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sabato 31 dicembre 2011

José Rizal (1861 - 30/12/1896)


AI MIEI COMPAGNI D'INFANZIA
Quando il popolo ama la sua lingua davvero,
che del cielo è un regalo, anche la libertà
e il vivere felice sarà nel suo pensiero,
come alla rondinella che in alto cielo sta.
Ogni patria, ogni regno, perfino ogni regione
vengono giudicati dalla lingua parlata;
ogni essere vivente, senza alcuna eccezione,
sempre libero nasce da che la terra è nata.
Chi la sua lingua sdegna è peggio che animale,
puzza di pesce marcio; della lingua conviene
aver cura e arricchirla con amor viscerale,
come madre cosciente alla sua prole tiene.
È come il castigliano il tagalo linguaggio,
come lingua degli angeli, l’inglese ed il latino,
perciò nostro Signore potente, buono e saggio
a noi l’offrì, gentile, col suo voler divino.
Di alfabeto e lettere il tagalo dispone,
come tutte le altre, non di meno o di più,
ma disperse nel lago, per furioso tifone,
come barche per l’onde di quel tempo che fu.

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