Powered By Blogger

lunedì 12 settembre 2011

Robert Lowell (1/3/1917 - 12/9/1977)

FocheRobert Lowell

Non più noi se dobbiamo vivere di nuovo; potremmo
diventare foche, ci tratteremmo meglio:
capaci di gingillarsi, capaci di lanciarsi come siluri,
a perfetto nostro agio nei nostri tre elementi,
scoglio, acqua e cielo - se l'uomo potesse trattenere la sua mano...
Traversiamo il porto pagaiando, macchie e chiazze e membrane di petrolio,
tanto più azzurre dell'acqua, le crediamo cielo.
La creatura potrebbe affrontare il creatore in questa veste,
pescatori di pesci non di uomini. Un qualche agosto,
la foca tranquilla potrebbe dire, "Non m'è riuscito dormire
la scorsa notte; di colpo sapevo scrivere il mio nome..."
Allora tutte le foche, come noi preternaturali,
si orienterebbero, farebbero rotta per il Nord - il loro porto
ghiaccio verde in una terra verde mai erba.

Rete da pesca

La chiarità di ogni cosa che improvvisa ci abbaglia,
i tuoi vaganti silenzi e brillanti scoperte,
delfino scatenato ad afferrare nel loro guizzo i pesci...
I poeti muoiono adolescenti, il ritmo li mummifica,
le voci archetipe cantano fuori chiave;
il vecchio attore non sa più legger gli amici
e tuttavia legge sè stesso ad alta voce,
il genio culla a morte l'uditorio.
Deve pure avere fine il verso.
Però il mio cuore è fiero, so di aver allietato la mia vita
intrecciando, disfacendo una rete di corda catramata;
la rete rimarrà al muro quando i pesci saranno già mangiati,
affissa come bronzo illeggibile sul futuro senza futuro.


Nessun commento:

Posta un commento