Miseria
Neri sotto la neve e
nella bruma,
al grande sfiatatoio
che s’accende,
colle natiche in
cerchio,
cinque miseri bimbi
ginocchioni
guardano il panettiere
mentre
intride il pane greve
e biondo.
Vedono il braccio
bianco che
con forza gira la
pasta grigia
e poi l’inforna dentro
quel buco chiaro.
Ascoltano il buon pane
che si cuoce.
Il panettiere dal
sorriso pingue
borbotta un motivetto.
Stan rannicchiati,
senza un movimento,
dentro il soffio del
rosso sfiatatoio
tiepido come un seno…
Quando, per qualche
festino notturno,
un pane che somiglia a
una brioche
viene tolto dal forno;
quando, sotto le travi
affumicate,
cantano quelle croste
appetitose in coro con i grilli,
e dal caldo pertugio
alita vita,
un rapimento vero li
rianima sotto i miseri stracci;
quei poveri Gesù colmi
di brina,
si sentono rinascere
alla vita,
e stanno tutti lì,
coi rosei musetti
appiccicati alla griglia;
borbottano qualcosa
attraverso quei buchi,
stupidamente,
e dicon le preghiere
mentre si piegan verso
quelle luci del cielo riaperto,
con tanta forza da
spaccar le brache
e da far tremare la
camicia nella brezza invernale.
(Arthur Rimbaud)
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