Gunfire
14 – 9 – 1984
Live! Rocca Priora
Ennesima spedizione dei Terni
City Rockers alla volta di un concerto non pubblicizzato, non importante (per
tutti quei metallari da operetta che muovono le chiappone solo per andare a
vedere… Maiden, Ac/Dc e gli altri big), nonostante fosse presente la RAI3 e
fosse presentato da Claudio Sorge (Rockerilla). Rocca Priora è stata infiammata
per diverse ore dalle performances di diversi gruppi di vario genere musicale,
dalla new wave all’heavy metal, tra cui appunto Paul Chain e Gunfire.
Giungemmo al castello di Rocca
Priora, al cui interno si svolgeva la manifestazione, verso le 20,30 di sera,
proprio in tempo per venire avvertiti dai metallari locali che di lì a mezzora
si sarebbero esibiti Catena & Co.
Come descrivere ciò che è
accaduto mezzora (circa) dopo? Il Teatro Viola è esattamente ciò che il suo
nome vuol far intendere: uno spettacolo teatrale vero e proprio, una dark-opera
più che un concerto di heavy metal, una lugubre apologia della morte. Una
ventina di minuti prima dello spettacolo, il cantante Sanctis Ghoram, nel
funebre abito di scena, è stato spinto su di una carrozzella per invalidi da
una ragazza in tunica viola. Lì è rimasto, immobile, impassibile alle urla del
pubblico già esaltato, mentre i roadies finivano di portare teschi, croci e
assurdi manichini sull’allucinante palco, fino a che, annunciati da lugubri
suoni incisi nella più profonda fossa dell’Ade, sono apparsi finalmente Thomas
Hand-Chaste il batterista, affiancato da due boia incappucciati, Claude Galley
il bassista, e lui, il sinistro leader Paul Chain, in incredibili costumi
ottocenteschi.
Ghoram si anima finalmente e
alzandosi dalla sedia a rotelle dà inizio allo spettacolo. Il primo atto del
Teatro è l’ormai celebre “Chains of death”, seguita dai migliori brani del
repertorio dei vecchi Death SS, inclusa, naturalmente, un’eccellente versione
di “Black and violet”. Lo spettacolo è quanto di più incredibile si possa
vedere on stage, la musica è la più dark mai udita sulla faccia della terra.
Paul Chain non ha niente da
invidiare a qualsivoglia band italiana ed a buona parte di quelle estere.
Scuotano pure la testa quelli che
odiano il dark e amano solo il metallo classico; quando si assiste ad una
performance di questa incredibile band, ci si trova di fronte all’ARTE pura,
alla ricerca sofferta, alla più audace sperimentazione.
Termina infine lo show (durato
una mezzora, come tutti gli altri gruppi) e mentre aspettiamo i Gunfire, che
avrebbero suonato per ultimi, verso le 23, sbraniamo un panino finché Catena e
soci ci raggiungono, ormai struccati e riprese sembianze umane (!).
Dopo due bands, una di musica
pseudo-dance (leggi afro) ed una di new ave abbastanza originale, ecco
finalmente salire sul palco per ultimi, ma non ultimi, i prorompenti Gunfire.
Un look ispirato al glam, non
quello esasperato di Wrathchild ma più su Ratt o Icon, ad una musica tutta
all’opposto. Uno speed-metal classico e al tempo stesso originale, un po’ come
se i Manowar suonassero hardcore. I ragazzi, nonostante abbiano fatto
pochissimi concerti finora (si sono formati meno di un anno fa e dopo soli 4
mesi già avevano prodotto un ottimo demo-tape) sanno veramente star sul palco
ed infuocare la folla, coinvolgendo il pubblico in maniera esemplare; quando il
metallo è nel sangue… ed il sangue non è acqua!
Ottime entrambe le bands, dunque,
e nessun rimpianto per i chilometri fatti tra andata e ritorno per gustarsi
un’ora di metallo (tra tutti e due i gruppi). Paul Chain è stato una conferma
(e chi ne dubitava?) ed i Gunfire una scoperta. Speriamo di poterli ammirare al
più presto a Terni in un eventuale concerto organizzato dalla fanzine verso
Natale, se non altro per dimostrare ai colleghi metallari umbri, che non
esageriamo quando ci perdiamo in sperticati elogi nei riguardi dei gruppi in
questione.
Grazie infinitamente per la pubblicazione di questa preziosa testimonianza. Non conoscevo "Sentinel", era una fanzine dell'epoca? Sapresti inoltre dirmi il nome dell'autore del pezzo?
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