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sabato 7 luglio 2012

Il poeta del giorno: FRANCIS JAMMES


Francis Jammes (Tournay2 dicembre 1868 – Hasparren1 novembre 1938) è stato un poeta francese.
Studiò nel liceo di Pau e poi a Bordeaux. Nel 1886, dopo la bocciatura all'esame di maturità, scoprì l’opera poetica di Charles Baudelaire e, sotto quell'ispirazione, compose 89 poesie. Nel 1889 s'impiegò come praticante di un notaio di Orthez ma trovò il tempo di spedire a riviste letterarie le sue prove poetiche, notate da Stéphane Mallarmé e André Gide. Dal 1895 si dedicò esclusivamente alla poesia.
Dal 1898 al 1900 scrisse De l'Angélus de l'aube à l'Angélus du soir, poi Le Deuil des Primevères; si legò d'amicizia con Paul Claudel nel1901. A 35 anni, visse una triste storia d’amore che gli ispirò un'ammirevole raccolta di versi, Clairière dans le Ciel. Nel 1907 sposò Geneviève Goedorp, una sua fervente ammiratrice. Da lei ebbe sei figli. Nel 1912 vennero pubblicate le sue Géorgiques chrétiennes.
Esponente di spicco del simbolismo minore, la sua poesia è fatta di serena contemplazione delle cose e della natura. È definito dalla critica come il cantore dei sentimenti semplici e quotidiani. Significativa è la poesia "Preghiera per sposare una donna semplice", in cui viene descritto un sentimento reale e durevole; la donna presentata è ben diversa dalla donna dannunziana.
"Prière", una sua poesia tratta da De l'Angelus .... fu musicata e cantata da Georges Brassens.

Epifania
“Non ho, come i magi
che sono dipinti sulle immagini,
dell’oro recarti.”
“Dammi la tua povertà.”
“Non ho neppure, Signore,
la mirra del buon profumo
né l’incenso in tuo onore.”
“Figlio mio,
dammi il tuo cuore.”

Preghiera per sposare una donna semplice
Mio Dio, fate che chi sarà un giorno mia sposa
sia umile e sia dolce, per me tenera amica;
che noi ci si addormenti tenendoci per mano;
e ch’ella porti al collo, nascosta un po’ tra i seni,
una catena d’argento, una medaglia;
che abbia liscia la carne, più tiepida e dorata
della prugna al finire d’estate addormentata;
che nel cuore conservi la dolce castità
che abbracciandosi fa che si sorrida e taccia;
ch’ella divenga forte e vegli la mia anima
come il sonno d’un fiore veglia l’ape;
e che il giorno ch’io muoia, con le mani giunte
ella mi possa chiuder gli occhi e senz’altra preghiera
si inginocchi chiudendo il suo dolore dentro il petto.


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