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martedì 12 luglio 2011

12 luglio 1991: nasce il Partito dell'Amore

Partito dell'Amore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Partito dell'Amore
Partito politico italiano del passato
Leader storiciRiccardo Schicchi
Moana Pozzi
Ilona Staller
Mauro Biuzzi
Periodo di attività12 luglio 1991 -1993
Sede
Coalizioniindipendente
Partito Europeonessuno
Ideologialibertarismo ecristianesimo
Numero massimo di seggi alla Camera0 (nel )
Numero massimo di seggi al Senato0 (nel )
Numero massimo di seggi all'Europarlamento1 (coesistenza con il PCI) (nel 1991)
Organo ufficialenessuno

Il Partito dell'Amore è stato un movimento politico italiano fondato il 12 luglio 1991 da sostenitori di Ilona Staller (nota come Cicciolina), una pornostar eletta nel 1987 alla Camera dei deputati nelle liste del Partito Radicale. Il simbolo del partito è stato creato da Mauro Biuzzi, fondatore del partito con Riccardo Schicchi [1] e rappresenta un cuore trasparente contenente il volto di Ilona Staller che, a seguito della diffida di quest’ultima a fare uso della sua immagine nel simbolo [2], è stato sostituito con il volto di Moana Pozzi [3].

Organizzato da Riccardo Schicchi, manager della Staller e di altre pornodive, oltre che poliedrico imprenditore del settore, il partito era nato con dichiarati propositi di diffusione nella politica e nella società di tematiche legate alla sessualità, in senso libertario. Con la sostituzione della Staller con Moana (che era di fede cristiana anche se non cattolica) come candidata alla guida del partito, prevalse una linea che Biuzzi, ideologo del partito, definì fin dal principio cristiano-dionisiaca e di centro [4] e il partito si collocò politicamente all’estremo centro del Parlamento italiano.

Accompagnato da un prevedibile fumus scandalistico, il partito aveva avuto poi nella Staller e in Moana Pozzi, altra pornodiva che al tempo cominciava ad essere conosciuta dal grande pubblico per le sue apparizioni sulle televisioni nazionali, le sue esponenti più note.

Le loro affermazioni, tendenti in qualche misura ad affermare una più ampia libertà sessuale ed una revisione del concetto di comune senso del pudore, furono assai espressivamente accompagnate da apparizioni anche visivamente esplicite, dandosi con esse il primo caso in Italia di comizianti in déshabillé ed introducendo per lo spogliarello la nuova utilità di forma di comunicazione politica.

Il partito, sin da principio considerato funzionale a catalizzare il crescente "voto di protesta" (ovvero, un modo ed una destinazione del voto che attraverso forme eclatanti, demenziali o di nonsense, intendeva sottrarre alla politica tradizionale il rispetto elettorale), si unì alPartito Pensionati, una formazione politica che nel suo richiamo "corporativo" alle classi anziane, sosteneva ragioni da taluni accostate al qualunquismo, e condusse insieme a questo una senz'altro inconsueta campagna elettorale.

Fra le tematiche propugnate, innovativa per l'Italia era quella volta a valorizzare l'affettività pratica dei detenuti, sulla scia di esperimenti condotti nell'Europa scandinava, così come qualche consenso raccolsero, anche presso aree politiche più ortodosse, la richiesta di revisione del concetto di oscenità su cui si fondava l'operato della censura artistica, e la proposta di una tassa ecologica sulla fabbricazione di automobili, da destinare a opere di rimboschimento.

La proposta senza dubbio più discussa fu quella di realizzare, nelle grandi città e nelle aree metropolitane, specifiche aree denominateParchi dell'amore, destinate all'esercizio delle attività sessuali, mercenarie o spontanee; va registrato che di tanto in tanto la proposta riaffiora, spesso a seguito di recrudescenze dei fenomeni di criminalità legati alla prostituzione, attività che peraltro il partito sosteneva dovesse regolarsi con l'abolizione della legge Merlin e con la riapertura delle case di tolleranza.

Alle elezioni del 1992 il partito si presentò alla Camera dei deputati solo nella circoscrizione laziale (Rieti esclusa) e ottenne 22.401 voti (0.06%). La capolista Pozzi ottenne più preferenze (12.393) di Francesco Rutelli, ciò nonostante la lista, distinta da un simbolo raffigurante un cuore rosa col volto della Pozzi in trasparenza su questo, non ebbe accesso ai seggi. Si presentò anche per l'elezione del Senato solo nel Lazio. Dopo la sconfitta elettorale del 1992 il Comitato Direttivo, riunito in conferenza stampa all’Hotel Nazionale a Roma, ratificò il cambiamento di rotta rispetto alla precedente linea libertaria e scandalistica, uscita sconfitta dalle urne, con la firma pubblica del documento di revoca delle cariche nel partito a Schicchi e alla Staller [5] e le promozioni di Moana a Segretario nazionale [6] e di Mauro Biuzzi a vice-segretario e capolista per le successive elezioni amministrative del 1993 [7]. Queste divergenze politiche trai soci fondatori Schicchi e Biuzzi tornarono alla ribalta nel 2008, in un confronto moderato da Corrado Augias e in presenza di Pippo Baudo [8].

Il Partito dell'Amore tornò nelle schede elettorali di Roma per le elezioni comunali della capitale del 21 novembre 1993, le prime con elezione diretta del sindaco. Moana Pozzi si candidò (senza illusioni) a sindaco di Roma, ma, malgrado un netto cambio d'immagine verso un movimento civico serio e non scandalistico (la Pozzi era l'unica attrice hard candidata), il partito arretrò vistosamente ottenendo appena 8.977 voti (0,52%). Alle politiche 1992 i suffragi nel comune di Roma erano stati 13.685 (0,69%).

Al successivo ballottaggio del 5 dicembre, il PdA darà indicazione di sostenere Francesco Rutelli, poi eletto.

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