, ROBUR, JOE BREAKER, LORD MYSTERIOUS; inoltre, DOCT. J, SCHWARZ KRAFT, HEIMDALL

Sentinel N°1
Sett.-ott. 1984

REDAZIONALE

Salve a tutti! Eccovi in mano il “number one” di SENTINEL. «E allora?», direte voi. Beh, noi tutta la passione per far conoscere e diffondere sempre di più un genere, e un modo di vita, bistrattato dai più, sempre alle prese con i vari            Zero, Baglioni e coglionate varie, ce la stiamo mettendo. Sentinel sorge dalle ceneri della gloriosa TERNI CITY ROCKERS. Una Sentinella metallica posta a guardia della “fede” da difendere e diffondere. TERNI CITY ROCKERS  non è morto, è sempre qui tra noi, ha semplicemente cambiato veste (speriamo in meglio) e nome, acquisendone uno, secondo noi, più originale e soprattutto significativo. I nostri propositi non sono cambiati: dare molto spazio, oltre che alle bands più famose, ai gruppi locali; in questo numero, purtroppo, sembriamo contraddirci con la linea scelta dal giornale, a causa dell’attuale grande crisi dei nostri gruppi (ne parliamo a pag. 30), ma già dal prossimo, contiamo di occuparci di almeno una band umbra. Per il futuro contiamo anche di avere servizi curati dall’eccezionale Paul Chain; ci ha promesso trattati di filosofia e del suo modo di vivere e di vedere la vita (pregasi non storcere la bocca, grazie!). A pag. 7, dopo i testi dello stesso Chain, c’è un piccolo trafiletto: prendetela come piccolissima anteprima. Come vi accorgerete leggendo il giornale, manca la recensione del MONSTERS OF ROCK: è stata voluta, perché la fanno tutti. Comunque, per la cronaca, non ci siamo stati ed è stato fantastico! Per adesso ci salutiamo, confidando che ci aiuterete a migliorare sempre più il nostro e vostro giornale. KEEP ON THE FAITH!!!

SOMMARIO                                                 SPECIAL THANX
 3-Paul Chain & Violet Theatre +                                           Francesco Pullia, collaboratore del
    Gunfire in concert                                                             Messaggero, per tutto ciò che ha fatto,
 6-Testi of Paul Chain                                                            sta facendo e farà per il movimento rock
 8-Shining Blade                                                                    ternano. Spesso la fede non si trova solo
 9-Xenon                                                                               sotto giubbotti di cuoio borchiati (anche
10-Recensioni – Manowar                                                     se noi li preferiamo così, naturalmente)
11-Queensryche                                                                    Paul Chain, Thomas Hand Chaste,
12-Mercyful Fate                                                                   Claude Galley and Sanctim Ghoram of
13-Iron Maiden                                                                                  P.Chain & Violet Theatre; Elektradrive;
14-Metallica – Twisted Sister                                                 Klaus Byron e la Strana Officina in
15-Dio                                                                                   in gruppo; Yako De Bonis (Steel Crown)
17-Recensioni varie                                                               Xenon; Nick D’Amelio (Shining Blade);
27-Italian demos                                                                    Nalesso Gable (Dark Lord); Maurizio
28-Dark Lord                                                                         Samorì (Rex Inferi); Gunfire; Shining
29-Girlschool in concert                                                        (Astaroth); Fire; Metal John (Exile);
30-Umbria in metal: la grande depressione                            Gow; Mausen; Andy Panigada
32-Rex Inferi                                                                         (Bulldozer); Tyrant Town (Francis,
33-Metallic address                                                                (Minno e i fratelli Peroni); Aurelio e
34-Sentinel playlist of estate-autunno 1984                           Giulio (Interceptor R.I.P.); Corrado,
                        … alla prossima!                                            Massimiliano e Jumbo (Stiff); Thunder;
                                                                                              Halloween; Serena Rock Band; Revolver; Millerecords; Contempo; Radio Alice e “the fabolous ROCK BRIGADES”; Paolo Piccini di Metal Gods; Antonio Ferro di “Fireball”; lo staff dell’Old America e del Giardinetto per, ovviamente, la BIRRA; e naturalmente Moreno “the big” del ristorante “Il pescatore” di Campello sul Clitunno: lui sa!

COVER & GRAPHICS BY
    Jack of Shadows


Nessun commento:

Posta un commento