«È già stato tutto scoperto.
C’è ancora terra vergine
soltanto nei paraggi della banalità.»
(S. L. Lec)
VENTIDUESIMO
Martedì 17 luglio, secondo giorno di ferie, Roby decide di passarlo a
Firenze in compagnia del fido Fausto, di Mary e di Silvano. In giro per la
città alla scoperta delle bellezze rinascimentali e per far visita da
“Contempo”, uno dei negozi di dischi più famosi d’Italia (anche tra i più cari d’Italia).
Come al solito, scorpacciata di dischi mai visti, di gruppi
sconosciutissimi, e di acquisti “sòla” come H-Bomb o Icon, ma anche di dischi
di un certo livello.
Quando Roby tornò dalle ferie, cominciò a studiare un piano per cercare
di “inguaiarsi” con la sua collega di lavoro Rita.
Era, Rita, una signora di una trentina d’anni, sposata, due bambini, e
molto fedele al marito, ma Roby stava cominciando ad andare fuori di testa per
lei, forse per il fatto che certi discorsi che si facevano durante la pausa
merenda non la turbavano, anzi, le facevano piacere; soprattutto lui era
rimasto affascinato da quando, un pomeriggio caldissimo e afoso, prima di
iniziare il lavoro, tra colleghi avevano cominciato a tirarsi secchi d’acqua,
così per gioco, e lei era rimasta con la maglietta bagnata, senza reggiseno, e
voi maschiacci sapete come me quanto può essere sexy una donna con la maglietta
bagnata senza niente sotto che la ripari!
Roby non perdeva occasione, vista ormai la confidenza che aveva sia con
Rita che con le altre colleghe, per provocare la sua preda, con frasi tipo “se
te pijo to scoccio tutta!”, o “dai, fammela vedé!” o “fammela toccà!”, ma erano
frasi buttate là per puro gioco: Roby era una persona seria, non avrebbe mai
fatto delle avanches serie ad una persona già sposata e per giunta con dei bambini,
ma quel gioco lo stava eccitando (certi
pruriti a 24 anni sono all’ordine del giorno) e… ahò… hai visto mai!
Un bel pomeriggio, senza farsi vedere, seguì la sua collega su al terzo
piano del Centro Provinciale della Sanità, si nascose dietro una colonna, aprì
la zip dei jeans, infilò dentro il dito indice e lo fece uscire fuori a mò di…
avete capito, no?
«Ritaaa!» chiamò il Roby col ditino fuori dai pantaloni.
«Chi è!» rispose lei.
«So io, Roby… vèni un po’ qua che te devo fa vedé ‘na cosa?»
«Daje che c’ho un casino da fà… che me devi fà vedé…» e giunta che fu
davanti al Roby, lanciò un grido e subito si coprì gli occhi con le mani.
«Ma che sì paciu?» gli disse girando la testa dall’altra parte e
correndo via.
«Daje, daje, lo so che te piace!» le disse Roby correndogli dietro
sempre con il ditino che faceva capolino dalla patta dei jeans «Dai che ce
divertimo!» le urlava dietro tutto eccitato ma cominciando ad avere una crisi
di riso.
Poi, ad un certo punto, la raggiunse, e con la mano sinistra la fermò e
la fece girare e le fece vedere che quello era solo un dito e non l’uccello
padulo.
«Me pareva troppo piccolo!» disse lei.
«Ahò, e che tu’ marito ce l’ha come quello de ‘n cavallo?» fece Roby, e
cominciarono a ridere, e lui le fece il solletico lunghi i fianchi e la signora
Rita cominciò a dimenarsi tutta perché soffriva terribilmente il solletico, e
con la scusa del solletico, Roby le palpò un seno, quasi per sbaglio (e dico quasi, per non dire che lo fece
apposta), lei divenne rossa, lui peggio di un peperone, e tutto finì lì
senza pericolosissimi strascichi.
Il 23 settembre inizia un nuovo campionato di serie C1 per la Ternana,
con la sincera speranza che sia il campionato (tanto per cambiare) che possa riportare le Fere verso quei
traguardi più ambiziosi che avevano contraddistinto tutti gli anni settanta.
Per questo campionato, viene chiamato in panchina Gaetano Salvemini,
coadiuvato dall’ex stopper Giovanni Masiello (mi ricordo una sua memorabile partita in serie B contro il Varese,
quando venne espulso il portiere Nardin, e Masiello dovette andare tra i pali a
difendere l’1 a 0, e fece una gran parata che salvò il risultato); tra i
pali Graziano De Luca e il giovane Alberto Raggi; in difesa Francesco Di Vincenzo,
Marco Musci dal Marcellano (?) subito
ripudiato, Franco Peccenini dal Catanzaro ed ex-Roma, Nicola Peragine, Natale
Picano dal Palermo, il capitano Lele Ratti, lo stopper Armando Rizzo dalla
reggiana; a centro campo Giuseppe Donatelli dal Campobasso, Luciano Filippi
dalla Casertana, Moreno Grilli, Giampiero Pocetta dai dilettanti del Pro Calcio
Italia, Ernesto Truddaiu dalla Reggiana e Antonio Trudu dalla Torres (per lui fu coniato il soprannome di
“pistamintuccia” che stava ad indicare quel tipo di giocatore che scorrazzava
lungo la fascia senza essere né carne né pesce); in attacco c’era Ubaldo
Biagetti che proveniva dal Campobasso, ed i riconfermati Vittorio Martini e
Silvio Paolucci; presidente Giorgio Taddei, general manager Varo Conti,
segretario Ridio Ragni, medico sociale Dott. Giuliano Taviani, massaggiatore
Luciano Madolini, stadio “Libero Liberati” m. 110x70, capienza 39.000
spettatori, colori sociali maglia rosso-verde a strisce orizzontali, calzoncini
neri, calzettoni rosso-verdi… e questo è tutto.
E come volevasi dimostrare, la Ternana finirà al decimo posto in
classifica, con il solito campionato anonimo.
Una perla, però, la vorrei raccontare di questo campionato: è datata 18
novembre 1984, partita Ternana-Barletta.
Le Fere attaccano senza riuscire a sbloccare il risultato, supremazia
totale sugli avversari che hanno nel portiere Giovanni Caffaro un baluardo
difficile da superare.
Verso la metà del secondo tempo, c’è una rimessa laterale per la Ternana
lungo la fascia destra. Truddaiu lancia con le mani in profondità il piccolo
Trudu che si porta avanti la palla con tre palleggi senza che questa tocchi il
terreno, riesce (solo lui sa come cavolo
ha fatto) a giungere sul fondo ed effettua un cross con una sforbiciata
verso il centro dell’area dove tutti si aspettano un Paolucci o un Biagetti o
al limiti un centrocampista che viene da dietro. All’altezza del disco di
rigore, invece, appare Armando Rizzo, uno degli stopper con i piedi più scarsi
di tutta la storia della Ternana… vede arrivare la palla… è solo, nessun
avversario si degna di contrastarlo, «Tanto è scarso e ciccherà sicuramente
l’impatto col pallone» pensano i difensori del Barletta, «meglio controllare le
punte e il limite dell’area per vedere se arriva qualche centrocampista che ha
seguito l’azione!» ma il buon Armando, spalle alla porta, inizia a prepararsi,
tutto sembra scorrere al rallentatore agli occhi dei tifosi, sembra di vedere
un’azione alla moviola di Carlo Sassi alla Domenica Sportiva; Armando si alza
in volo, rimane in aria per qualche secondo, sfidando le leggi della fisica, e
poi calcia il pallone proveniente dalla destra, di prima intenzione, con una
classica mezza rovesciata “alla Parola” (quello
delle immagini dei pacchetti di figurine dei Calciatori Panini, tanto per
intenderci), la palla schizza verso il “sette” della porta difesa dal buon
Giovanni Caffaro che, incredulo, prova ad abbozzare un tuffo sulla sua destra
ma non riesce a raggiungere il pallone che s’insacca proprio lì, nel “sette”
pieno di ragnatele: lo stadio, per un decimo di secondo, rimane impietrito, non
riesce a rendersi conto dell’accaduto, ma quando si sveglia, esplode in un
boato da IIIª guerra mondiale… i diecimila spettatori sono tutti in piedi e
cominciano a rendersi conto di ciò che è successo… i tifosi urlano «Gol! Gol!
Gol!» (se c’era già Ivano Mari a fare le
telecronache delle partite per Tele Galileo, si sarebbe sgolato dalle grida).
Armando Rizzo è ricaduto a terra e ha visto la palla gonfiare la rete e
comincia a correre come un forsennato per tutto il campo, inseguito dai suoi
compagni… pure lui è incredulo… queste sono cose che solo i grandi campioni
come Maradona o Pelè o Crujff o Giggi Rriva riescono a fare, ma per quel
giorno, il buon Armando Rizzo da Melendugno in provincia di Lecce (quindi per lui era pure un derby),
classe 1954, si sente anche lui come Maradona o Di Stefano o Pelè, e da quel
giorno, i tifosi della curva est, lo soprannominarono “Diego” Armando Rizzo.
Il 13 settembre, Roby e Mauro, accompagnati da Moreno del G.O.R. di
Foligno, se ne vanno a Viareggio, per il primo raduno metal della penisola
italica organizzato dalla Strana Officina e dal grande Klaus Byron.
C’era tutto il gotha del movimento metallico bianco rosso e verde,
gruppi provenienti da tutta la Toscana (insieme
al Veneto, la culla della new wave of italian heavy metal anni ’80),
giornalisti, inviati speciali, curatori di fanzines come il nostro Roby,
metallari qualunque, belle ragazze in denim & leather. Roby si sentii, in
un primo momento, un po’ spaesato, lui che veniva dalla tranquilla Terni dove
queste cose se le sognavano la notte e basta: lì, in terra toscana, quelle cose
erano all’ordine del giorno, il movimento era più fiorente, a livello nazionale
le persone contavano di più di un semplice operaio addetto alle pulizie di una
qualunque città di provincia, ma l’affetto che legava (adesso credo un po’ di meno) tutti gli amanti dell’heavy metal era
talmente grande, che anche il nostro Roby cominciò a sentirsi grande come lo
erano già Klaus Byron o Beppe Riva o Giancarlo Trombetti.
Mauro e Roby conobbero anche una ragazza di Padova, conosciuta
nell’ambiente come “Morgana”, che li accompagnò, dopo una nottata fatta di
balli, concerti, whisky e birra a volontà, headbangin’ a più non posso, il
giorno dopo, a Firenze, dove, come al solito, Roby fece un po’ di acquisti.
Ed arriviamo, gatton gattoni, al
fatidico 20 ottobre, giorno di uscita del number one di:
LA REDAZIONE: BLOODY RIDER,
JACK OF SHADOWS, DOCT.EVIL, ROBUR, JOE BREAKER, LORD MYSTERIOUS; inoltre, DOCT.
J, SCHWARZ KRAFT, HEIMDALL
Sentinel
N°1
Sett.-ott.
1984
REDAZIONALE
Salve
a tutti! Eccovi in mano il “number one” di SENTINEL. «E allora?», direte voi.
Beh, noi tutta la passione per far conoscere e diffondere sempre di più un
genere, e un modo di vita, bistrattato dai più, sempre alle prese con i vari Zero, Baglioni e coglionate varie,
ce la stiamo mettendo. Sentinel sorge dalle ceneri della gloriosa TERNI CITY
ROCKERS. Una Sentinella metallica posta a guardia della “fede” da difendere e
diffondere. TERNI CITY ROCKERS non è
morto, è sempre qui tra noi, ha semplicemente cambiato veste (speriamo in meglio)
e nome, acquisendone uno, secondo noi, più originale e soprattutto
significativo. I nostri propositi non sono cambiati: dare molto spazio, oltre
che alle bands più famose, ai gruppi locali; in questo numero, purtroppo,
sembriamo contraddirci con la linea scelta dal giornale, a causa dell’attuale
grande crisi dei nostri gruppi (ne parliamo a pag. 30), ma già dal prossimo,
contiamo di occuparci di almeno una band umbra. Per il futuro contiamo anche di
avere servizi curati dall’eccezionale Paul Chain; ci ha promesso trattati di
filosofia e del suo modo di vivere e di vedere la vita (pregasi non storcere la
bocca, grazie!). A pag. 7, dopo i testi dello stesso Chain, c’è un piccolo
trafiletto: prendetela come piccolissima anteprima. Come vi accorgerete
leggendo il giornale, manca la recensione del MONSTERS OF ROCK: è stata voluta,
perché la fanno tutti. Comunque, per la cronaca, non ci siamo stati ed è stato
fantastico! Per adesso ci salutiamo, confidando che ci aiuterete a migliorare
sempre più il nostro e vostro giornale. KEEP ON THE FAITH!!!
SOMMARIO SPECIAL
THANX
3-Paul Chain & Violet Theatre + Francesco
Pullia, collaboratore del
Gunfire in concert Messaggero,
per tutto ciò che ha fatto,
6-Testi of Paul Chain sta
facendo e farà per il movimento rock
8-Shining Blade ternano.
Spesso la fede non si trova solo
9-Xenon sotto
giubbotti di cuoio borchiati (anche
10-Recensioni
– Manowar se
noi li preferiamo così, naturalmente)
11-Queensryche Paul
Chain, Thomas Hand Chaste,
12-Mercyful Fate Claude
Galley and Sanctim Ghoram of
13-Iron Maiden P.Chain & Violet Theatre; Elektradrive;
14-Metallica
– Twisted Sister Klaus
Byron e la Strana Officina in
15-Dio in
gruppo; Yako De Bonis (Steel Crown)
17-Recensioni
varie Xenon;
Nick D’Amelio (Shining Blade);
27-Italian
demos Nalesso
Gable (Dark Lord); Maurizio
28-Dark Lord Samorì
(Rex Inferi); Gunfire; Shining
29-Girlschool in concert (Astaroth);
Fire; Metal John (Exile);
30-Umbria
in metal: la grande depressione Gow;
Mausen; Andy Panigada
32-Rex Inferi (Bulldozer);
Tyrant Town (Francis,
33-Metallic
address (Minno
e i fratelli Peroni); Aurelio e
34-Sentinel
playlist of estate-autunno 1984 Giulio
(Interceptor R.I.P.); Corrado,
… alla prossima! Massimiliano
e Jumbo (Stiff); Thunder;
Halloween;
Serena Rock Band; Revolver; Millerecords; Contempo; Radio Alice e “the fabolous
ROCK BRIGADES”; Paolo Piccini di Metal Gods; Antonio Ferro di “Fireball”; lo
staff dell’Old America e del Giardinetto per, ovviamente, la BIRRA; e
naturalmente Moreno “the big” del ristorante “Il pescatore” di Campello sul
Clitunno: lui sa!
COVER & GRAPHICS BY
Jack of Shadows
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